Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
“Continuano le controversie tra Gesù e i suoi oppositori, che a turno tentano di coglierlo in contraddizione con la fede di Israele, con l’insegnamento della tradizione, deposito da essi custodito gelosamente. I sadducei, cioè i sacerdoti (cfr Mt 22,23); i farisei (cfr Mt 22,15), un movimento laicale estremamente legato alla Torah, alla Legge; gli erodiani, partigiani di Erode (Mt 22,16); gli interpreti delle Scritture: tutti vanno da Gesù, mentre egli si trova nel tempio, per porgli domande, per «fargli l’esame» e coglierlo in fallo nelle sue parole… «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». La domanda è pertinente, perché nel giudaismo rabbinico la Legge aveva assunto un posto centrale all’interno della rivelazione scritta: e così i primi cinque libri biblici erano i più studiati e meditati, con un primato su tutti gli altri, quelli dei profeti e dei sapienti. In questo studio della Torah i rabbini avevano individuato, oltre alle dieci parole date da Dio a Mosè (cfr Es 20,2-17; Dt 5,6-22), 613 precetti, come spiega un testo della tradizione ebraica: Rabbi Simlaj disse:
«Sul monte Sinai a Mosè sono stati enunciati 613 comandamenti: 365 negativi, corrispondenti al numero dei giorni dell’anno solare, e 248 positivi, corrispondenti al numero degli organi del corpo umano … Poi venne David, che ridusse questi comandamenti a 11, come sta scritto [nel Sal 15] … Poi venne Isaia che li ridusse a 6, come sta scritto [in Is 33,15-16]… Poi venne Michea che li ridusse a 3, come sta scritto: “Che cosa ti chiede il Signore, se di non praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio?” (Mi 6,8) … Poi venne ancora Isaia e li ridusse a 2, come sta scritto: “Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia»” (Is 56,1) … Infine venne Abacuc e ridusse i comandamenti a uno solo, come sta scritto: “Il giusto vivrà per la sua fede” (Ab 2,4; cfr Rm 1,17; Gal 3,11)” (Talmud babilonese, Makkot 24a)” (E. Bianchi).
L’ebraismo farisaico, nella sua corrente hillelita, ammetteva però sia la facoltà di una gerarchia di prescrizioni, distinguendoli in “leggere” e in “gravi” (Mt 5,19; 23,23), sia la possibilità di riassumere tutta la Legge in un unico “grande precetto” (“kelal gadol”). A Gesù viene posto dai farisei, nel Vangelo odierno (Mt 22,34-40), il quesito su quale fosse, secondo lui, il “kelal gadol”. Gesù risponde citando il comando dello “Shema’”, l’“Ascolta, Israele” di Dt 6,5, che imponeva l’amore verso Dio, soltanto sostituendo “con tutta la forza” del suo testo con la frase “con tutta la mente” (“dianoia”). Fin qui, posizione inattaccabile dai farisei. Ma Gesù va subito oltre, affermando che c’è “un secondo comandamento simile al primo” (22,39), quello dell’amare il prossimo come se stessi. A questi due precetti sono “appesi” (22,40: “krèmatai” sottintende l’ebraico “telujim”) non solo la Torah, ma anche tutto il profetismo, così come due cardini sostengono una porta. “L’associazione dei due precetti dell’amore… è un dato evangelico senza paralleli nell’ebraismo, salvo che nei Testamenti dei dodici Patriarchi, un’opera sospetta di interpolazioni cristiane” (A. Mello).
Afferma Papa Francesco: “Questa risposta di Gesù non è scontata, perché, tra i molteplici precetti della legge ebraica, i più importanti erano i dieci Comandamenti, comunicati direttamente da Dio a Mosè, come condizioni del patto di alleanza con il popolo. Ma Gesù vuole far capire che senza l’amore per Dio e per il prossimo non c’è vera fedeltà a questa alleanza con il Signore. Tu puoi fare tante cose buone, compiere tanti precetti, tante cose buone, ma se tu non hai amore, questo non serve”.
Il richiamo del Vangelo è estremamente importante nell’attuale situazione religiosa, dove spesso la fede è vissuta in maniera privatistica e intimistica, ridotta spesso a culto e liturgia, e non diventa un’ortoprassi che trasforma le nostre relazioni sociali, economiche, politiche. Eppure Dio vuole concretamente essere amato negli uomini:
“20 Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d’Egitto. 21 Non maltratterai la vedova o l’orfano. 22 Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, 23 la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. 24 Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. 25 Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, 26 perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono pietoso” (Es 20,22-26).
