Solidali e misericordiosi

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31 Agosto 2025

di: 

solidarietà-mondo

Il 31 agosto si celebra la Giornata Internazionale della Solidarietà, un appuntamento che ci invita a compiere opere di misericordia

In un tempo in cui l’individualismo sembra dominare, la solidarietà resta il filo invisibile che tiene unita la trama dell’umanità. E in questo orizzonte, le opere di misericordia cristiana diventano non solo gesti di fede, ma atti concreti di solidarietà incarnata.

Una giornata per ricordare ciò che ci unisce

Istituita dalle Nazioni Unite nel 2005, la Giornata Internazionale della Solidarietà nasce con l’obiettivo di promuovere una cultura della condivisione e dell’aiuto reciproco tra popoli, nazioni e individui.

Ma al di là del dato storico, questa ricorrenza ci interroga profondamente: cosa significa oggi essere solidali? E come possiamo passare da un’intenzione generica alla pratica quotidiana della solidarietà?

Nel linguaggio comune, solidarietà è spesso associata all’“aiutare chi ha bisogno”. Ma è molto di più.
È un legame profondo che riconosce nell’altro un fratello, una sorella, parte di me stesso. È una scelta di responsabilità, di presenza, di vicinanza. Una chiamata a vivere la relazione come fondamento della vita sociale.

E per chi si ispira al Vangelo, la solidarietà non è un’opzione tra le altre,
ma un comandamento vissuto attraverso le opere di misericordia.

Le opere di misericordia: l’anima della solidarietà cristiana

Nel cuore della tradizione cristiana, le opere di misericordia corporali e spirituali rappresentano da secoli la forma più pura e concreta di solidarietà evangelica. “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere…” (Mt 25, 35-36): non si tratta solo di gesti caritatevoli, ma di incontri trasformativi, in cui si accoglie l’altro non come destinatario di un aiuto, ma come portatore di una presenza sacra.

Le sette opere di misericordia corporali (dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti) e le sette spirituali (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e i morti) costituiscono un programma di solidarietà integrale, che unisce corpo e spirito, presenza e compassione, giustizia e carità.

Il Movimento spazio + spadoni: un laboratorio di solidarietà e misericordia

Nel cammino di spazio + spadoni, la solidarietà si fa metodo e vocazione. Attraverso la promozione delle opere di misericordia e il sostegno ai progetti sociali ed ecclesiali nei Paesi del Sud del mondo, il nostro impegno quotidiano è quello di costruire reti di prossimità, fiducia e corresponsabilità.

Quindi, celebrare la Giornata della Solidarietà non è solo un’occasione per “pensare” agli altri, ma un invito ad agire. Nella quotidianità, nel nostro piccolo, possiamo essere segni concreti di misericordia: una visita a un anziano solo, un ascolto paziente, una preghiera condivisa, una donazione, un gesto di perdono.

In questo 31 agosto, il nostro invito è semplice ma radicale: scegliere la solidarietà come stile di vita. Non solo per un giorno, ma ogni giorno. Non solo con le parole, ma con le mani, con il cuore, con la vita.

Perché in ogni atto di misericordia, ritroviamo il volto di Cristo.

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Il 31 agosto si celebra la Giornata Internazionale della Solidarietà, un appuntamento che ci invita a compiere opere di misericordia

In un tempo in cui l’individualismo sembra dominare, la solidarietà resta il filo invisibile che tiene unita la trama dell’umanità. E in questo orizzonte, le opere di misericordia cristiana diventano non solo gesti di fede, ma atti concreti di solidarietà incarnata.

Una giornata per ricordare ciò che ci unisce

Istituita dalle Nazioni Unite nel 2005, la Giornata Internazionale della Solidarietà nasce con l’obiettivo di promuovere una cultura della condivisione e dell’aiuto reciproco tra popoli, nazioni e individui.

Ma al di là del dato storico, questa ricorrenza ci interroga profondamente: cosa significa oggi essere solidali? E come possiamo passare da un’intenzione generica alla pratica quotidiana della solidarietà?

Nel linguaggio comune, solidarietà è spesso associata all’“aiutare chi ha bisogno”. Ma è molto di più.
È un legame profondo che riconosce nell’altro un fratello, una sorella, parte di me stesso. È una scelta di responsabilità, di presenza, di vicinanza. Una chiamata a vivere la relazione come fondamento della vita sociale.

E per chi si ispira al Vangelo, la solidarietà non è un’opzione tra le altre,
ma un comandamento vissuto attraverso le opere di misericordia.

Le opere di misericordia: l’anima della solidarietà cristiana

Nel cuore della tradizione cristiana, le opere di misericordia corporali e spirituali rappresentano da secoli la forma più pura e concreta di solidarietà evangelica. “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere…” (Mt 25, 35-36): non si tratta solo di gesti caritatevoli, ma di incontri trasformativi, in cui si accoglie l’altro non come destinatario di un aiuto, ma come portatore di una presenza sacra.

Le sette opere di misericordia corporali (dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti) e le sette spirituali (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e i morti) costituiscono un programma di solidarietà integrale, che unisce corpo e spirito, presenza e compassione, giustizia e carità.

Il Movimento spazio + spadoni: un laboratorio di solidarietà e misericordia

Nel cammino di spazio + spadoni, la solidarietà si fa metodo e vocazione. Attraverso la promozione delle opere di misericordia e il sostegno ai progetti sociali ed ecclesiali nei Paesi del Sud del mondo, il nostro impegno quotidiano è quello di costruire reti di prossimità, fiducia e corresponsabilità.

Quindi, celebrare la Giornata della Solidarietà non è solo un’occasione per “pensare” agli altri, ma un invito ad agire. Nella quotidianità, nel nostro piccolo, possiamo essere segni concreti di misericordia: una visita a un anziano solo, un ascolto paziente, una preghiera condivisa, una donazione, un gesto di perdono.

In questo 31 agosto, il nostro invito è semplice ma radicale: scegliere la solidarietà come stile di vita. Non solo per un giorno, ma ogni giorno. Non solo con le parole, ma con le mani, con il cuore, con la vita.

Perché in ogni atto di misericordia, ritroviamo il volto di Cristo.

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