Giovani in missione: “Le ali colorate” in Albania | Seconda parte

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17 Ottobre 2025

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Un momento di una danza di "Ali colorate"

Continua il racconto del gruppo di ragazze/i “Le ali colorate” di Verona: l’esperienza missionaria in Albania

(di Diana Mesaroli – Associazione “Le ali colorate” Verona)

La settimana è trascorsa mantenendo il vento a poppa e il cuore in alto. Abbiamo incontrato due case di accoglienza:

  • Casa Progetto Speranza che accoglie adulti diversamente abili diventando famiglia e, per chi riesce, anche ponte verso il lavoro;
  • Casa delle missionarie della carità (l’Ordine fondato da madre Teresa di Calcutta) che si prende cura e a cuore di donne con fragilità.

Siamo entrate nelle case, ci siamo fatte accogliere, abbiamo osservato e poi gradualmente incontrato. Abbiamo raccontato chi siamo e il nostro desiderio di danzare la Vita e condividerla, offrendo le nostre danze Alate e l’animazione coinvolgente. Tutte le case si sono animate, ravvivate e colorate.

Una gioia veder nascere sorrisi, partecipare chi era più resistente, cercarci per amplificare la danza e per stare insieme. L’atmosfera diventava ancora più familiare via via che passava il tempo; si espandevano i confini delle case per fare posto all’universalità del cuore, abbracciando così ogni unicità.

Colori, musica, magia, brillantini, nella possibile pace dell’incontro, perché se sappiamo affiancarci l’un l’altro rispettando tempi e possibilità, ci permettiamo di trovare strade nuove di ascolto e di comunicazione, rivelando che anche da qui nasce la pace.

La pace non urla, non comanda, non prevarica, la pace è una carezza sul cuore dell’altro, è la serenità di farsi presenza, è concedere tempo per esprimersi e fare vuoto per ascoltare senza giudizi. Ci si allena alla pace, perché invita ad uscire dal proprio pensiero e a metterci in vero ascolto, diventando conca e ricevente e poi restituire uno scambio.

Nel succedersi dei giorni abbiamo ascoltato la storia dell’Albania e del duro periodo della dittatura grazie alle parole delle sorelle Clarisse, divenute presenza di luce proprio nel luogo dove tante persone sono state imprigionate e hanno perso la vita per aver espresso il proprio pensiero (divergente da quello imperante all’epoca) o per aver professato il proprio credo religioso.

Nel buio assoluto, anche qui la luce della fede e della preghiera ha permesso di contrastare l’odio e la brutalità, sostenendo famiglie e le tante persone coinvolte. Che luce scintillava in due suore albanesi che da piccole hanno vissuto tutto l’orrore della dittatura.. Solo una fede grande e la famiglia unita le ha sostenute e tenute al sicuro e le ha fatte brillare nonostante tutto.

C’è stata tanta emozione e l’atmosfera si era rarefatta.. via, era ora di danzare e mescolare la Vita. Come in un’udienza privata la sala si è trasformata per noi e tolte le panche, i foulard, le palline, i kiwido iniziavano già a colorare il momento. La musica però non funzionava, la cassa ci aveva abbandonato. Attimi sospesi, ma poi senza perdere fiducia abbiamo trovato la soluzione e iniziato a cantare il testo, tanto tutto stava già avvenendo, magia, rinascita, luce!

Finito l’incontro e dopo aver salutato le Clarisse, abbiamo visitato il museo vicino al loro convento. Un museo che è traccia di una storia recente e a noi poco conosciuta e che rivela la durata dei 50 anni di un comunismo tosto e dittatoriale. Nel vederlo ha risvegliato le similitudini con la deportazione della seconda guerra mondiale e le assurdità di ogni guerra oggi ancora presenti. Siamo uscite in silenzio, con la consapevolezza ancor più grande che possiamo fare ognuno la differenza nel mondo, partendo dal nostro piccolo.

Eravamo nella settimana in cui si ricordava anche Madre Teresa di Calcutta che è proprio albanese e così il 5 settembre ci hanno invitato a danzare presso due comunità. Nella prima abbiamo danzato in chiesa, nei nostri vestiti dorati, proprio per portare luce e riconoscere la Bellezza di una grande piccola Donna. Madre Teresa, esempio di umiltà e fede ha saputo creare ponti con coraggio e determinazione e ha abbattuto l’indifferenza verso l’umanità più fragile. Ha saputo affrontare notevoli difficoltà e il suo essere piccola matita nelle mani di Dio, l’ha sospinta oltre le sue capacità. Un esempio grande!

