Un’opera di misericordia a settimana con… Carlo Miglietta | 1. Consigliare i dubbiosi

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18 Luglio 2025

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Il commento del biblista Carlo Miglietta della prima opera di misericordia spirituale: Consigliare i dubbiosi

Siamo nella società del relativismo. Allontanandoci da Dio, abbiamo perso le certezze su che cosa sia bene e che cosa sia male. La morale non si basa più su principi comuni condivisi. Siamo in una situazione simile a quella di decadimento di cui ci parla il libro dei Giudici, che ripete più volte: “Ognuno faceva quel che gli pareva meglio” (Gdc 17,6; 21,25). In questo totale individualismo, siamo arrivati a una “società fluida”, dove ciascuno fa quello che gli pare e diventa difficile capire ciò che è giusto.

Cercare di aiutare chi vive nel dubbio e nell’incertezza è la prima delle Opere di Misericordia spirituali. Affermava Papa Francesco: “Esprimere la misericordia verso i dubbiosi equivale a lenire quel dolore e quella sofferenza che proviene dalla paura e dall’angoscia che sono conseguenze del dubbio. È pertanto un atto di vero amore con il quale si intende sostenere una persona nella debolezza provocata dall’incertezza”.

Dio è verità

Dio è verità: “Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce” (Sl 15,7); “Ti farò saggio, t’indicherò la via da seguire; con gli occhi su di te, ti darò consiglio” (Sl 31,8); “A me appartiene il consiglio e il buon senso, io sono l’intelligenza, a me appartiene la potenza” (Pr 8,14); “La tua parola è verità” (Gv 17,17); “Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco” (Ap 3,18); “Mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella tua gloria” (Sl 72,24);.
Gesù è la Verità: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6); “Su di lui si poserà lo Spirito del Signore, Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza” (Is 11,2); “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna” (Gv 5,24; 8,51); “Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato” (Gv 15,3).

Il discernimento

Ad ogni età, il credente è chiamato a fare discernimento, ad interrogarsi su che cosa il Signore voglia da lui, su quale sia la sua chiamata nella vita e nelle condizioni concrete.
Discernimento deriva dal latino discernere, composto di dis, “tra”, e cernere, “distinguere”: discernere è scegliere tra le varie possibilità, e per il credente è mettersi in ascolto del Signore per capire la sua volontà, il suo progetto su di noi.

Tra i vari carismi enumerati da Paolo, c’è il “discernimento degli spiriti” (1 Cor 10,12), cioè la capacità di distinguere lo Spirito divino da quello demoniaco. Questa capacità di discernimento può essere esercitata da presbiteri ma anche da laici o laiche. Ci dice la Scrittura: “Frequenta spesso un uomo pio, che tu conosci come osservante dei comandamenti e la cui anima è come la tua anima; se tu inciampi, saprà compatirti” (Sir 37,12); “Chiedi il parere ad ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio” (Tb 4,18); “Ascolta il consiglio e accetta la correzione, per essere saggio in avvenire” (Pr 19,20; 3.21); “La sapienza si trova presso coloro che prendono consiglio” (Pr 13,10); “Il saggio ascolta il consiglio” (Pr 12,15).

“(Il giusto) sarà ricolmato di spirito di intelligenza, come pioggia effonderà parole di sapienza, nella preghiera renderà lode al Signore. Egli dirigerà il suo consiglio e la sua scienza, mediterà sui misteri di Dio. Farà brillare la dottrina del suo insegnamento, si vanterà della legge dell’alleanza del Signore. Molti loderanno la sua intelligenza, egli non sarà mai dimenticato, non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di generazione in generazione” (Sir 39,6-10); “Come s’addice la sapienza ai vecchi, il discernimento e il consiglio alle persone onorate!” (Sir 25,5); “La scienza del saggio cresce come una piena; il suo consiglio è come una sorgente di vita” (Sir 21,13).

