La misericordia nell’offrire istruzione

il: 

10 Settembre 2025

di: 

scuola-Africa_operamisericordia_istruiregliignoranti

A pochi giorni dalla Giornata dell’Alfabetizzazione, una riflessione di don Flavio Saleri, direttore di Cuore Amico, sull’importanza della scuola

Viviamo in un mondo dove convivono persone diverse per origine, cultura, lingua e religione e questo non è semplice ma è un grande aiuto a cogliere che la vita è tanto ricca da essere un poliedro di orizzonti diversi.

I giovani sono tra i protagonisti: sono un vulcano di vita, di energie, di sentimenti, di idee.
Hanno però anche loro bisogno di aiuto per far crescere in armonia la ricchezza culturale, sociale, spirituale che si portano dentro. La scuola è il luogo adatto dove tutte le componenti formative sono in sinergia.

Apre la mente e il cuore alla comprensione della realtà nelle sue sfaccettature e problematiche.

Nei primi anni si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Aiutare i nostri missionari con le scuole consente a tanti ragazze e ragazzi di aprire la mente e il cuore alla vita, nella ricchezza dei suoi aspetti.
Da grandi potranno collaborare con professionalità per un mondo più umano e giusto.

Per educare un figlio ci vuole un villaggio

In questo mese di settembre, con le scuole che si riaprono, pensiamo alla scuola come un villaggio.
Certo, la famiglia è il primo luogo educativo: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, ma a scuola si incontrano i compagni, gli insegnanti, persone diverse per età, per cultura, per origine, per capacità. La scuola e la famiglia sono ambedue necessarie.

La scuola educa al vero, al bene e al bello. È la strada che fa crescere le tre lingue di una persona matura: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani.

Ecco perché crediamo nella scuola. Per questo sosteniamo le richieste che arrivano da missionari in tanti Paesi del mondo.
Don Lorenzo Milani aveva fatto scrivere sulla parete della scuola di Barbiana “I care”, che vuole dire “mi importa, mi sta a cuore”.
Aveva e ha ancora ragione.

Fonte

Immagine

  • Foto di p. Oliviero Ferro

A pochi giorni dalla Giornata dell’Alfabetizzazione, una riflessione di don Flavio Saleri, direttore di Cuore Amico, sull’importanza della scuola

Viviamo in un mondo dove convivono persone diverse per origine, cultura, lingua e religione e questo non è semplice ma è un grande aiuto a cogliere che la vita è tanto ricca da essere un poliedro di orizzonti diversi.

I giovani sono tra i protagonisti: sono un vulcano di vita, di energie, di sentimenti, di idee.
Hanno però anche loro bisogno di aiuto per far crescere in armonia la ricchezza culturale, sociale, spirituale che si portano dentro. La scuola è il luogo adatto dove tutte le componenti formative sono in sinergia.

Apre la mente e il cuore alla comprensione della realtà nelle sue sfaccettature e problematiche.

Nei primi anni si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Aiutare i nostri missionari con le scuole consente a tanti ragazze e ragazzi di aprire la mente e il cuore alla vita, nella ricchezza dei suoi aspetti.
Da grandi potranno collaborare con professionalità per un mondo più umano e giusto.

Per educare un figlio ci vuole un villaggio

In questo mese di settembre, con le scuole che si riaprono, pensiamo alla scuola come un villaggio.
Certo, la famiglia è il primo luogo educativo: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, ma a scuola si incontrano i compagni, gli insegnanti, persone diverse per età, per cultura, per origine, per capacità. La scuola e la famiglia sono ambedue necessarie.

La scuola educa al vero, al bene e al bello. È la strada che fa crescere le tre lingue di una persona matura: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani.

Ecco perché crediamo nella scuola. Per questo sosteniamo le richieste che arrivano da missionari in tanti Paesi del mondo.
Don Lorenzo Milani aveva fatto scrivere sulla parete della scuola di Barbiana “I care”, che vuole dire “mi importa, mi sta a cuore”.
Aveva e ha ancora ragione.

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  • Foto di p. Oliviero Ferro
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