Brasile | La suora che percorreva 6 Km al giorno per visitare i malati

Suor Maria Joana Otília si è spenta a maggio, ma non per i pazienti della “Santa Casa de Misericórdia” di Cachoeiro de Itapemirim
Sei chilometri e un’ora di cammino: la distanza dalla comunità dove viveva la religiosa brasiliana (Jesus Christ King College, sede della Congregazione di Gesù della Santissima Eucaristia) fino alla Santa Casa de Misericórdia. Quella che, ad eccezione del periodo della pandemia, ha percorso a piedi ogni giorno per confortare i pazienti e, a volte, gli operatori ospedalieri.
Per sessant’anni, fino ai suoi 91 anni, in questo Comune del Brasile nello Stato dell’Espírito Santo, suor Otília non si è mai fermata; non si dava neanche un giorno di tregua e di riposo ed era solita ripetere: “Il mio cuore non accetta il tempo libero, perché per il paziente non c’è tempo libero. Quando morirò, mi fermerò”.
Inevitabilmente, era conosciuta da tutti e molto amata e si è guadagnata l’affettuoso soprannome di “Angelo di Cachoeiro”. Ed anche quando era avanti negli anni, ha continuato a camminare per raggiungere tutte quelle persone che, in un letto d’ospedale, avevano bisogno di una visita, di una parola di conforto, di un abbraccio, dell’Eucarestia.
Prima di arrivare a Cachoeiro de Itapemirim nel 1966, suor Otília , originaria di Minas Gerais, ha assistito anche gli ammalati di Belo Horizonte, Colatina, Vitória, Araxá, Governador Valadares e Rio de Janeiro.
Una vita totalmente dedita ai sofferenti, quindi, la cui quotidianità ha rischiarato con la sua presenza costante e la quinta opera di misericordia corporale: visitare gli infermi. Nessun letto escluso, a prescindere da quale fosse la malattia.
Il 26 maggio scorso, a causa di un tumore, la religiosa è salita alla Casa del Padre, ma dietro di lei restano i passi percorsi con amore.
Il sindaco di Cachoeiro de Itapemirim, Theodorico di Assisi Ferrazza, interpretando il pensiero di tutta la comunità, l’ha salutata così:
“Oggi, Cachoeiro dice addio con profonda gratitudine a una donna che è stata sinonimo di fede, amore e compassione: suor Maria Joana Otilia, affettuosamente conosciuta come Suor Otilia, che all’età di 91 anni ha completato la sua missione tra noi.
Suor Otilia ha dedicato la sua vita a una missione nobile e silenziosa: portare fede, preghiera e conforto spirituale ai pazienti della Santa Casa della Misericordia.
In ogni visita, in ogni parola, in ogni gesto di affetto, toccava i cuori con la forza della fede e la luce della speranza. Era presenza di pace nei momenti di dolore e un ponte tra coloro che soffrivano e la misericordia di Dio.
La sua eredità è di amore verso il prossimo, umiltà e servizio.
Una vita intera volta a consolare, rafforzare e ispirare.
Mi unisco al popolo di Cachoeiro per ringraziare di tutto ciò che suor Otilia ha rappresentato per la nostra città. Che la sua storia continui a vivere tra noi e che il suo esempio continui a ispirare generazioni”.
Suor Maria Joana Otília si è spenta a maggio, ma non per i pazienti della “Santa Casa de Misericórdia” di Cachoeiro de Itapemirim
Sei chilometri e un’ora di cammino: la distanza dalla comunità dove viveva la religiosa brasiliana (Jesus Christ King College, sede della Congregazione di Gesù della Santissima Eucaristia) fino alla Santa Casa de Misericórdia. Quella che, ad eccezione del periodo della pandemia, ha percorso a piedi ogni giorno per confortare i pazienti e, a volte, gli operatori ospedalieri.
Per sessant’anni, fino ai suoi 91 anni, in questo Comune del Brasile nello Stato dell’Espírito Santo, suor Otília non si è mai fermata; non si dava neanche un giorno di tregua e di riposo ed era solita ripetere: “Il mio cuore non accetta il tempo libero, perché per il paziente non c’è tempo libero. Quando morirò, mi fermerò”.
Inevitabilmente, era conosciuta da tutti e molto amata e si è guadagnata l’affettuoso soprannome di “Angelo di Cachoeiro”. Ed anche quando era avanti negli anni, ha continuato a camminare per raggiungere tutte quelle persone che, in un letto d’ospedale, avevano bisogno di una visita, di una parola di conforto, di un abbraccio, dell’Eucarestia.
Prima di arrivare a Cachoeiro de Itapemirim nel 1966, suor Otília , originaria di Minas Gerais, ha assistito anche gli ammalati di Belo Horizonte, Colatina, Vitória, Araxá, Governador Valadares e Rio de Janeiro.
Una vita totalmente dedita ai sofferenti, quindi, la cui quotidianità ha rischiarato con la sua presenza costante e la quinta opera di misericordia corporale: visitare gli infermi. Nessun letto escluso, a prescindere da quale fosse la malattia.
Il 26 maggio scorso, a causa di un tumore, la religiosa è salita alla Casa del Padre, ma dietro di lei restano i passi percorsi con amore.
Il sindaco di Cachoeiro de Itapemirim, Theodorico di Assisi Ferrazza, interpretando il pensiero di tutta la comunità, l’ha salutata così:
“Oggi, Cachoeiro dice addio con profonda gratitudine a una donna che è stata sinonimo di fede, amore e compassione: suor Maria Joana Otilia, affettuosamente conosciuta come Suor Otilia, che all’età di 91 anni ha completato la sua missione tra noi.
Suor Otilia ha dedicato la sua vita a una missione nobile e silenziosa: portare fede, preghiera e conforto spirituale ai pazienti della Santa Casa della Misericordia.
In ogni visita, in ogni parola, in ogni gesto di affetto, toccava i cuori con la forza della fede e la luce della speranza. Era presenza di pace nei momenti di dolore e un ponte tra coloro che soffrivano e la misericordia di Dio.
La sua eredità è di amore verso il prossimo, umiltà e servizio.
Una vita intera volta a consolare, rafforzare e ispirare.
Mi unisco al popolo di Cachoeiro per ringraziare di tutto ciò che suor Otilia ha rappresentato per la nostra città. Che la sua storia continui a vivere tra noi e che il suo esempio continui a ispirare generazioni”.
