“Gli altri”: una parola chiave che sgorga dalla Pasqua del Signore Gesù

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20 Aprile 2025

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Da Northborough (Massachusetts, USA), la saveriana Laura Canali scrive per augurare una Pasqua in cui ci si ricordi degli altri

(di Laura Canali)

Carissime/i,

buona Pasqua! Vi penso e spero tutti e tutte bene.

Dopo un lungo cammino quaresimale oscurato da tante nuvole nere, certamente abbiamo atteso la bella notizia della Risurrezione di Gesù con un nuovo desiderio, una nuova speranza di pace, di giustizia, di fraternità e di una umanità rinnovata dalla grazia del Risorto secondo la sua promessa: “Io faccio nuove tutte le cose”. Promessa che si fa conquista da raggiungere.

Rinnovati dalla grazia della Risurrezione, ci chiediamo: cosa fare di nuovo? Alcune parole ci vengono in aiuto. Ecco il Profeta Isaia che, contemplando la Gerusalemme celeste, dice: “Tutti i popoli cammineranno alla tua luce e tutte le nazioni si raduneranno in te”.

Ma, come radunare tanti popoli così diversi tra loro in unità? Un giorno, alle 8.00 del mattino, suona il telefono. È una signora della parrocchia “Our Lady of Providence” dove lavora la nostra consorella Susy. Le dice che, durante la notte, la casa di sua sorella era stata distrutta dal fuoco e che lei era morta insieme al marito. Passato il primo momento di angoscia e dolore, Susy propone alla famiglia di recitare insieme il Rosario.

Un momento doloroso e con tante lacrime, ma trasformato dalla preghiera in consolazione e speranza cristiana.
Ecco chiare le parole del Profeta Isaia. Non sono le nazioni e i popoli ad andare verso, ma siamo noi a raggiungere loro per fare della loro molteplicità l’unico popolo di Dio.

“Raggiungere” è una prima parola del nostro cammino pasquale.

Sì, dobbiamo uscire, andare, raggiungere gli altri annunciando la Morte e Risurrezione di Gesù e il suo mistero di salvezza e amore per tutta l’umanità perché, come ha detto Papa Francesco tornando dal suo viaggio in Asia, “gli estremi confini sono al centro del vangelo”.

Certamente, anche tutti voi avete visto e sentito la nuova gestione del Governo degli Stati Uniti.
Tra le altre cose, si è deciso di eliminare il Dipartimento dell’Educazione. Questo dipartimento non fa programmi scolastici, ma è stato istituito per sostenere i programmi in favore dei bambini/e di diverse abilità e dare almeno un pranzo sicuro al giorno ai bambini poveri. Ciò senza contare tutti i tagli fatti alle Banche del Cibo.

Oggi, la fame è una reale faccia della società americana. Con questa decisione, si calcola che più di nove milioni di bambini e bambine, statunitensi e non solo, soffriranno la fame. Certamente tanti genitori, pur pagando con il loro sangue, cercheranno di mandare i loro bambini/e a scuole cattoliche o private. Ma quanti avranno la possibilità di pagare circa novemila dollari l’anno per la retta scolastica? E gli altri?

“Gli altri” Ecco un’altra parola chiave che sgorga dalla Pasqua del Signore Gesù.

Non c’è solo la società statunitense che sta soffrendo, c’è tutto il mondo, un’intera umanità dominata dalle leggi della violenza, delle armi, della guerra. Oggi, 2025, assistiamo nel più vergognoso silenzio al genocidio e allo sterminio di un intero popolo impedendogli di avere una propria terra. Con esso pensiamo a tutte le nazioni che ancora oggi vivono in situazioni di ingiustizia, di sopraffazione, di disumanità.

Noi come cristiani non possiamo più tacere e stare in silenzio, ma dobbiamo alzarsi per “giudicare” (altra parola chiave) quanto sta avvenendo a tanti nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo. Un giudizio che non è di nessun colore e di nessuna parte perché sgorga dal Cristo sulla Croce quando dice: “dimostrerò la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Gv 16,8). Tramite la Croce non solo noi contempliamo il Cristo morto e risorto, ma anche tutta l’umanità da lui redenta e trasfigurata. La Croce di Gesù ci insegna a distinguere il bene dal male e a dire ciò che è giusto o sbagliato.

Questa Santa Pasqua ci invita a non fermarci alle varie celebrazioni, ma a stare sotto la Croce, come diceva Santa Teresa di Lisieux, “per ricevere la divina rugiada della salvezza e poi versarla sulle anime”. L’umanità che continua nella storia la passione e morte di Gesù è la nostra eredità pasquale alla quale noi andiamo incontro “anche con un solo bicchiere d’acqua fresca per uno dei suoi piccoli” (cfr. Matteo) testimoniando così di essere discepoli di Gesù.

Buona Pasqua a tutti/e sempre con tanto affetto e riconoscenza per la vostra presenza, e per condividere l’amore per il Regno di Dio!

Fonte

  • Laura Canali (Saveriana)

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