Letture: Sap 9,13-18; Fm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33
Lasciare tutto
La totalità della rinuncia nella sequela è più volte sottolineata nei Vangeli. Simone e Andrea, “lasciando («aphéntes») subito le loro reti, lo seguirono” (Mc 1,18); così Giacomo e Giovanni “lasciando il loro padre Zebedeo nella barca con gli aiutanti, andarono dietro a Gesù” (Mc 1,20). Luca, parlando della chiamata dei primi quattro discepoli, chiarisce che il concetto si estende alla totalità dei beni: “Dopo aver riportato le loro barche a riva, lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,11), così come a proposito di Levi dice: “Abbandonando («katalipòn») tutto lo seguì” (Lc 5,28). In seguito, saranno i discepoli a dire a Gesù: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito” (Mc 10,28). Gesù, rispondendo, espliciterà il “tutto” come “casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figli (ndr: e Lc 18,29 aggiunge: “o moglie”) o campi a causa mia e a causa del Vangelo” (Mc 10,28-30). Bisogna quindi lasciare i beni materiali e posporre anche le persone più care: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle e perfino la propria vita…, non può essere mio discepolo” (Lc 14,26); bisogna staccarsi persino dalla propria vita! Gesù conclude: “Chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo” (Lc 14,27).
“L’ideale di Gesù non è l’essere umano equilibrato sotto ogni aspetto e preoccupato di salute e prestigio. Gesù opta per coloro che corrono il rischio della parzialità e scommettono tutto su una sola carta. Ha simpatia per le persone che vivono come uno che sa di non avere più molto da vivere – e in qualche modo ci troviamo tutti in questa situazione – e che ogni giorno si concentra, consapevolmente e integralmente, sull’essenziale” (K. Berger). “Si è veramente cristiani solo quando si comprende che il Regno dei cieli è «tutto» nella vita, indispensabile più del pane di ogni giorno… Occorre tentare tutte le vie (anche l’astuzia), cercare tutti i mezzi (anche le operazioni rischiose) per impossessarsene… Porre sopra a «tutto» il Regno significa decidersi a sacrificare il resto” (O. da Spinetoli).
È un passo impegnativo, che va ben ponderato. Per questo Gesù racconta la famosa parabola del tale che prima di costruire la torre deve fare bene i suoi calcoli, se non vuole essere deriso lasciando il lavoro a metà, e del re che prima di combattere una guerra deve ben vedere se ha le forze per vincerla: e, dopo questo pesante ammonimento, conclude: “Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo” (Lc 14,28-33).
Il centuplo già in questa vita
Dobbiamo chiarire una cosa: a chi segue il Signore mettendo davvero il Regno al primo posto, Gesù non promette solo la vita eterna, ma il suo aiuto provvidente già in questa esistenza: “In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna” (Mc 10,28-30).
È Dio stesso che provvederà ai suoi, come ricorda Gesù nell’ultima cena: “Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?” (Lc 22,35).
Liberare i prigionieri
Questo distacco da ogni forma di possesso e di potere è ben sottolineato nel biglietto a Filemone, costituito da soli 25 versetti, che ci presenta la Seconda Lettura (Fm 9b-10.12-17). La vera rivoluzione del sistema economico e sociale non avviene per azioni violente, ma per la trasformazione del cuore. Così Paolo, in catene a Roma, rimanda a Filemone il suo schiavo Onesimo che era fuggito dalla sua casa, e lo prega di donargli la libertà perché anche Filemone e cristiano, e quindi deve ben sapere che tutti siamo fratelli, figli dell’unico Padre.
La logica di Dio
Certo. Ci ricorda la Prima Lettura (Sap 9,13-18), la logica di Dio è ben lontana dal modo di pensare degli uomini. Occorre allora che il Signore ci invii il suo Santo Spirito, la sua Santa Sapienza, per arrivare a capire che la logica del lasciare tutto e seguire Gesù portando la propria croce è in realtà la via della più piena felicità.