Dio vuole essere amato nel “forestiero”, diremmo oggi nell’“extracomunitario”, che non deve essere vessato ma accolto, nella “vedova” e nell’“orfano”, simboli di tutti gli oppressi da sistemi politici che non tutelano i più deboli e gli ultimi; nell’attenzione che la nostra economia non prosperi sulle spalle dei bisognosi ma che sia con loro compartecipazione solidale (“all’indigente… non dovete imporgli alcun interesse”!), nella completa remissione del debito dei poveri (“se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole”), come tante volte inutilmente richiesto dagli ultimi Papi. Scrive l’apostolo Giovanni: “Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Gv 4,20).
Chiediamoci se abbiamo finalmente capito che l’Eucarestia, a cui almeno settimanalmente partecipiamo, è la celebrazione dell’esistenza del Figlio come offerta totale per amore, che ci chiama con forza a diventare anche noi amore agapico per i fratelli, servizio, oblazione, comunione, compartecipazione. Diceva Giovanni Crisostomo: “Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non trascurarlo quando si trova nudo… Colui che ha detto: «Questo è il mio corpo», è il medesimo che ha detto: «Voi mi avete visto affamato e non mi avete nutrito», e «Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a me»”.
Affermava il cardinal Poletto: “Se l’Eucarestia fosse compresa e vissuta nel suo valore fondamentale per la vita cristiana…, anche la grande sfida della pace e della giustizia sociale…, se accolta, porterebbe l’umanità a diventare vera famiglia dei figli di Dio. Questa sfida può essere vinta proprio con quel «surplus» di coraggio nell’amore verso gli altri che i credenti ricevono dalla partecipazione al mistero eucaristico, perché esso porta ciascuno di noi dentro la dinamica della Pasqua del Signore, il quale ci ha dimostrato, morendo sulla croce, che «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13)”.
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
Vangelo di Domenica 29 ottobre: Matteo 22, 34-40
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Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
“Continuano le controversie tra Gesù e i suoi oppositori, che a turno tentano di coglierlo in contraddizione con la fede di Israele, con l’insegnamento della tradizione, deposito da essi custodito gelosamente. I sadducei, cioè i sacerdoti (cfr Mt 22,23); i farisei (cfr Mt 22,15), un movimento laicale estremamente legato alla Torah, alla Legge; gli erodiani, partigiani di Erode (Mt 22,16); gli interpreti delle Scritture: tutti vanno da Gesù, mentre egli si trova nel tempio, per porgli domande, per «fargli l’esame» e coglierlo in fallo nelle sue parole… «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». La domanda è pertinente, perché nel giudaismo rabbinico la Legge aveva assunto un posto centrale all’interno della rivelazione scritta: e così i primi cinque libri biblici erano i più studiati e meditati, con un primato su tutti gli altri, quelli dei profeti e dei sapienti. In questo studio della Torah i rabbini avevano individuato, oltre alle dieci parole date da Dio a Mosè (cfr Es 20,2-17; Dt 5,6-22), 613 precetti, come spiega un testo della tradizione ebraica: Rabbi Simlaj disse:
«Sul monte Sinai a Mosè sono stati enunciati 613 comandamenti: 365 negativi, corrispondenti al numero dei giorni dell’anno solare, e 248 positivi, corrispondenti al numero degli organi del corpo umano … Poi venne David, che ridusse questi comandamenti a 11, come sta scritto [nel Sal 15] … Poi venne Isaia che li ridusse a 6, come sta scritto [in Is 33,15-16]… Poi venne Michea che li ridusse a 3, come sta scritto: “Che cosa ti chiede il Signore, se di non praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio?” (Mi 6,8) … Poi venne ancora Isaia e li ridusse a 2, come sta scritto: “Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia»” (Is 56,1) … Infine venne Abacuc e ridusse i comandamenti a uno solo, come sta scritto: “Il giusto vivrà per la sua fede” (Ab 2,4; cfr Rm 1,17; Gal 3,11)” (Talmud babilonese, Makkot 24a)” (E. Bianchi).
L’ebraismo farisaico, nella sua corrente hillelita, ammetteva però sia la facoltà di una gerarchia di prescrizioni, distinguendoli in “leggere” e in “gravi” (Mt 5,19; 23,23), sia la possibilità di riassumere tutta la Legge in un unico “grande precetto” (“kelal gadol”). A Gesù viene posto dai farisei, nel Vangelo odierno (Mt 22,34-40), il quesito su quale fosse, secondo lui, il “kelal gadol”. Gesù risponde citando il comando dello “Shema’”, l’“Ascolta, Israele” di Dt 6,5, che imponeva l’amore verso Dio, soltanto sostituendo “con tutta la forza” del suo testo con la frase “con tutta la mente” (“dianoia”). Fin qui, posizione inattaccabile dai farisei. Ma Gesù va subito oltre, affermando che c’è “un secondo comandamento simile al primo” (22,39), quello dell’amare il prossimo come se stessi. A questi due precetti sono “appesi” (22,40: “krèmatai” sottintende l’ebraico “telujim”) non solo la Torah, ma anche tutto il profetismo, così come due cardini sostengono una porta. “L’associazione dei due precetti dell’amore… è un dato evangelico senza paralleli nell’ebraismo, salvo che nei Testamenti dei dodici Patriarchi, un’opera sospetta di interpolazioni cristiane” (A. Mello).
