Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
I discepoli avevano chiesto a Gesù: “Signore, insegnaci a pregare!” (Lc 11,1): e Gesù insegna loro una “preghiera modello”, il “Padre nostro” (Mt 6,9-13; Lc 11,1-4).
Se le invocazioni della prima parte del “Padre nostro” sono soprattutto una lode per il progetto d’amore di Dio, oltre che un auspicio che tutti gli uomini lo accettino nella propria vita e rispondano nell’amore all’offerta d’amore di Dio, la seconda parte è formata da vere e proprie richieste.
La preghiera di domanda
Ma alla luce della rivelazione di Dio in Cristo, che senso ha la preghiera di domanda, se Dio è un Padre buono che a tutti provvede con un piano di infinita misericordia? Infatti Gesù ci dice: “Pregando, poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di essere ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate” (Mt 6,7-8). D’altra parte lo stesso Gesù ci esorta: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto” (Lc 11,9-10); e perciò racconta la parabola dell’amico importuno, che ottiene esaudimento dall’altro, già a letto con i bambini, non “per amicizia, … ma per la sua insistenza” (Lc 11,5-8). Gesù ci invita a “pregare sempre, senza stancarsi” (Lc 18,1), e racconta a proposito la parabola del giudice disonesto che dà udienza alla vedova solo perché questa non smette di importunarlo (Lc 18,2-8).
Ma allora come conciliare l’invito a non sprecare parole, perché il Padre sa già tutto, con quello di pregare incessantemente? E poi: Dio ha bisogno di essere “stancato” dalle nostre preghiere per esaudirci? E ci esaudirà solo per la nostra cocciutaggine e non per amore? Anzi, è un “disonesto” (Lc 18,6), che ascolta solo chi lo stressa e non per giustizia? Con che criterio allora Dio esaudisce le nostre preghiere? Conta quindi la loro quantità, se non addirittura le “raccomandazioni” di questo o di quel Santo più “potente” degli altri? Anche i rapporti con l’Altissimo viaggiano con la logica perversa delle relazioni umane, spesso improntate solo sulla petulanza quando non addirittura su bustarelle e tangenti?
Un dialogo con il Papà
Questo è già un fatto stupendo: Dio è colui che mi ascolta, è l’Amico con cui confidarmi, è il Papà buono a cui posso rivolgermi in ogni circostanza, certo di essere capito. Il nostro Dio non è colui che tace, ma è colui che per noi si è fatto Verbo, Parola incarnata (Gv 1,14), con cui posso avere dialogo. Posso sottoporre a lui ogni mio problema, ogni mia ansia, ogni mia angoscia, certo che saranno compresi nel suo Amore.
Richiediamo il nostro massimo bene?
Ma perché talora Dio non ci esaudisce? Una delle risposte che ci dà la Scrittura è che spesso ciò che chiediamo non è il bene più grande per noi. Spesso la logica lungimirante di Dio è diversa dalla nostra (Is 55,8-9; Sap 3,1-8; 4,7-17). Solo Dio sa qual è il supremo bene per noi. E la nostra preghiera non cambia il suo parere, nonostante alcuni antropomorfismi dell’Antico Testamento, come in occasione dell’episodio in cui Abramo parrebbe voler distogliere Dio dall’intenzione di distruggere Sodoma (Gn 18,18-32), o quando Mosè fa recedere Dio dal proposito di sopprimere il popolo idolatra (Es 32, 9-14): “Io sono il Signore, non cambio” (Ml 3,6). Inoltre se Dio cambiasse idea per la nostra preghiera, o avrebbe pensato qualcosa di non bene per noi prima della nostra
supplica, o avrebbe deciso qualcosa che non è il massimo bene per noi dopo la nostra invocazione: è ciò è impossibile, perché l’Amore non può che volere il massimo bene per l’amato.
Spesso quindi non siamo esauditi perché non chiediamo a Dio “i beni per noi convenienti” (Rm 8,26; Gc 4,2-6). La fede è proprio credere al suo Amore, che la sua volontà altro non è che il massimo bene per noi: “Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?” (Rm 8,32).
