Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it).
Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Con la resurrezione di Lazzaro si conclude la prima parte del Vangelo di Giovanni, il cosiddetto “Libro dei Segni”. Per Giovanni, il “segno” (semeion) è un evento che deve portare alla Fede in Gesù. Giovanni ne racconta sette: il segno del vino a Cana, la guarigione del figlio del funzionario, la guarigione dell’infermo alla piscina di Betzaetà, la moltiplicazione dei pani, il camminare sulle acque, la guarigione di un cieco tale dalla nascita, la resurrezione di Lazzaro. Il segno può portare alla fede, ma Gesù rimprovera una fede troppo basata sui segni (2,23-24; 4,48; 20,28: “Beati quelli che crederanno senza aver veduto!”), e in ogni caso il segno è sotto il primato della Parola che lo esplica (5,46).
Il Libro dei Segni è articolato attorno a sette festività liturgiche ebraiche, citate esplicitamente, nell’arco di due anni. Nella Festa della Dedicazione (Gv 10,22), in cui si celebrava IHWH, con la recita del Salmo 30, come Datore di vita, Gesù, a Betania, la “casa dell’afflizione”, proclama di essere lui stesso la vita, e ne dà segno nella resurrezione di Lazzaro, il cui nome significa “Dio aiuta”.
Gesù è il Dio della vita: è Dio che soffre di fronte alla condizione umana e che si fa ad essa solidale nel dolore (Es 2,24-25). Non è Dio che ci manda il male: il nostro Dio si adira contro il male! “Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò… Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro”: il verbo “embrimasthai” (Gv 11,33.38) non indica tanto “commozione”, quanto “collera”, “ira”: la malattia non è qualcosa verso cui rassegnarsi, ma contro cui sdegnarsi, combattere, lottare. Se siamo nella sofferenza, Dio è al nostro fianco, piange con noi, si adira con noi; e interviene a darci la vita, anche se talora non come vorremmo noi: talora aspetta il “terzo giorno” (v. 6): “Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!»” (Gv 11,6-8).
Ma in ogni caso ogni malattia o morte è per la sua Gloria, perché egli trionferà sul male e ridarà la vita: è questa la stupenda certezza cristiana: “Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato»… Disse Gesù (a Marta): «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?»” (Gv 11,4.40).
Il Vangelo odierno è anche un racconto esemplificativo del cammino di fede del cristiano. Ne sono tipo i discepoli, che non comprendono perché il Cristo, Figlio di Dio, debba andare a soffrire (v. 8), che non capiscono il mistero della malattia di Lazzaro e perché Gesù tardi ad intervenire (vv. 12-14): è l’obiezione del mondo, personificato dai Giudei (v. 37), su perché Dio permetta il dolore umano e non intervenga, se è Onnipotente. Ma in fondo i discepoli, per bocca di Tommaso, intuiscono il “misterium crucis”, e in qualche modo sono coloro che accettano di “andare a morire con lui”: “Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, il Gemello, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!»” (Gv 11,16).
Anche Marta è tipo del cristiano: avverte Gesù di essere nel bisogno (v. 3), fa esodo verso di lui (v. 20), si rivolge a lui con titoli elevati (“Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”: vv. 20-21): ma la sua fede è inadeguata. Non ha ancora capito che è Gesù la vita stessa (v. 24). Prima afferma: “Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà” (v. 22), che sembrerebbe esprimere fede indiscussa, ma poi emerge subito l’incredulità del v. 39: “Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni»”.
Ma Gesù richiama il credente al cuore della fede: la Cristologia. Se accettiamo lui, abbiamo la vita eterna: chi crede in lui, vedrà la Gloria di Dio (v. 40). Marta è come noi: professiamo con la bocca che la luce e la vita sono venute nel mondo, ma il nostro cuore è ancora incerto, vacillante.
Altro modello del discepolo è Maria: è la dimensione contemplativa (vv. 2.20.32; Lc 10,39; Gv 12,3), è l’adorazione, la liturgia, la dimensione sacerdotale del credente che, pur in una fede imperfetta, porta a Dio, nelle lacrime, la sofferenza dell’uomo.
Pure Lazzaro è tipo del credente: è l’amico di Dio (v. 3), colui a cui il Signore vuole molto bene (v. 5): ma, lontano dal Cristo, si ammala e muore (vv. 21.32), imputridisce (v. 39).
Gesù, per intercessione della comunità, va alla ricerca dell’uomo anche se questi non fa nulla per invocarlo: ci viene a scovare là dove siamo, scende nei nostri sepolcri, indipendentemente dai nostri meriti. E ci chiama a “uscir fuori” (v. 43) dalla nostra condizione di morti imputriditi, e ci risuscita. Ma noi spesso restiamo mummie incapaci di muoverci: Gesù ordina alla comunità di sciogliere i nostri legami e renderci capaci di “andare” (v. 44) dietro di lui, coinvolti nel mistero pasquale di morte e resurrezione.
