Costa d’Avorio: giovani pellegrini di speranza e promotori di pace

Foto di Rodrigue Bidubula
Dal nostro corrispondente per l’Africa Rodrigue, Giornate Nazionali della Gioventù a Yamoussoukro, in Costa d’Avorio
La Basilica di Yamoussoukro ha vibrato di un fervore eccezionale in occasione delle Giornate Nazionali della Gioventù (JNJ) 2025. Questo evento, all’insegna della speranza nell’ambito dell’anno giubilare, ha riunito migliaia di giovani provenienti da tutta la Costa d’Avorio e oltre confine: Mali, Burkina Faso, Liberia, Guinea Conakry, Togo, Benin, Senegal e Congo.
Un segno eloquente dell’universalità della Chiesa e della comunione fraterna che supera le barriere culturali e nazionali.
Fin dalle prime ore, la sfilata delle delegazioni ha dato il tono: una gioventù gioiosa, colorata e orgogliosa di affermare la propria fede. Le catechesi, distribuite in diverse zone e animate da vescovi e sacerdoti, hanno costituito un momento forte di insegnamento.
Padre François Komenan, affrontando il tema «A chi dai la tua fiducia?», ha ricordato che la gioventù è un dono prezioso di Dio, una fase di scelte e di sogni, in cui ogni decisione impegna il futuro. Queste scelte, ha insistito, devono essere motivo di orgoglio per la Chiesa, per le loro famiglie e per la società.
La Via Crucis, presieduta da Mons. Jacques Assanvo, arcivescovo di Bouaké, ha riunito i giovani in silenzio, raccoglimento, canti e

preghiera, facendoli meditare sulla passione di Cristo, nella scoperta che la croce è fonte di speranza. Questo percorso spirituale ha permesso a ciascuno di sentirsi unito alla sofferenza del mondo, portando al contempo la speranza di un futuro nuovo.
Nel corso degli interventi, il messaggio centrale è tornato con forza: i giovani sono chiamati ad essere pellegrini di speranza e promotori di pace.
Alphonse Krecoum, rappresentante di Sant’Egidio, ha invitato i giovani a non lasciarsi trascinare dalle tensioni elettorali, ma a diventare artefici di dialogo e riconciliazione. Altri oratori hanno insistito sulla responsabilità che incombe ai giovani nella costruzione di una società fondata sulla fraternità e sul rispetto reciproco.
Nell’anno giubilare, all’insegna della speranza, queste Giornate assumono un significato particolare. Essere pellegrini di speranza significa camminare insieme, nella fede, nonostante le incertezze del presente.
I giovani hanno capito che la loro missione è quella di trasformare le sfide attuali come la violenza, le divisioni, la povertà in opportunità per costruire un futuro luminoso. Il loro entusiasmo, i loro canti, le loro danze e i loro sorrisi contagiosi ne sono la testimonianza vivente.
I sacerdoti, le religiose e gli animatori pastorali che li hanno accompagnati hanno svolto un ruolo di guida e di pastori, ricordando che la Chiesa è una casa per tutti. La loro presenza quotidiana tra i giovani è stata percepita come un segno concreto dell’attenzione materna della Chiesa, che cammina con i suoi figli per condurli alla santità.
La liturgia e i momenti di catechesi hanno offerto un abbondante nutrimento spirituale: parole di vita che illuminano, fortificano e orientano verso la trasformazione personale e comunitaria.
Questa esperienza collettiva ha fatto scoprire a ogni partecipante che la fede non è solo una questione individuale, ma un cammino condiviso in cui l’unità e la comunione sono fonte di gioia e di forza.
Le JNJ di Yamoussoukro non sono solo un evento puntuale. Si inseriscono in una dinamica più ampia: quella di una generazione che si alza per portare speranza in un continente segnato da ferite e fratture. Lo slancio ricevuto durante questi giorni non si spegnerà, perché attinge la sua fonte da Dio stesso.
Così, le JNJ si impongono come una tappa memorabile dell’Anno Giubilare; un tempo in cui la speranza ha preso volto in una gioventù in festa, decisa ad essere luce nella società e seme di pace per l’Africa.
Immagini
- Foto di Rodrigue Bidubula
Dal nostro corrispondente per l’Africa Rodrigue, Giornate Nazionali della Gioventù a Yamoussoukro, in Costa d’Avorio
La Basilica di Yamoussoukro ha vibrato di un fervore eccezionale in occasione delle Giornate Nazionali della Gioventù (JNJ) 2025. Questo evento, all’insegna della speranza nell’ambito dell’anno giubilare, ha riunito migliaia di giovani provenienti da tutta la Costa d’Avorio e oltre confine: Mali, Burkina Faso, Liberia, Guinea Conakry, Togo, Benin, Senegal e Congo.
Un segno eloquente dell’universalità della Chiesa e della comunione fraterna che supera le barriere culturali e nazionali.
Fin dalle prime ore, la sfilata delle delegazioni ha dato il tono: una gioventù gioiosa, colorata e orgogliosa di affermare la propria fede. Le catechesi, distribuite in diverse zone e animate da vescovi e sacerdoti, hanno costituito un momento forte di insegnamento.
Padre François Komenan, affrontando il tema «A chi dai la tua fiducia?», ha ricordato che la gioventù è un dono prezioso di Dio, una fase di scelte e di sogni, in cui ogni decisione impegna il futuro. Queste scelte, ha insistito, devono essere motivo di orgoglio per la Chiesa, per le loro famiglie e per la società.
La Via Crucis, presieduta da Mons. Jacques Assanvo, arcivescovo di Bouaké, ha riunito i giovani in silenzio, raccoglimento, canti e