Ha detto Papa Francesco: “Come sapere se una cosa viene dallo Spirito Santo o se deriva dallo spirito del mondo o dallo spirito del diavolo? L’unico modo è il discernimento, che non richiede solo una buona capacità di ragionare e di senso comune, è anche un dono che bisogna chiedere. Se lo chiediamo con fiducia allo Spirito Santo, e allo stesso tempo ci sforziamo di coltivarlo con la preghiera, la riflessione, la lettura e il buon consiglio, sicuramente potremo crescere in questa capacità spirituale. Il discernimento… ci serve sempre: per essere capaci di riconoscere i tempi di Dio e la sua grazia, per non sprecare le ispirazioni del Signore, per non lasciar cadere il suo invito a crescere… Al tempo stesso, il discernimento ci conduce a riconoscere i mezzi concreti che il Signore predispone nel suo misterioso piano di amore… Quando scrutiamo davanti a Dio le strade della vita, non ci sono spazi che restino esclusi. In tutti gli aspetti dell’esistenza possiamo continuare a crescere e offrire a Dio qualcosa di più, perfino in quelli nei quali sperimentiamo le difficoltà più forti… Il discernimento non è un’autoanalisi presuntuosa, un’introspezione egoista, ma una vera uscita da noi stessi verso il mistero di Dio, che ci aiuta a vivere la missione alla quale ci ha chiamato per il bene dei fratelli” (Gaudete et exsultate, nn. 166.169.175).

Il Signore ci doni il suo Spirito Santo per farci capire a quale missione siamo chiamati in ogni nostra condizione, e quale sia la nostra vocazione nel suo piano di Salvezza a ogni età della nostra vita: e l’umiltà di ricorre ai fratelli o alle sorelle più sapienti nella Fede per farci aiutare a scoprire la sua volontà.

La catechesi

Diceva Papa Francesco: “Penso che qualcuno potrebbe chiedermi: «Padre, ma io ho tanti dubbi sulla fede, cosa devo fare? Lei non ha mai dei dubbi?». Ne ho tanti … Certo che in alcuni momenti a tutti vengono i dubbi! I dubbi che toccano la fede, in senso positivo, sono un segno che vogliamo conoscere meglio e più a fondo Dio, Gesù, e il mistero del suo amore verso di noi. «Ma, io ho questo dubbio: cerco, studio, vedo o chiedo consiglio su come fare». Questi sono dubbi che fanno crescere! È un bene quindi che ci poniamo delle domande sulla nostra fede, perché in questo modo siamo spinti ad approfondirla. I dubbi, comunque, vanno anche superati. È necessario per questo ascoltare la Parola di Dio, e comprendere quanto ci insegna”. Il dubbio può quindi essere un importante momento di crescita tramite l’approfondimento della Parola di Dio, che mi porta ad avvicinarmi al Signore e alla sua Luce. Ma talora può essere un semplice pretesto per evitare di convertirmi, di impegnarmi a cambiare radicalmente la mia vita alla luce del Vangelo.
“Una via importante che aiuta molto in questo è quella della catechesi, con la quale l’annuncio della fede viene a incontrarci nel concreto della vita personale e comunitaria” (Papa Francesco).

Non si sottolineerà mai abbastanza l’importanza di una catechesi che approfondisca i fondamenti razionali della Fede, che rottami le immagini tossiche di Dio che ci portiamo dentro, di origine filosofica o addirittura pagana, ma che non corrispondono al Dio annunciatoci da Gesù Cristo, catechesi che ci riporti all’essenziale della Fede. Veramente il Catechista serio e preparato sa consigliare i dubbiosi, dissipando le loro perplessità.

“E c’è, al tempo stesso – aggiungeva papa Francesco -, un’altra strada ugualmente importante, quella di vivere il più possibile la fede. Non facciamo della fede una teoria astratta dove i dubbi si moltiplicano. Facciamo piuttosto della fede la nostra vita. Cerchiamo di praticarla nel servizio ai fratelli, specialmente dei più bisognosi. E allora tanti dubbi svaniscono, perché sentiamo la presenza di Dio e la verità del Vangelo nell’amore che, senza nostro merito, abita in noi e condividiamo con gli altri”.

