Papa Leone XIV: “figlio di Sant’Agostino”
Le prime direttrici di marcia di papa Leone XIV che ci aiutano a conoscerlo meglio e ad apprezzarlo sempre di più
«Sono figlio di Sant’Agostino», che per tutta la vita ha cercato Dio; «La pace sia con voi, una pace disarmata e disarmante, a cominciare dalle parole»; «La Chiesa è un faro che illumina le notti del mondo e il Pontefice è un costruttore di ponti».
Sono le prime direttrici di marcia di Leone XIV primo Papa agostiniano (e, forse, primo Papa matematico) e secondo Pontefice americano eletto al quarto scrutinio giovedì 8 maggio 2025 dal Conclave che, in poco più di 24 ore, vota il successore di Francesco.
Parla italiano, inglese, spagnolo, francese e conosce latino e tedesco. Il 69enne statunitense Robert Francis Prevost, una vita tra Nord e Sud America, prima di essere chiamato da Francesco alla guida del dicastero per i Vescovi. Osservanza religiosa, esistenza missionaria, esperienze culturali diverse sono le sue principali caratteristiche.
Di origine italiana (piemontese), francese e spagnola
L’insieme delle radici italiane, francesi e spagnole ne influenza la formazione in una famiglia con un forte legame alla fede, all’impegno e all’apertura al mondo.
Il censimento statunitense del 1950 documenta le origini piemontesi-liguri, un tratto che lo accomuna a Papa Bergoglio. Il nonno paterno Giovanni Pietro Felice Prevost nasce a Settimo Rottaro (oggi 460 persone), provincia di Torino e diocesi di Ivrea, nel 1876, emigra negli Stati Uniti a inizio 1900, muore a Chicago nel 1960. Il bisnonno materno Giacomo Martino nasce a Sanremo nel 1806; emigra a New Orleans in Louisiana e sposa Marguerite Cadeneth. Da essi nasce Joseph Martínez che nel 1910 si trasferisce a Chicago, nonno materno del Pontefice.
Giovanni Pietro Felice Prevost sposa Suzanne Louise Marie Fontaine, francese originaria di Le Havre. Il 20 luglio 1920 nasce il primo figlio Louis Marius Prevost, padre del Pontefice. Consegue il diploma al Central Ymca College nel 1943; è tenente di vascello su una nave nel Mediterraneo. Poi intraprende l’insegnamento: è sovrintendente-dirigente delle scuole della periferia sud di Chicago e infine preside della Mount Carmel Elementary School e muore nel 1997. La mamma Mildred Agnes Martínez è figlia di immigrati spagnoli-creoli. Studia biblioteconomia e si laurea nel 1947 alla DePaul University. I testimoni dicono: «Cantava l’”Ave Maria” a squarciagola. In lei sentivi la presenza di Dio”». Muore nel 1990.
Un’inedita miscela etnico-culturale in un momento in cui l’identità conta almeno quanto il messaggio. Il nuovo Vescovo di Roma nasce il 14 settembre 1955 a Chicago (Illinois), da Louis Marius Prevost e da Mildred Agnes Martínez. Ha due fratelli, Louis Martín e John Joseph: «Da bambino gli dicevamo: “Un giorno diventerai Papa”». Manifesta presto la vocazione religiosa: Seminario minore e noviziato a Saint Louis nella provincia Nostra Signora del Buon Consiglio nell’Ordine di Sant’Agostino (Osa): il 29 agosto 1981 pronuncia i voti solenni. Frequenta la Villanova University in Pennsylvania dove nel 1977 si laurea in Matematica; studia Filosofia e Teologia alla Catholic Theological Union di Chicago: licenza nel 1984 e laurea nel 1987 con la tesi «Il ruolo del priore locale dell’Ordine di Sant’Agostino»; a Roma studia Diritto Canonico alla Pontificia Università San Tommaso (Angelicum) e a 28 anni è ordinato sacerdote il 19 giugno 1982 nel Collegio agostiniano di Santa Monica dall’arcivescovo Jean Jadot – un belga che fu anche delegato apostolico negli Stati Uniti – pro-presidente del Pontificio Consiglio per i non cristiani (dicastero per il Dialogo interreligioso).