Guarda il video sul nostro canale YouTube
Fonte
Domenica XXIII Anno C
il:
– di:
Letture: Sap 9,13-18; Fm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33
Lasciare tutto
La totalità della rinuncia nella sequela è più volte sottolineata nei Vangeli. Simone e Andrea, “lasciando («aphéntes») subito le loro reti, lo seguirono” (Mc 1,18); così Giacomo e Giovanni “lasciando il loro padre Zebedeo nella barca con gli aiutanti, andarono dietro a Gesù” (Mc 1,20). Luca, parlando della chiamata dei primi quattro discepoli, chiarisce che il concetto si estende alla totalità dei beni: “Dopo aver riportato le loro barche a riva, lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,11), così come a proposito di Levi dice: “Abbandonando («katalipòn») tutto lo seguì” (Lc 5,28). In seguito, saranno i discepoli a dire a Gesù: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito” (Mc 10,28). Gesù, rispondendo, espliciterà il “tutto” come “casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figli (ndr: e Lc 18,29 aggiunge: “o moglie”) o campi a causa mia e a causa del Vangelo” (Mc 10,28-30). Bisogna quindi lasciare i beni materiali e posporre anche le persone più care: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle e perfino la propria vita…, non può essere mio discepolo” (Lc 14,26); bisogna staccarsi persino dalla propria vita! Gesù conclude: “Chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo” (Lc 14,27).
“L’ideale di Gesù non è l’essere umano equilibrato sotto ogni aspetto e preoccupato di salute e prestigio. Gesù opta per coloro che corrono il rischio della parzialità e scommettono tutto su una sola carta. Ha simpatia per le persone che vivono come uno che sa di non avere più molto da vivere – e in qualche modo ci troviamo tutti in questa situazione – e che ogni giorno si concentra, consapevolmente e integralmente, sull’essenziale” (K. Berger). “Si è veramente cristiani solo quando si comprende che il Regno dei cieli è «tutto» nella vita, indispensabile più del pane di ogni giorno… Occorre tentare tutte le vie (anche l’astuzia), cercare tutti i mezzi (anche le operazioni rischiose) per impossessarsene… Porre sopra a «tutto» il Regno significa decidersi a sacrificare il resto” (O. da Spinetoli).
È un passo impegnativo, che va ben ponderato. Per questo Gesù racconta la famosa parabola del tale che prima di costruire la torre deve fare bene i suoi calcoli, se non vuole essere deriso lasciando il lavoro a metà, e del re che prima di combattere una guerra deve ben vedere se ha le forze per vincerla: e, dopo questo pesante ammonimento, conclude: “Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo” (Lc 14,28-33).
Il centuplo già in questa vita
Dobbiamo chiarire una cosa: a chi segue il Signore mettendo davvero il Regno al primo posto, Gesù non promette solo la vita eterna, ma il suo aiuto provvidente già in questa esistenza: “In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna” (Mc 10,28-30).
È Dio stesso che provvederà ai suoi, come ricorda Gesù nell’ultima cena: “Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?” (Lc 22,35).
Liberare i prigionieri
Questo distacco da ogni forma di possesso e di potere è ben sottolineato nel biglietto a Filemone, costituito da soli 25 versetti, che ci presenta la Seconda Lettura (Fm 9b-10.12-17). La vera rivoluzione del sistema economico e sociale non avviene per azioni violente, ma per la trasformazione del cuore. Così Paolo, in catene a Roma, rimanda a Filemone il suo schiavo Onesimo che era fuggito dalla sua casa, e lo prega di donargli la libertà perché anche Filemone e cristiano, e quindi deve ben sapere che tutti siamo fratelli, figli dell’unico Padre.
La logica di Dio
Certo. Ci ricorda la Prima Lettura (Sap 9,13-18), la logica di Dio è ben lontana dal modo di pensare degli uomini. Occorre allora che il Signore ci invii il suo Santo Spirito, la sua Santa Sapienza, per arrivare a capire che la logica del lasciare tutto e seguire Gesù portando la propria croce è in realtà la via della più piena felicità.