Afferma Papa Francesco: “Questa risposta di Gesù non è scontata, perché, tra i molteplici precetti della legge ebraica, i più importanti erano i dieci Comandamenti, comunicati direttamente da Dio a Mosè, come condizioni del patto di alleanza con il popolo. Ma Gesù vuole far capire che senza l’amore per Dio e per il prossimo non c’è vera fedeltà a questa alleanza con il Signore. Tu puoi fare tante cose buone, compiere tanti precetti, tante cose buone, ma se tu non hai amore, questo non serve”.
Il richiamo del Vangelo è estremamente importante nell’attuale situazione religiosa, dove spesso la fede è vissuta in maniera privatistica e intimistica, ridotta spesso a culto e liturgia, e non diventa un’ortoprassi che trasforma le nostre relazioni sociali, economiche, politiche. Eppure Dio vuole concretamente essere amato negli uomini:
“20 Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d’Egitto. 21 Non maltratterai la vedova o l’orfano. 22 Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, 23 la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. 24 Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. 25 Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, 26 perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono pietoso” (Es 20,22-26).
Dio vuole essere amato nel “forestiero”, diremmo oggi nell’“extracomunitario”, che non deve essere vessato ma accolto, nella “vedova” e nell’“orfano”, simboli di tutti gli oppressi da sistemi politici che non tutelano i più deboli e gli ultimi; nell’attenzione che la nostra economia non prosperi sulle spalle dei bisognosi ma che sia con loro compartecipazione solidale (“all’indigente… non dovete imporgli alcun interesse”!), nella completa remissione del debito dei poveri (“se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole”), come tante volte inutilmente richiesto dagli ultimi Papi. Scrive l’apostolo Giovanni: “Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Gv 4,20).
Chiediamoci se abbiamo finalmente capito che l’Eucarestia, a cui almeno settimanalmente partecipiamo, è la celebrazione dell’esistenza del Figlio come offerta totale per amore, che ci chiama con forza a diventare anche noi amore agapico per i fratelli, servizio, oblazione, comunione, compartecipazione. Diceva Giovanni Crisostomo: “Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non trascurarlo quando si trova nudo… Colui che ha detto: «Questo è il mio corpo», è il medesimo che ha detto: «Voi mi avete visto affamato e non mi avete nutrito», e «Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a me»”.
Affermava il cardinal Poletto: “Se l’Eucarestia fosse compresa e vissuta nel suo valore fondamentale per la vita cristiana…, anche la grande sfida della pace e della giustizia sociale…, se accolta, porterebbe l’umanità a diventare vera famiglia dei figli di Dio. Questa sfida può essere vinta proprio con quel «surplus» di coraggio nell’amore verso gli altri che i credenti ricevono dalla partecipazione al mistero eucaristico, perché esso porta ciascuno di noi dentro la dinamica della Pasqua del Signore, il quale ci ha dimostrato, morendo sulla croce, che «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13)”.
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Spazio Spadoni
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Vangelo di domenica 27 aprile II Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di domenica 20 aprile Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di domenica 13 aprile Domenica delle Palme: Passione del Signore – Luca 22,14-23,56
Vangelo di domenica 06 aprile V Domenica di Quaresima anno C – Giovanni 8, 1-11
Vangelo di domenica 30 marzo IV Domenica di Quaresima anno C – Luca 15, 1 – 3. 11-32
Vangelo di domenica 23 marzo III Domenica di Quaresima anno C – Luca 13, 1-9
Vangelo di domenica 16 marzo: II Domenica di Quaresima anno C – Luca 9, 28-36
Vangelo di domenica 09 marzo: I Domenica di Quaresima anno C – Luca 4,1-13
Vangelo di domenica 02 marzo: VII Domenica C: Luca 6, 39-45
Vangelo di domenica 23 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 27-38
Vangelo di domenica 16 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di domenica 09 febbraio: V Domenica C: Luca 5, 1-11
Vangelo di domenica 02 febbraio: Presentazione del Signore C: Luca 2, 22-40
Vangelo di domenica 26 gennaio III Domenica C: Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di domenica 19 gennaio: Giovanni 2,1-11
Vangelo di domenica 12 gennaio: Luca 3,15-22
Vangelo di lunedì 06 gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di domenica 05 gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di mercoledì 1 gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di domenica 29 dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di mercoledì 25 dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di domenica 22 dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di domenica 15 dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di domenica 08 dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di domenica 01 dicembre: Luca 21, 25-28.34-36
Vangelo di domenica 24 novembre: Giovanni 18, 33b-37
Vangelo di domenica 17 novembre: Marco 13,24-32
Vangelo di domenica 10 novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di venerdì 1 novembre: Matteo 5,1-12
Vangelo di domenica 03 novembre: Marco 12, 28b-34
Vangelo di domenica 27 ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di domenica 20 ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di domenica 13 ottobre: Marco 10, 17-30