preghiera, facendoli meditare sulla passione di Cristo, nella scoperta che la croce è fonte di speranza. Questo percorso spirituale ha permesso a ciascuno di sentirsi unito alla sofferenza del mondo, portando al contempo la speranza di un futuro nuovo.
Nel corso degli interventi, il messaggio centrale è tornato con forza: i giovani sono chiamati ad essere pellegrini di speranza e promotori di pace.
Alphonse Krecoum, rappresentante di Sant’Egidio, ha invitato i giovani a non lasciarsi trascinare dalle tensioni elettorali, ma a diventare artefici di dialogo e riconciliazione. Altri oratori hanno insistito sulla responsabilità che incombe ai giovani nella costruzione di una società fondata sulla fraternità e sul rispetto reciproco.
Nell’anno giubilare, all’insegna della speranza, queste Giornate assumono un significato particolare. Essere pellegrini di speranza significa camminare insieme, nella fede, nonostante le incertezze del presente.
I giovani hanno capito che la loro missione è quella di trasformare le sfide attuali come la violenza, le divisioni, la povertà in opportunità per costruire un futuro luminoso. Il loro entusiasmo, i loro canti, le loro danze e i loro sorrisi contagiosi ne sono la testimonianza vivente.
I sacerdoti, le religiose e gli animatori pastorali che li hanno accompagnati hanno svolto un ruolo di guida e di pastori, ricordando che la Chiesa è una casa per tutti. La loro presenza quotidiana tra i giovani è stata percepita come un segno concreto dell’attenzione materna della Chiesa, che cammina con i suoi figli per condurli alla santità.
La liturgia e i momenti di catechesi hanno offerto un abbondante nutrimento spirituale: parole di vita che illuminano, fortificano e orientano verso la trasformazione personale e comunitaria.
Questa esperienza collettiva ha fatto scoprire a ogni partecipante che la fede non è solo una questione individuale, ma un cammino condiviso in cui l’unità e la comunione sono fonte di gioia e di forza.
Le JNJ di Yamoussoukro non sono solo un evento puntuale. Si inseriscono in una dinamica più ampia: quella di una generazione che si alza per portare speranza in un continente segnato da ferite e fratture. Lo slancio ricevuto durante questi giorni non si spegnerà, perché attinge la sua fonte da Dio stesso.
Così, le JNJ si impongono come una tappa memorabile dell’Anno Giubilare; un tempo in cui la speranza ha preso volto in una gioventù in festa, decisa ad essere luce nella società e seme di pace per l’Africa.
Immagini
- Foto di Rodrigue Bidubula

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