Guarda il video sul nostro canale YouTube
Fonte
Letture: Sap 9,13-18; Fm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33
Lasciare tutto
La totalità della rinuncia nella sequela è più volte sottolineata nei Vangeli. Simone e Andrea, “lasciando («aphéntes») subito le loro reti, lo seguirono” (Mc 1,18); così Giacomo e Giovanni “lasciando il loro padre Zebedeo nella barca con gli aiutanti, andarono dietro a Gesù” (Mc 1,20). Luca, parlando della chiamata dei primi quattro discepoli, chiarisce che il concetto si estende alla totalità dei beni: “Dopo aver riportato le loro barche a riva, lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,11), così come a proposito di Levi dice: “Abbandonando («katalipòn») tutto lo seguì” (Lc 5,28). In seguito, saranno i discepoli a dire a Gesù: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito” (Mc 10,28). Gesù, rispondendo, espliciterà il “tutto” come “casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figli (ndr: e Lc 18,29 aggiunge: “o moglie”) o campi a causa mia e a causa del Vangelo” (Mc 10,28-30). Bisogna quindi lasciare i beni materiali e posporre anche le persone più care: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle e perfino la propria vita…, non può essere mio discepolo” (Lc 14,26); bisogna staccarsi persino dalla propria vita! Gesù conclude: “Chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo” (Lc 14,27).
“L’ideale di Gesù non è l’essere umano equilibrato sotto ogni aspetto e preoccupato di salute e prestigio. Gesù opta per coloro che corrono il rischio della parzialità e scommettono tutto su una sola carta. Ha simpatia per le persone che vivono come uno che sa di non avere più molto da vivere – e in qualche modo ci troviamo tutti in questa situazione – e che ogni giorno si concentra, consapevolmente e integralmente, sull’essenziale” (K. Berger). “Si è veramente cristiani solo quando si comprende che il Regno dei cieli è «tutto» nella vita, indispensabile più del pane di ogni giorno… Occorre tentare tutte le vie (anche l’astuzia), cercare tutti i mezzi (anche le operazioni rischiose) per impossessarsene… Porre sopra a «tutto» il Regno significa decidersi a sacrificare il resto” (O. da Spinetoli).
È un passo impegnativo, che va ben ponderato. Per questo Gesù racconta la famosa parabola del tale che prima di costruire la torre deve fare bene i suoi calcoli, se non vuole essere deriso lasciando il lavoro a metà, e del re che prima di combattere una guerra deve ben vedere se ha le forze per vincerla: e, dopo questo pesante ammonimento, conclude: “Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo” (Lc 14,28-33).
Il centuplo già in questa vita
Dobbiamo chiarire una cosa: a chi segue il Signore mettendo davvero il Regno al primo posto, Gesù non promette solo la vita eterna, ma il suo aiuto provvidente già in questa esistenza: “In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna” (Mc 10,28-30).
È Dio stesso che provvederà ai suoi, come ricorda Gesù nell’ultima cena: “Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?” (Lc 22,35).
Liberare i prigionieri
Questo distacco da ogni forma di possesso e di potere è ben sottolineato nel biglietto a Filemone, costituito da soli 25 versetti, che ci presenta la Seconda Lettura (Fm 9b-10.12-17). La vera rivoluzione del sistema economico e sociale non avviene per azioni violente, ma per la trasformazione del cuore. Così Paolo, in catene a Roma, rimanda a Filemone il suo schiavo Onesimo che era fuggito dalla sua casa, e lo prega di donargli la libertà perché anche Filemone e cristiano, e quindi deve ben sapere che tutti siamo fratelli, figli dell’unico Padre.
La logica di Dio
Certo. Ci ricorda la Prima Lettura (Sap 9,13-18), la logica di Dio è ben lontana dal modo di pensare degli uomini. Occorre allora che il Signore ci invii il suo Santo Spirito, la sua Santa Sapienza, per arrivare a capire che la logica del lasciare tutto e seguire Gesù portando la propria croce è in realtà la via della più piena felicità.
Guarda il video sul nostro canale YouTube
Fonte
TAG
CONDIVIDI
Domenica XXIX del tempo ordinario – Anno C
Domenica XXVIII del tempo ordinario – Anno C
Domenica XXVII del tempo ordinario – Anno C
Domenica XXVI del tempo ordinario – Anno C
Domenica XXV del tempo ordinario – Anno C
Esaltazione della Santa Croce
Domenica XXII Anno C
Domenica XXI Anno C
Domenica XX Anno C
Assunzione della Beata Vergine Maria
Domenica XIX Anno C
Domenica XVIII Anno C
Domenica XVII Anno C
Domenica XVI Anno C
Domenica XV Anno C
Domenica XIV del Tempo Ordinario – Anno C
Santi Pietro e Paolo Apostoli
Corpo e Sangue di Cristo
Santissima Trinità
Pentecoste
Ascensione
VI Domenica Di Pasqua Anno C
V Domenica Di Pasqua Anno C
IV Domenica Di Pasqua Anno C
III Domenica Di Pasqua Anno C
II Domenica Di Pasqua Anno C
Pasqua Di Resurrezione Del Signore
Domenica Delle Palme: Passione Del Signore
V Domenica Di Quaresima Anno C
IV Domenica Di Quaresima Anno C
III Domenica Di Quaresima Anno C
II Domenica Di Quaresima Anno C
I Domenica Di Quaresima Anno C
VIII Domenica C – Il Discorso Della Pianura
VII Domenica C – Ubi Caritas, Deus Ibi
VI Domenica C – Beati i poveri?