La missione in Perù e il priorato generale dell’Osa
Missionario in Perù tra Chulucanas e Trujillo, ricopre incarichi di responsabilità: direttore della formazione degli aspiranti, insegnante dei professi, professore di varie materie in Seminario, vicario giudiziale, priore. Si dedica alla formazione dei giovani religiosi e sacerdoti, alla promozione di progetti sociali, allo sviluppo delle comunità. La sua capacità di dialogo e la profonda sensibilità pastorale ne fanno un punto di riferimento per la Chiesa peruviana.
Nel 1998 rientra negli Stati Uniti. A Chicago è priore provinciale. Nel 2001 è eletto priore generale – con sede a Roma -, anche per un secondo mandato fino al 2013, con uno stile collegiale e aperto al dialogo; rafforza l’unità e la comunione; visita le case in numerosi Paesi; incontra più volte il cardinale arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, incontri che consolidano la stima e la vicinanza.
Finiti i suoi mandati, torna a Chicago come direttore di formazione. Il 3 novembre 2014 Papa Francesco lo nomina amministratore apostolico e poi vescovo diocesano (2015) di Chiclayo in Perù. Guida la Chiesa locale con spirito missionario e attento alla formazione del clero; promuove la giustizia sociale e la difesa dei diritti dei più deboli. È vicepresidente del Conferenza episcopale.
Papa Bergoglio il 30 gennaio 2023 lo chiama a Roma come prefetto del dicastero per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina e nel concistoro del 30 settembre 2023 lo crea cardinale della diaconia di Santa Monica. Partecipa agli ultimi viaggi all’estero di Francesco e alle due sessioni (2023 e 2024) del Sinodo sulla sinodalità. Francesco lo nomina membro di ben otto dicasteri: Evangelizzazione (prima sezione); Dottrina della fede; Chiese orientali; Clero; Istituti religiosi; Cultura ed educazione; Testi legislativi; Commissione per il Vaticano.
Vero figlio di Sant’Agostino «doctor gratiae»
Lo documentano il motto e lo stemma. Il motto «In Illo uno unum. In colui che è uno, siamo uno» (Sant’Agostino, «Esposizione sul Salmo 127») richiama l’unità e la comunione che caratterizzano il carisma agostiniano. In un’intervista del luglio 2023 Prevost spiega: «Come si evince dal mio motto episcopale, l’unità e la comunione fanno parte del carisma degli Agostiniani e anche del mio modo di agire e pensare. È molto importante promuovere nella Chiesa comunione, partecipazione e missione. Sant’Agostino ne parla molto».
Lo stemma raffigura uno scudo diviso diagonalmente in due: in alto su sfondo azzurro un giglio, simbolo di purezza; in basso su sfondo chiaro, un cuore trafitto da una freccia su un libro chiuso. Richiama la conversione di Sant’Agostino: «Vulnerasti cor meum verbo tuo. Hai trafitto il mio cuore con la tua Parola». Motto e stemma esprimono con forza la sua visione di unità nella diversità; rappresentano un richiamo profondo alla comunione e alla fraternità nella Chiesa perché il santo «doctor gratiaee» sottolinea l’importanza di essere uniti in Cristo. Quanto sia strategico Sant’Agostino è documentato anche dalla frase citata dal Pontefice nel primo saluto: «Con voi sono cristiano, per voi sono vescovo» espressione molto cara e molto usata dal cardinale arcivescovo di Torino Michele Pellegrino.
Una sua croce pettorale contiene le reliquie di Sant’Agostino, della madre Santa Monica, degli agostiniani San Tommaso da Villanova, beato Anselmo Polanco, venerabile Giuseppe Bartolomeo Menochio, di Carmagnola (Torino), vescovo sagrestano di Pio VII e che ne condivise la prigionia e l’esilio in Francia sotto Napoleone.
Agostiniana è la prima uscita «privata» del Papa: sabato 10 maggio va al santuario agostiniano di Genazzano (Roma) della Madonna del Buon Consiglio: «Offro la vita alla Chiesa e ribadisco la fiducia nella Madre del Buon Consiglio, che mai abbandona i suoi figli».
Sulla via del ritorno, si ferma in preghiera a Santa Maria Maggiore «Salus populi romani» e depone una rosa sulla tomba di Papa Francesco.
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- Vatican News