Vangelo di domenica 06 ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di domenica 29 settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di domenica 22 settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di domenica 15 settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di domenica 08 settembre: Marco 7, 31-35
Vangelo di domenica 01 settembre: Marco 7, 1-8. 14-15. 21-23
Vangelo di domenica 25 agosto: Giovanni 6, 60-69
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Vangelo di domenica 18 agosto: Giovanni 6, 51-58
Vangelo di Domenica 11 agosto: Giovanni 6, 41-51
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Vangelo di Domenica 07 luglio: Marco 6, 1-6
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Vangelo di Domenica 07 aprile: Giovanni 20, 19-31
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Vangelo di Domenica 17 marzo: Giovanni 12, 20-33
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Vangelo di Domenica 03 marzo: Giovanni 2, 13-25
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Vangelo di Domenica 13 Marzo: Luca 9, 28-36
Vangelo di Domenica 6 Marzo: Luca 4, 1-13
Vangelo di Domenica 27 Febbraio: Luca 6, 39-45
Vangelo di Domenica 20 Febbraio: Luca 6, 27-38
Vangelo di Domenica 13 Febbraio: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di Domenica 6 Febbraio: Luca 5, 1-11
Vangelo di Domenica 30 Gennaio Luca 4, 21-30
Vangelo di Domenica 23 Gennaio Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di Domenica 16 Gennaio: Giovanni 2, 1-11
Vangelo di Domenica 9 Gennaio Luca 3, 15-16.21-22
Vangelo di Giovedì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 2 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Sabato 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 26 Dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di Sabato 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 19 Dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di Domenica 12 Dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di Mercoledì 8 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 5 Dicembre: Luca 3, 1-6
Vangelo di Domenica 28 Novembre: Luca 21, 25-28. 34-36
Vangelo di Domenica 21 Novembre: Giovanni 13, 33-37
Vangelo di Domenica 14 Novembre: Marco 13, 24-32
Vangelo di Domenica 7 Novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di Lunedì 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 31 Ottobre: Marco 12, 28-34
Vangelo di Domenica 24 Ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di Domenica 17 Ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Marco 10, 17-31
Vangelo di Domenica 3 Ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di Domenica 26 Settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di Domenica 19 Settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di Domenica 12 Settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di Domenica 5 Settembre: Marco 7, 31-37
Vangelo di Domenica 29 Agosto: Marco 7, 1-8.14-15.21-23
Vangelo di Domenica 22 Agosto: Giovanni 6, 60-70
Vangelo di Domenica 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 8 Agosto: Giovanni 6, 41-51
Vangelo di Domenica 1 Agosto: Giovanni 6, 24-35
Vangelo di Domenica 25 Luglio: Giovanni 6, 1-15
Vangelo di Domenica 18 Luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 11 Luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 4 Luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Martedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 27 Giugno: Marco 5, 21-43
Vangelo di Domenica 20 Giugno: Marco 4, 35-41
Vangelo di Domenica 13 Giugno: Marco 4, 26-34
Vangelo di Domenica 6 Giugno: Marco 14, 12-16.22-26
Vangelo di Martedì 30 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 16 Maggio: Marco 16, 15-20
Vangelo di Domenica 9 Maggio: Giovanni 15, 9-17
Vangelo di Domenica 2 Maggio: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 25 Aprile: Giovanni 10, 11-18
Vangelo di Domenica 18 Aprile: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 11 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Venerdì 2 Aprile: Giovanni 18-19
Vangelo di Giovedì 1 Aprile: Giovanni 13, 1-15
Vangelo di Domenica 28 Marzo: Marco 14-15
Vangelo di Domenica 21 Marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 14 Marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 7 Marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 28 Febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 21 Febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 14 Febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 7 Febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 31 Gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 24 Gennaio: Marco 1, 14-20
Vangelo di Domenica 10 Gennaio: Marco 1, 9-11
Vangelo di Giovedì 7 Gennaio: Giovanni 1, 35-42
Vangelo di Mercoledì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 3 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Venerdì 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 27 Dicembre: Luca 2, 25-38
Vangelo di Venerdì 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 20 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 13 Dicembre: Giovanni 1, 6-8.19-28
Vangelo di Domenica 6 Dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 29 Novembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 22 Novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 15 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 8 Novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 25 Ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 18 Ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 4 Ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 27 Settembre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 20 Settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 13 Settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 6 Settembre