Chiedere il “miracolo”?
Ma anche se Dio ha preparato per noi beni maggiori, ciò spesso non basta a confortarci di fronte al mancato ottenimento di certe sacrosante richieste in ordine alla salute, alla vita, all’onesta prosperità.
Dio non bara dicendo che la nostra finitudine creaturale è un bene: egli sa che essa è un male, e per questo si pone accanto a noi che soffriamo mandando a noi il suo stesso Figlio che, incarnandosi, morendo e risorgendo, vince per noi malattia e morte e ci fa partecipi della vita divina. Questa è la “volontà di Dio” (Gv 6,38-40.42; 10,17-18; 19,30; Mt 26,39; Eb 10,5-7…), il suo progetto creazionale per noi. Il credente può anche chiedere a Dio il “miracolo”, il suo intervento straordinario sul libero corso della natura e della storia: ma deve credere che il vero “miracolo” che Dio sempre opera per tutti è il dono del Figlio che ci fa risorgere con lui.
Pregare è chiedere: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42)
La vera preghiera del credente è allora di essere incorporato al mistero del Cristo Salvatore, di aderire cioè al progetto di Dio. Pregare è quindi chiedere a Dio l’accettazione della sua “volontà” (Mt 6,10). Pregare è quindi chiedere a Dio la conversione, l’accettazione del suo piano su di noi, l’obbedienza alla sua Parola.
Pregare è chiedere lo Spirito Santo
È per questo che di fronte al brano di Matteo: “Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano” (Mt 7,9-11), Luca, che fa del suo Vangelo un piccolo trattato sulla preghiera, cambia, nel suo testo parallelo, “le cose buone” in “lo Spirito Santo”: “il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono” (Lc 11,11-13); la vera preghiera di domanda è richiedere lo Spirito Santo che ci trasformi secondo il piano di Dio! Nella preghiera non chiedo a Dio di cambiare i suoi piani, chiedo che Dio mi cambi secondo i suoi piani! La vera preghiera, che Dio sempre esaudisce (1 Gv 5,14-15), è quindi sempre richiesta dello Spirito Santo perché ci plasmi, ci trasformi secondo il piano di Dio, realizzando in noi “i disegni di Dio” (Rm 8,26-27).
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
Vangelo di Domenica 24 Luglio: Luca 11, 1-13
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Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
I discepoli avevano chiesto a Gesù: “Signore, insegnaci a pregare!” (Lc 11,1): e Gesù insegna loro una “preghiera modello”, il “Padre nostro” (Mt 6,9-13; Lc 11,1-4).
Se le invocazioni della prima parte del “Padre nostro” sono soprattutto una lode per il progetto d’amore di Dio, oltre che un auspicio che tutti gli uomini lo accettino nella propria vita e rispondano nell’amore all’offerta d’amore di Dio, la seconda parte è formata da vere e proprie richieste.
La preghiera di domanda
Ma alla luce della rivelazione di Dio in Cristo, che senso ha la preghiera di domanda, se Dio è un Padre buono che a tutti provvede con un piano di infinita misericordia? Infatti Gesù ci dice: “Pregando, poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di essere ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate” (Mt 6,7-8). D’altra parte lo stesso Gesù ci esorta: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto” (Lc 11,9-10); e perciò racconta la parabola dell’amico importuno, che ottiene esaudimento dall’altro, già a letto con i bambini, non “per amicizia, … ma per la sua insistenza” (Lc 11,5-8). Gesù ci invita a “pregare sempre, senza stancarsi” (Lc 18,1), e racconta a proposito la parabola del giudice disonesto che dà udienza alla vedova solo perché questa non smette di importunarlo (Lc 18,2-8).