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Il commento del biblista Carlo Miglietta della prima opera di misericordia spirituale: Consigliare i dubbiosi

Siamo nella società del relativismo. Allontanandoci da Dio, abbiamo perso le certezze su che cosa sia bene e che cosa sia male. La morale non si basa più su principi comuni condivisi. Siamo in una situazione simile a quella di decadimento di cui ci parla il libro dei Giudici, che ripete più volte: “Ognuno faceva quel che gli pareva meglio” (Gdc 17,6; 21,25). In questo totale individualismo, siamo arrivati a una “società fluida”, dove ciascuno fa quello che gli pare e diventa difficile capire ciò che è giusto.

Cercare di aiutare chi vive nel dubbio e nell’incertezza è la prima delle Opere di Misericordia spirituali. Affermava Papa Francesco: “Esprimere la misericordia verso i dubbiosi equivale a lenire quel dolore e quella sofferenza che proviene dalla paura e dall’angoscia che sono conseguenze del dubbio. È pertanto un atto di vero amore con il quale si intende sostenere una persona nella debolezza provocata dall’incertezza”.

Dio è verità

Dio è verità: “Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce” (Sl 15,7); “Ti farò saggio, t’indicherò la via da seguire; con gli occhi su di te, ti darò consiglio” (Sl 31,8); “A me appartiene il consiglio e il buon senso, io sono l’intelligenza, a me appartiene la potenza” (Pr 8,14); “La tua parola è verità” (Gv 17,17); “Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco” (Ap 3,18); “Mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella tua gloria” (Sl 72,24);.
Gesù è la Verità: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6); “Su di lui si poserà lo Spirito del Signore, Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza” (Is 11,2); “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna” (Gv 5,24; 8,51); “Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato” (Gv 15,3).

Il discernimento

Ad ogni età, il credente è chiamato a fare discernimento, ad interrogarsi su che cosa il Signore voglia da lui, su quale sia la sua chiamata nella vita e nelle condizioni concrete.
Discernimento deriva dal latino discernere, composto di dis, “tra”, e cernere, “distinguere”: discernere è scegliere tra le varie possibilità, e per il credente è mettersi in ascolto del Signore per capire la sua volontà, il suo progetto su di noi.

Tra i vari carismi enumerati da Paolo, c’è il “discernimento degli spiriti” (1 Cor 10,12), cioè la capacità di distinguere lo Spirito divino da quello demoniaco. Questa capacità di discernimento può essere esercitata da presbiteri ma anche da laici o laiche. Ci dice la Scrittura: “Frequenta spesso un uomo pio, che tu conosci come osservante dei comandamenti e la cui anima è come la tua anima; se tu inciampi, saprà compatirti” (Sir 37,12); “Chiedi il parere ad ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio” (Tb 4,18); “Ascolta il consiglio e accetta la correzione, per essere saggio in avvenire” (Pr 19,20; 3.21); “La sapienza si trova presso coloro che prendono consiglio” (Pr 13,10); “Il saggio ascolta il consiglio” (Pr 12,15).

“(Il giusto) sarà ricolmato di spirito di intelligenza, come pioggia effonderà parole di sapienza, nella preghiera renderà lode al Signore. Egli dirigerà il suo consiglio e la sua scienza, mediterà sui misteri di Dio. Farà brillare la dottrina del suo insegnamento, si vanterà della legge dell’alleanza del Signore. Molti loderanno la sua intelligenza, egli non sarà mai dimenticato, non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di generazione in generazione” (Sir 39,6-10); “Come s’addice la sapienza ai vecchi, il discernimento e il consiglio alle persone onorate!” (Sir 25,5); “La scienza del saggio cresce come una piena; il suo consiglio è come una sorgente di vita” (Sir 21,13).