LEGGI LA PRIMA PARTE

Immagine

  • Associazione “Le ali colorate” Verona

Continua il racconto del gruppo di ragazze/i “Le ali colorate” di Verona: l’esperienza missionaria in Albania

(di Diana Mesaroli – Associazione “Le ali colorate” Verona)

La settimana è trascorsa mantenendo il vento a poppa e il cuore in alto. Abbiamo incontrato due case di accoglienza:

  • Casa Progetto Speranza che accoglie adulti diversamente abili diventando famiglia e, per chi riesce, anche ponte verso il lavoro;
  • Casa delle missionarie della carità (l’Ordine fondato da madre Teresa di Calcutta) che si prende cura e a cuore di donne con fragilità.

Siamo entrate nelle case, ci siamo fatte accogliere, abbiamo osservato e poi gradualmente incontrato. Abbiamo raccontato chi siamo e il nostro desiderio di danzare la Vita e condividerla, offrendo le nostre danze Alate e l’animazione coinvolgente. Tutte le case si sono animate, ravvivate e colorate.

Una gioia veder nascere sorrisi, partecipare chi era più resistente, cercarci per amplificare la danza e per stare insieme. L’atmosfera diventava ancora più familiare via via che passava il tempo; si espandevano i confini delle case per fare posto all’universalità del cuore, abbracciando così ogni unicità.

Colori, musica, magia, brillantini, nella possibile pace dell’incontro, perché se sappiamo affiancarci l’un l’altro rispettando tempi e possibilità, ci permettiamo di trovare strade nuove di ascolto e di comunicazione, rivelando che anche da qui nasce la pace.

La pace non urla, non comanda, non prevarica, la pace è una carezza sul cuore dell’altro, è la serenità di farsi presenza, è concedere tempo per esprimersi e fare vuoto per ascoltare senza giudizi. Ci si allena alla pace, perché invita ad uscire dal proprio pensiero e a metterci in vero ascolto, diventando conca e ricevente e poi restituire uno scambio.

Nel succedersi dei giorni abbiamo ascoltato la storia dell’Albania e del duro periodo della dittatura grazie alle parole delle sorelle Clarisse, divenute presenza di luce proprio nel luogo dove tante persone sono state imprigionate e hanno perso la vita per aver espresso il proprio pensiero (divergente da quello imperante all’epoca) o per aver professato il proprio credo religioso.

Nel buio assoluto, anche qui la luce della fede e della preghiera ha permesso di contrastare l’odio e la brutalità, sostenendo famiglie e le tante persone coinvolte. Che luce scintillava in due suore albanesi che da piccole hanno vissuto tutto l’orrore della dittatura.. Solo una fede grande e la famiglia unita le ha sostenute e tenute al sicuro e le ha fatte brillare nonostante tutto.

C’è stata tanta emozione e l’atmosfera si era rarefatta.. via, era ora di danzare e mescolare la Vita. Come in un’udienza privata la sala si è trasformata per noi e tolte le panche, i foulard, le palline, i kiwido iniziavano già a colorare il momento. La musica però non funzionava, la cassa ci aveva abbandonato. Attimi sospesi, ma poi senza perdere fiducia abbiamo trovato la soluzione e iniziato a cantare il testo, tanto tutto stava già avvenendo, magia, rinascita, luce!

Finito l’incontro e dopo aver salutato le Clarisse, abbiamo visitato il museo vicino al loro convento. Un museo che è traccia di una storia recente e a noi poco conosciuta e che rivela la durata dei 50 anni di un comunismo tosto e dittatoriale. Nel vederlo ha risvegliato le similitudini con la deportazione della seconda guerra mondiale e le assurdità di ogni guerra oggi ancora presenti. Siamo uscite in silenzio, con la consapevolezza ancor più grande che possiamo fare ognuno la differenza nel mondo, partendo dal nostro piccolo.

Eravamo nella settimana in cui si ricordava anche Madre Teresa di Calcutta che è proprio albanese e così il 5 settembre ci hanno invitato a danzare presso due comunità. Nella prima abbiamo danzato in chiesa, nei nostri vestiti dorati, proprio per portare luce e riconoscere la Bellezza di una grande piccola Donna. Madre Teresa, esempio di umiltà e fede ha saputo creare ponti con coraggio e determinazione e ha abbattuto l’indifferenza verso l’umanità più fragile. Ha saputo affrontare notevoli difficoltà e il suo essere piccola matita nelle mani di Dio, l’ha sospinta oltre le sue capacità. Un esempio grande!

LEGGI LA PRIMA PARTE

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  • Associazione “Le ali colorate” Verona
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Un momento di una danza di "Ali colorate"

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