Ma allora come conciliare l’invito a non sprecare parole, perché il Padre sa già tutto, con quello di pregare incessantemente? E poi: Dio ha bisogno di essere “stancato” dalle nostre preghiere per esaudirci? E ci esaudirà solo per la nostra cocciutaggine e non per amore? Anzi, è un “disonesto” (Lc 18,6), che ascolta solo chi lo stressa e non per giustizia? Con che criterio allora Dio esaudisce le nostre preghiere? Conta quindi la loro quantità, se non addirittura le “raccomandazioni” di questo o di quel Santo più “potente” degli altri? Anche i rapporti con l’Altissimo viaggiano con la logica perversa delle relazioni umane, spesso improntate solo sulla petulanza quando non addirittura su bustarelle e tangenti?
Un dialogo con il Papà
Questo è già un fatto stupendo: Dio è colui che mi ascolta, è l’Amico con cui confidarmi, è il Papà buono a cui posso rivolgermi in ogni circostanza, certo di essere capito. Il nostro Dio non è colui che tace, ma è colui che per noi si è fatto Verbo, Parola incarnata (Gv 1,14), con cui posso avere dialogo. Posso sottoporre a lui ogni mio problema, ogni mia ansia, ogni mia angoscia, certo che saranno compresi nel suo Amore.
Richiediamo il nostro massimo bene?
Ma perché talora Dio non ci esaudisce? Una delle risposte che ci dà la Scrittura è che spesso ciò che chiediamo non è il bene più grande per noi. Spesso la logica lungimirante di Dio è diversa dalla nostra (Is 55,8-9; Sap 3,1-8; 4,7-17). Solo Dio sa qual è il supremo bene per noi. E la nostra preghiera non cambia il suo parere, nonostante alcuni antropomorfismi dell’Antico Testamento, come in occasione dell’episodio in cui Abramo parrebbe voler distogliere Dio dall’intenzione di distruggere Sodoma (Gn 18,18-32), o quando Mosè fa recedere Dio dal proposito di sopprimere il popolo idolatra (Es 32, 9-14): “Io sono il Signore, non cambio” (Ml 3,6). Inoltre se Dio cambiasse idea per la nostra preghiera, o avrebbe pensato qualcosa di non bene per noi prima della nostra
supplica, o avrebbe deciso qualcosa che non è il massimo bene per noi dopo la nostra invocazione: è ciò è impossibile, perché l’Amore non può che volere il massimo bene per l’amato.
Spesso quindi non siamo esauditi perché non chiediamo a Dio “i beni per noi convenienti” (Rm 8,26; Gc 4,2-6). La fede è proprio credere al suo Amore, che la sua volontà altro non è che il massimo bene per noi: “Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?” (Rm 8,32).
Chiedere il “miracolo”?
Ma anche se Dio ha preparato per noi beni maggiori, ciò spesso non basta a confortarci di fronte al mancato ottenimento di certe sacrosante richieste in ordine alla salute, alla vita, all’onesta prosperità.
Dio non bara dicendo che la nostra finitudine creaturale è un bene: egli sa che essa è un male, e per questo si pone accanto a noi che soffriamo mandando a noi il suo stesso Figlio che, incarnandosi, morendo e risorgendo, vince per noi malattia e morte e ci fa partecipi della vita divina. Questa è la “volontà di Dio” (Gv 6,38-40.42; 10,17-18; 19,30; Mt 26,39; Eb 10,5-7…), il suo progetto creazionale per noi. Il credente può anche chiedere a Dio il “miracolo”, il suo intervento straordinario sul libero corso della natura e della storia: ma deve credere che il vero “miracolo” che Dio sempre opera per tutti è il dono del Figlio che ci fa risorgere con lui.
Pregare è chiedere: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42)
La vera preghiera del credente è allora di essere incorporato al mistero del Cristo Salvatore, di aderire cioè al progetto di Dio. Pregare è quindi chiedere a Dio l’accettazione della sua “volontà” (Mt 6,10). Pregare è quindi chiedere a Dio la conversione, l’accettazione del suo piano su di noi, l’obbedienza alla sua Parola.