Ha detto Papa Francesco: “Come sapere se una cosa viene dallo Spirito Santo o se deriva dallo spirito del mondo o dallo spirito del diavolo? L’unico modo è il discernimento, che non richiede solo una buona capacità di ragionare e di senso comune, è anche un dono che bisogna chiedere. Se lo chiediamo con fiducia allo Spirito Santo, e allo stesso tempo ci sforziamo di coltivarlo con la preghiera, la riflessione, la lettura e il buon consiglio, sicuramente potremo crescere in questa capacità spirituale. Il discernimento… ci serve sempre: per essere capaci di riconoscere i tempi di Dio e la sua grazia, per non sprecare le ispirazioni del Signore, per non lasciar cadere il suo invito a crescere… Al tempo stesso, il discernimento ci conduce a riconoscere i mezzi concreti che il Signore predispone nel suo misterioso piano di amore… Quando scrutiamo davanti a Dio le strade della vita, non ci sono spazi che restino esclusi. In tutti gli aspetti dell’esistenza possiamo continuare a crescere e offrire a Dio qualcosa di più, perfino in quelli nei quali sperimentiamo le difficoltà più forti… Il discernimento non è un’autoanalisi presuntuosa, un’introspezione egoista, ma una vera uscita da noi stessi verso il mistero di Dio, che ci aiuta a vivere la missione alla quale ci ha chiamato per il bene dei fratelli” (Gaudete et exsultate, nn. 166.169.175).

Il Signore ci doni il suo Spirito Santo per farci capire a quale missione siamo chiamati in ogni nostra condizione, e quale sia la nostra vocazione nel suo piano di Salvezza a ogni età della nostra vita: e l’umiltà di ricorre ai fratelli o alle sorelle più sapienti nella Fede per farci aiutare a scoprire la sua volontà.

La catechesi

Diceva Papa Francesco: “Penso che qualcuno potrebbe chiedermi: «Padre, ma io ho tanti dubbi sulla fede, cosa devo fare? Lei non ha mai dei dubbi?». Ne ho tanti … Certo che in alcuni momenti a tutti vengono i dubbi! I dubbi che toccano la fede, in senso positivo, sono un segno che vogliamo conoscere meglio e più a fondo Dio, Gesù, e il mistero del suo amore verso di noi. «Ma, io ho questo dubbio: cerco, studio, vedo o chiedo consiglio su come fare». Questi sono dubbi che fanno crescere! È un bene quindi che ci poniamo delle domande sulla nostra fede, perché in questo modo siamo spinti ad approfondirla. I dubbi, comunque, vanno anche superati. È necessario per questo ascoltare la Parola di Dio, e comprendere quanto ci insegna”. Il dubbio può quindi essere un importante momento di crescita tramite l’approfondimento della Parola di Dio, che mi porta ad avvicinarmi al Signore e alla sua Luce. Ma talora può essere un semplice pretesto per evitare di convertirmi, di impegnarmi a cambiare radicalmente la mia vita alla luce del Vangelo.
“Una via importante che aiuta molto in questo è quella della catechesi, con la quale l’annuncio della fede viene a incontrarci nel concreto della vita personale e comunitaria” (Papa Francesco).

Non si sottolineerà mai abbastanza l’importanza di una catechesi che approfondisca i fondamenti razionali della Fede, che rottami le immagini tossiche di Dio che ci portiamo dentro, di origine filosofica o addirittura pagana, ma che non corrispondono al Dio annunciatoci da Gesù Cristo, catechesi che ci riporti all’essenziale della Fede. Veramente il Catechista serio e preparato sa consigliare i dubbiosi, dissipando le loro perplessità.

“E c’è, al tempo stesso – aggiungeva papa Francesco -, un’altra strada ugualmente importante, quella di vivere il più possibile la fede. Non facciamo della fede una teoria astratta dove i dubbi si moltiplicano. Facciamo piuttosto della fede la nostra vita. Cerchiamo di praticarla nel servizio ai fratelli, specialmente dei più bisognosi. E allora tanti dubbi svaniscono, perché sentiamo la presenza di Dio e la verità del Vangelo nell’amore che, senza nostro merito, abita in noi e condividiamo con gli altri”.

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