Le opere di misericordia nell’inferno di Gaza

il: 

3 Luglio 2025

di: 

Gaza

Nel periodo buio che sta vivendo la gente di Gaza, resta accesa una luce di speranza grazie alle testimonianze di carità e misericordia

Contesto attuale

La Striscia di Gaza è piombata nel caos dopo lo scoppio del conflitto il 7 ottobre 2023, con un grave embargo sui beni essenziali deciso da Israele. Oggi la situazione è disperata: mancano acqua, energia, cibo, carburante, medicinali; sono state registrate decine di migliaia di vittime e centinaia di migliaia di sfollati

La parrocchia della Sacra Famiglia

È l’unica parrocchia cattolica latina della Striscia, nel quartiere al–Zaytun di Gaza City. Negli ultimi mesi ha accolto circa 500–600 sfollati, tra cui malati, disabili, anziani e bambini, indipendentemente dalla loro fede.
Il parroco, padre Gabriel Romanelli (rimasto a Gerusalemme), e il vicario padre Youssef Asaad, insieme alle suore (Rosario, Carità, Madre Teresa), restano in contatto per garantire assistenza continua

Struttura e attività

Rifugio e accoglienza
La parrocchia è diventata un rifugio permanente: nonostante gli ordini evacuazione, suore e parrocchiani scelgono di restare per proteggere i più vulnerabili.

Distribuzione alimentare
Scorte razionate, farina non raffinata per il pane e distribuzione anche alle famiglie musulmane del quartiere. Del caffè si serve “a chicchi” per mancanza di macinato; altri beni costano fino a 250 € al chilo.

Assistenza medica
In collaborazione con Caritas Gerusalemme e Malteser International, vengono forniti farmaci e cure di base a malati e feriti.

Educazione e attività per bambini
È nato un oratorio improvvisato: giochi, laboratori, un giornalino creativo con disegni e santini, per offrire un po’ di normalità ai più piccoli.

Sostegno spirituale
Celebrazione della Via Crucis in tempo di guerra, preghiere quotidiane, momenti di condivisione e speranza. Le famiglie pregano costantemente per la pace, chiedendo giustizia e dignità.

Opere di misericordia in azione
L’impegno della parrocchia rispecchia concretamente le opere di misericordia corporali e spirituali della tradizione cristiana:

Dar da mangiare agli affamati – Fornitura quotidiana di pane e derrate, anche al di fuori della comunità cristiana.

Dar da bere agli assetati – Purificazione delle scarse risorse idriche, in un contesto in cui l’acqua è razionata.

Visitare gli ammalati – Supporto medico e assistenza spirituale quotidiana ai malati e fragili.

Vestire gli ignudi – Registrata la distribuzione di generi di prima necessità, come vestiti e coperte.

Accogliere i pellegrini (simbolicamente, chi fugge dalla guerra) – Apertura della chiesa e del convento a sfollati di ogni fede.

Consigliare gli smarriti – Ascolto, conforto, incontri, gruppi di preghiera e catechesi.

Pregare Dio per i vivi e i morti – Intensa vita liturgica quotidiana, preghiere per le vittime e per la pace.

Una luce di speranza

Il dramma di Gaza è la croce della contemporaneità: mancanza di beni primari, paura, distruzione. Eppure, quel che emerge è una luce di speranza: una piccola comunità cristiana che, pur inerme davanti alla potenza militare, testimonia una carità vera, incarnata nelle opere di misericordia. Il messaggio che porta è chiaro: la pace si costruisce nella fragilità, con gesti poveri, vicinanza, umiltà.

Possiamo applicare questo messaggio anche nelle nostre realtà: aiutare il vicino, donare un pasto a chi ha fame, accogliere chi è ferito, pregare per chi soffre. Così, le opere di misericordia non resteranno gesti simbolici, ma diventeranno seme di speranza.

La parrocchia della Sacra Famiglia ci ricorda che la vera carità nasce nel basso: nel tendere le mani, nel donarsi, nel restare vicino a chi soffre. In tempi di guerra, queste azioni non sono nobili solo spiritualmente, ma anche politicamente radicali: denunciano l’ingiustizia, lavorano per la pace, illuminano la tenebra con la speranza cristiana.