Pregare è chiedere lo Spirito Santo
È per questo che di fronte al brano di Matteo: “Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano” (Mt 7,9-11), Luca, che fa del suo Vangelo un piccolo trattato sulla preghiera, cambia, nel suo testo parallelo, “le cose buone” in “lo Spirito Santo”: “il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono” (Lc 11,11-13); la vera preghiera di domanda è richiedere lo Spirito Santo che ci trasformi secondo il piano di Dio! Nella preghiera non chiedo a Dio di cambiare i suoi piani, chiedo che Dio mi cambi secondo i suoi piani! La vera preghiera, che Dio sempre esaudisce (1 Gv 5,14-15), è quindi sempre richiesta dello Spirito Santo perché ci plasmi, ci trasformi secondo il piano di Dio, realizzando in noi “i disegni di Dio” (Rm 8,26-27).
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
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Spazio Spadoni
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Vangelo di domenica 27 aprile II Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di domenica 20 aprile Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di domenica 13 aprile Domenica delle Palme: Passione del Signore – Luca 22,14-23,56
Vangelo di domenica 06 aprile V Domenica di Quaresima anno C – Giovanni 8, 1-11
Vangelo di domenica 30 marzo IV Domenica di Quaresima anno C – Luca 15, 1 – 3. 11-32
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Vangelo di Domenica 16 Gennaio: Giovanni 2, 1-11
Vangelo di Domenica 9 Gennaio Luca 3, 15-16.21-22
Vangelo di Giovedì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 2 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Sabato 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 26 Dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di Sabato 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 19 Dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di Domenica 12 Dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di Mercoledì 8 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 5 Dicembre: Luca 3, 1-6
Vangelo di Domenica 28 Novembre: Luca 21, 25-28. 34-36
Vangelo di Domenica 21 Novembre: Giovanni 13, 33-37
Vangelo di Domenica 14 Novembre: Marco 13, 24-32
Vangelo di Domenica 7 Novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di Lunedì 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 31 Ottobre: Marco 12, 28-34
Vangelo di Domenica 24 Ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di Domenica 17 Ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Marco 10, 17-31
Vangelo di Domenica 3 Ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di Domenica 26 Settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di Domenica 19 Settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di Domenica 12 Settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di Domenica 5 Settembre: Marco 7, 31-37
Vangelo di Domenica 29 Agosto: Marco 7, 1-8.14-15.21-23
Vangelo di Domenica 22 Agosto: Giovanni 6, 60-70
Vangelo di Domenica 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 8 Agosto: Giovanni 6, 41-51
Vangelo di Domenica 1 Agosto: Giovanni 6, 24-35
Vangelo di Domenica 25 Luglio: Giovanni 6, 1-15
Vangelo di Domenica 18 Luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 11 Luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 4 Luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Martedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 27 Giugno: Marco 5, 21-43
Vangelo di Domenica 20 Giugno: Marco 4, 35-41
Vangelo di Domenica 13 Giugno: Marco 4, 26-34
Vangelo di Domenica 6 Giugno: Marco 14, 12-16.22-26
Vangelo di Martedì 30 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 16 Maggio: Marco 16, 15-20
Vangelo di Domenica 9 Maggio: Giovanni 15, 9-17
Vangelo di Domenica 2 Maggio: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 25 Aprile: Giovanni 10, 11-18
Vangelo di Domenica 18 Aprile: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 11 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Venerdì 2 Aprile: Giovanni 18-19
Vangelo di Giovedì 1 Aprile: Giovanni 13, 1-15
Vangelo di Domenica 28 Marzo: Marco 14-15
Vangelo di Domenica 21 Marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 14 Marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 7 Marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 28 Febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 21 Febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 14 Febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 7 Febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 31 Gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 24 Gennaio: Marco 1, 14-20
Vangelo di Domenica 10 Gennaio: Marco 1, 9-11
Vangelo di Giovedì 7 Gennaio: Giovanni 1, 35-42
Vangelo di Mercoledì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 3 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Venerdì 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 27 Dicembre: Luca 2, 25-38
Vangelo di Venerdì 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 20 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 13 Dicembre: Giovanni 1, 6-8.19-28
Vangelo di Domenica 6 Dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 29 Novembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 22 Novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 15 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 8 Novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 25 Ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 18 Ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 4 Ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 27 Settembre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 20 Settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 13 Settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 6 Settembre