V Domenica C – Pescatori di uomini
Presentazione Del Signore
III Domenica C – Contemplazione Della Parola Di Dio
II Domenica C
Battesimo Del Signore
Epifania Del Signore
II Domenica Dopo Natale
Maria Santissima Madre di Dio
Sacra Famiglia
Natale Del Signore
IV Domenica Di Avvento C
III Domenica Di Avvento Anno C
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Domenica I Avvento Anno C
Domenica XXXIV Anno B – Signore Gesù, tu sei un re ben strano!
Domenica XXXIII Anno B – Tra il “gia'” e il “non ancora”
Domenica XXXII Anno B – Alla scuola dei poveri
Tutti I Santi – La Festa Degli Ultimi
Domenica XXXI Anno B – Un unico Amore
Domenica XXX Anno B – La Fede In Gesù Squarcia Le Nostre Tenebre
Domenica XXIX Anno B – Chiamati Al Martirio
Domenica XXVIII Anno B – La Chiamata Ad Essere Poveri
Domenica XXVII Anno B – Il Matrimonio, Mistero Di Salvezza
Domenica XXVI Anno B – L’etica Radicale Dell’amore
Domenica XXV Anno B – Chiamati ad essere “consegnati”, come Gesù
Domenica XXIV Anno B – Farsi servi come il Servo
Domenica XXIII Anno B – Gesù Guarisce La Chiesa, Sorda E Balbuziente
Domenica XXII Anno B – Il primato dell’interiorità
Domenica XXI Anno B – Volete andarvene anche voi?
Domenica XX Anno B – L’eucarestia Ci Incorpora Nel Mistero Pasquale Di Cristo
Assunzione Della Beata Vergine Maria
Domenica XIX Anno B – La Mormorazione, Mancanza Di Fede
Domenica XVIII Anno B – Gesù, Il Pane Vero
La Pasqua Messianica
Invitati Alla Festa Di Dio
Una chiesa testimone nell’amore e nella povertà
Lo Scandalo di un Dio Carpentiere
Dio Si Fa Povero Perché Noi Diventiamo Ricchi
La Fede Nella Tempesta
Le Parabole Del Regno Di Dio
Gesù Vincitore Del Male
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Santissima Trinità
Pentecoste
Ascensione Del Signore
VI Domenica Di Pasqua B – Il Comandamento dell’Amore
V Domenica Di Pasqua B – Solo Uniti A Cristo Si Ha La Vita E Si Porta Frutto
IV Domenica Di Pasqua B – Gesù, Il Pastore Divino
III Domenica Di Pasqua B – Testimoni Della Resurrezione
II Domenica Di Pasqua B – La Condivisione Dei Beni, Segno Dell’incontro Con Gesù Risorto
Pasqua di Resurrezione – La Resurrezione di Gesù, Fondamento Della Fede
Domenica delle Palme: Passione del Signore B – Dio Si Rivela Sulla Croce
V Domenica Di Quaresima B – Dio Ci Guarisce Oggi In Gesù Cristo
IV Domenica Di Quaresima B – Gesù, Il Profeta Definitivo Di Dio
III Domenica Di Quaresima B – Chiamati alla Santità
II Domenica Di Quaresima B – Il Padre Che Immola Il Figlio Per Amore
I Domenica Di Quaresima B – L’alleanza Con Dio Ci Chiama A Conversione
VI Domenica B – Gesù Ci Guarisce
V Domenica B – Dio Ci Guarisce Oggi In Gesù Cristo
IV Domenica B – Gesù, Il Profeta Definitivo Di Dio
III Domenica B – Chiamati alla Santità
II Domenica B – La Grandezza dell’Uomo