Fonte e immagine

Nel periodo buio che sta vivendo la gente di Gaza, resta accesa una luce di speranza grazie alle testimonianze di carità e misericordia

Contesto attuale

La Striscia di Gaza è piombata nel caos dopo lo scoppio del conflitto il 7 ottobre 2023, con un grave embargo sui beni essenziali deciso da Israele. Oggi la situazione è disperata: mancano acqua, energia, cibo, carburante, medicinali; sono state registrate decine di migliaia di vittime e centinaia di migliaia di sfollati

La parrocchia della Sacra Famiglia

È l’unica parrocchia cattolica latina della Striscia, nel quartiere al–Zaytun di Gaza City. Negli ultimi mesi ha accolto circa 500–600 sfollati, tra cui malati, disabili, anziani e bambini, indipendentemente dalla loro fede.
Il parroco, padre Gabriel Romanelli (rimasto a Gerusalemme), e il vicario padre Youssef Asaad, insieme alle suore (Rosario, Carità, Madre Teresa), restano in contatto per garantire assistenza continua

Struttura e attività

Rifugio e accoglienza
La parrocchia è diventata un rifugio permanente: nonostante gli ordini evacuazione, suore e parrocchiani scelgono di restare per proteggere i più vulnerabili.

Distribuzione alimentare
Scorte razionate, farina non raffinata per il pane e distribuzione anche alle famiglie musulmane del quartiere. Del caffè si serve “a chicchi” per mancanza di macinato; altri beni costano fino a 250 € al chilo.

Assistenza medica
In collaborazione con Caritas Gerusalemme e Malteser International, vengono forniti farmaci e cure di base a malati e feriti.

Educazione e attività per bambini
È nato un oratorio improvvisato: giochi, laboratori, un giornalino creativo con disegni e santini, per offrire un po’ di normalità ai più piccoli.

Sostegno spirituale
Celebrazione della Via Crucis in tempo di guerra, preghiere quotidiane, momenti di condivisione e speranza. Le famiglie pregano costantemente per la pace, chiedendo giustizia e dignità.

Opere di misericordia in azione
L’impegno della parrocchia rispecchia concretamente le opere di misericordia corporali e spirituali della tradizione cristiana:

Dar da mangiare agli affamati – Fornitura quotidiana di pane e derrate, anche al di fuori della comunità cristiana.

Dar da bere agli assetati – Purificazione delle scarse risorse idriche, in un contesto in cui l’acqua è razionata.

Visitare gli ammalati – Supporto medico e assistenza spirituale quotidiana ai malati e fragili.

Vestire gli ignudi – Registrata la distribuzione di generi di prima necessità, come vestiti e coperte.

Accogliere i pellegrini (simbolicamente, chi fugge dalla guerra) – Apertura della chiesa e del convento a sfollati di ogni fede.

Consigliare gli smarriti – Ascolto, conforto, incontri, gruppi di preghiera e catechesi.

Pregare Dio per i vivi e i morti – Intensa vita liturgica quotidiana, preghiere per le vittime e per la pace.

Una luce di speranza

Il dramma di Gaza è la croce della contemporaneità: mancanza di beni primari, paura, distruzione. Eppure, quel che emerge è una luce di speranza: una piccola comunità cristiana che, pur inerme davanti alla potenza militare, testimonia una carità vera, incarnata nelle opere di misericordia. Il messaggio che porta è chiaro: la pace si costruisce nella fragilità, con gesti poveri, vicinanza, umiltà.

Possiamo applicare questo messaggio anche nelle nostre realtà: aiutare il vicino, donare un pasto a chi ha fame, accogliere chi è ferito, pregare per chi soffre. Così, le opere di misericordia non resteranno gesti simbolici, ma diventeranno seme di speranza.

La parrocchia della Sacra Famiglia ci ricorda che la vera carità nasce nel basso: nel tendere le mani, nel donarsi, nel restare vicino a chi soffre. In tempi di guerra, queste azioni non sono nobili solo spiritualmente, ma anche politicamente radicali: denunciano l’ingiustizia, lavorano per la pace, illuminano la tenebra con la speranza cristiana.

Fonte e immagine

Gaza

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