Buona Misericordia a tutti!
Vangelo di Domenica 26 marzo: Giovanni 11, 1-45
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Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it).
Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Con la resurrezione di Lazzaro si conclude la prima parte del Vangelo di Giovanni, il cosiddetto “Libro dei Segni”. Per Giovanni, il “segno” (semeion) è un evento che deve portare alla Fede in Gesù. Giovanni ne racconta sette: il segno del vino a Cana, la guarigione del figlio del funzionario, la guarigione dell’infermo alla piscina di Betzaetà, la moltiplicazione dei pani, il camminare sulle acque, la guarigione di un cieco tale dalla nascita, la resurrezione di Lazzaro. Il segno può portare alla fede, ma Gesù rimprovera una fede troppo basata sui segni (2,23-24; 4,48; 20,28: “Beati quelli che crederanno senza aver veduto!”), e in ogni caso il segno è sotto il primato della Parola che lo esplica (5,46).
Il Libro dei Segni è articolato attorno a sette festività liturgiche ebraiche, citate esplicitamente, nell’arco di due anni. Nella Festa della Dedicazione (Gv 10,22), in cui si celebrava IHWH, con la recita del Salmo 30, come Datore di vita, Gesù, a Betania, la “casa dell’afflizione”, proclama di essere lui stesso la vita, e ne dà segno nella resurrezione di Lazzaro, il cui nome significa “Dio aiuta”.
Gesù è il Dio della vita: è Dio che soffre di fronte alla condizione umana e che si fa ad essa solidale nel dolore (Es 2,24-25). Non è Dio che ci manda il male: il nostro Dio si adira contro il male! “Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò… Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro”: il verbo “embrimasthai” (Gv 11,33.38) non indica tanto “commozione”, quanto “collera”, “ira”: la malattia non è qualcosa verso cui rassegnarsi, ma contro cui sdegnarsi, combattere, lottare. Se siamo nella sofferenza, Dio è al nostro fianco, piange con noi, si adira con noi; e interviene a darci la vita, anche se talora non come vorremmo noi: talora aspetta il “terzo giorno” (v. 6): “Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!»” (Gv 11,6-8).
Ma in ogni caso ogni malattia o morte è per la sua Gloria, perché egli trionferà sul male e ridarà la vita: è questa la stupenda certezza cristiana: “Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato»… Disse Gesù (a Marta): «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?»” (Gv 11,4.40).
Il Vangelo odierno è anche un racconto esemplificativo del cammino di fede del cristiano. Ne sono tipo i discepoli, che non comprendono perché il Cristo, Figlio di Dio, debba andare a soffrire (v. 8), che non capiscono il mistero della malattia di Lazzaro e perché Gesù tardi ad intervenire (vv. 12-14): è l’obiezione del mondo, personificato dai Giudei (v. 37), su perché Dio permetta il dolore umano e non intervenga, se è Onnipotente. Ma in fondo i discepoli, per bocca di Tommaso, intuiscono il “misterium crucis”, e in qualche modo sono coloro che accettano di “andare a morire con lui”: “Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, il Gemello, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!»” (Gv 11,16).
Anche Marta è tipo del cristiano: avverte Gesù di essere nel bisogno (v. 3), fa esodo verso di lui (v. 20), si rivolge a lui con titoli elevati (“Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”: vv. 20-21): ma la sua fede è inadeguata. Non ha ancora capito che è Gesù la vita stessa (v. 24). Prima afferma: “Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà” (v. 22), che sembrerebbe esprimere fede indiscussa, ma poi emerge subito l’incredulità del v. 39: “Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni»”.
Ma Gesù richiama il credente al cuore della fede: la Cristologia. Se accettiamo lui, abbiamo la vita eterna: chi crede in lui, vedrà la Gloria di Dio (v. 40). Marta è come noi: professiamo con la bocca che la luce e la vita sono venute nel mondo, ma il nostro cuore è ancora incerto, vacillante.
Altro modello del discepolo è Maria: è la dimensione contemplativa (vv. 2.20.32; Lc 10,39; Gv 12,3), è l’adorazione, la liturgia, la dimensione sacerdotale del credente che, pur in una fede imperfetta, porta a Dio, nelle lacrime, la sofferenza dell’uomo.
Pure Lazzaro è tipo del credente: è l’amico di Dio (v. 3), colui a cui il Signore vuole molto bene (v. 5): ma, lontano dal Cristo, si ammala e muore (vv. 21.32), imputridisce (v. 39).
