Missionari della spiritualità pasquale

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19 Aprile 2025

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L’editoriale del direttore di Popoli e Missione: l’invito di papa Francesco ad essere cristiani che trasmettono la buona notizia

(di Gianni Borsa)

Una «spiritualità pasquale». È quella che papa Francesco indica alla Chiesa per «rinnovare la missione della speranza» nel mondo di oggi. Il Messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2025, scritto dal pontefice in vista del prossimo 19 ottobre, rivolge lo sguardo alla Pasqua che viviamo in questo mese di aprile.

Un testo ricco, che richiama ai credenti «la vocazione fondamentale di essere, sulle orme di Cristo, messaggeri e costruttori della speranza». Seguendo il Signore, «i cristiani sono chiamati a trasmettere la Buona Notizia condividendo le concrete condizioni di vita di coloro che incontrano e diventano così portatori e costruttori di speranza».

Francesco si rivolge «in particolare a voi, missionari e missionarie ad gentes, che, seguendo la chiamata divina, siete andati in altre nazioni per far conoscere l’amore di Dio in Cristo. […] La vostra vita è una risposta concreta al mandato di Cristo Risorto, che ha inviato i discepoli ad evangelizzare tutti i popoli».

Qui si arriva al punto centrale del messaggio per la Gmm di quest’anno.
Per diventare “artigiani” di speranza e «restauratori di un’umanità spesso distratta e infelice» Bergoglio indica la necessità di «rinnovare la spiritualità pasquale», che «viviamo in ogni celebrazione eucaristica e soprattutto nel Triduo Pasquale, centro e culmine dell’anno liturgico».

È dunque la Pasqua del Signore «che segna l’eterna primavera della storia».

Bellissima l’espressione che segue, quando il papa afferma che siamo «gente di primavera», con «uno sguardo sempre pieno di speranza da condividere con tutti». Dunque precisa: «Dai misteri pasquali, che si attuano nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti, attingiamo continuamente la forza dello Spirito Santo con lo zelo, la determinazione e la pazienza per lavorare nel vasto campo dell’evangelizzazione del
mondo». Cristo risorto «è la sorgente profonda della nostra speranza, e non ci mancherà il suo aiuto per compiere la missione che Egli ci affida».

Rimanendo in stretta amicizia con Gesù, i suoi discepoli vivono e possono trovare forza e gioia per testimoniare quella speranza che è, come ci viene ricordato, dono e compito per ogni cristiano. E qui il papa segnala due elementi che costituiscono il primo la radice, e il secondo il contesto e il volto della missionarietà.

I missionari di speranza, dice Francesco, sono anzitutto uomini e donne di preghiera, perché «la persona che spera è una persona che prega», e pregare – avendo come fondamento la Parola di Dio – è la prima azione missionaria e al contempo «la prima forza della speranza».

La seconda sottolineatura ci ricorda – i missionari lo sanno bene, per esperienza – che l’evangelizzazione «è sempre un processo comunitario, come il carattere della speranza cristiana».

L’edificazione delle comunità cristiane, in qualunque angolo del mondo, passa attraverso la responsabilità missionaria di ogni battezzato e l’accompagnamento di ogni persona – senza distinzioni, nel rispetto della libertà di ogni sorella e di ciascun fratello e nel segno della solidarietà umana – nel cammino sulla via del Vangelo.

(Popoli e Missione, aprile 2025, pp. 1-2)

Fonte

  • Popoli e Missione 4/2025

Immagine

  • Immagine creata digitalmente da spazio + spadoni

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