Gesù, per intercessione della comunità, va alla ricerca dell’uomo anche se questi non fa nulla per invocarlo: ci viene a scovare là dove siamo, scende nei nostri sepolcri, indipendentemente dai nostri meriti. E ci chiama a “uscir fuori” (v. 43) dalla nostra condizione di morti imputriditi, e ci risuscita. Ma noi spesso restiamo mummie incapaci di muoverci: Gesù ordina alla comunità di sciogliere i nostri legami e renderci capaci di “andare” (v. 44) dietro di lui, coinvolti nel mistero pasquale di morte e resurrezione.
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
Per approfondire
Vangelo di Domenica 19 marzo: Giovanni 9, 1-41
Vangelo di Domenica 12 marzo: Giovanni 4, 5-42
Santo del giorno 26 marzo: beata Maddalena Morano
Il Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2023
I 10 suggerimenti di Papa Francesco per la Quaresima
Fonte dell’articolo
Spazio Spadoni
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Vangelo di domenica 20 aprile Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di domenica 13 aprile Domenica delle Palme: Passione del Signore – Luca 22,14-23,56
Vangelo di domenica 06 aprile V Domenica di Quaresima anno C – Giovanni 8, 1-11
Vangelo di domenica 30 marzo IV Domenica di Quaresima anno C – Luca 15, 1 – 3. 11-32
Vangelo di domenica 23 marzo III Domenica di Quaresima anno C – Luca 13, 1-9
Vangelo di domenica 16 marzo: II Domenica di Quaresima anno C – Luca 9, 28-36
Vangelo di domenica 09 marzo: I Domenica di Quaresima anno C – Luca 4,1-13
Vangelo di domenica 02 marzo: VII Domenica C: Luca 6, 39-45
Vangelo di domenica 23 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 27-38
Vangelo di domenica 16 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di domenica 09 febbraio: V Domenica C: Luca 5, 1-11
Vangelo di domenica 02 febbraio: Presentazione del Signore C: Luca 2, 22-40
Vangelo di domenica 26 gennaio III Domenica C: Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di domenica 19 gennaio: Giovanni 2,1-11
Vangelo di domenica 12 gennaio: Luca 3,15-22
Vangelo di lunedì 06 gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di domenica 05 gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di mercoledì 1 gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di domenica 29 dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di mercoledì 25 dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di domenica 22 dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di domenica 15 dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di domenica 08 dicembre: Luca 1, 26-38
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Vangelo di domenica 24 novembre: Giovanni 18, 33b-37
Vangelo di domenica 17 novembre: Marco 13,24-32
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Vangelo di venerdì 1 novembre: Matteo 5,1-12
Vangelo di domenica 03 novembre: Marco 12, 28b-34
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Vangelo di domenica 20 ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di domenica 13 ottobre: Marco 10, 17-30
Vangelo di domenica 06 ottobre: Marco 10, 2-16
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Vangelo di Domenica 21 luglio: Marco 6, 30-34
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Vangelo di Domenica 26 maggio: Matteo 28, 16-20
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Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
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Vangelo di Domenica 17 marzo: Giovanni 12, 20-33
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Vangelo di Domenica 03 marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 25 febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 18 febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 11 febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 04 febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 28 gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 21 gennaio: Marco 1, 14-20
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Vangelo di Lunedì 25 dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 24 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 17 dicembre: Giovanni 1, 6-8. 19-28
Vangelo di Venerdì 8 dicembre: Luca 1, 26-38
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Vangelo di Domenica 03 dicembre: Marco 13, 33-37
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Vangelo di Domenica 19 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 12 novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 5 novembre: Matteo 23, 1-12
Vangelo di Mercoledì 1 novembre: Matteo 5, 1-12
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Vangelo di Domenica 22 ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 15 ottobre: Matteo 22, 1-14
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Vangelo di Domenica 1 ottobre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 24 settembre: Matteo 20, 1-16
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Vangelo di Domenica 10 Aprile: Luca 22, 14-23, 56
Vangelo di Domenica 3 Aprile: Giovanni 8, 1-11
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Vangelo di Domenica 20 Febbraio: Luca 6, 27-38
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Vangelo di Domenica 23 Gennaio Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di Domenica 16 Gennaio: Giovanni 2, 1-11
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Vangelo di Sabato 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
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Vangelo di Lunedì 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
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Vangelo di Domenica 24 Ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di Domenica 17 Ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Marco 10, 17-31
Vangelo di Domenica 3 Ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di Domenica 26 Settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di Domenica 19 Settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di Domenica 12 Settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di Domenica 5 Settembre: Marco 7, 31-37
Vangelo di Domenica 29 Agosto: Marco 7, 1-8.14-15.21-23
Vangelo di Domenica 22 Agosto: Giovanni 6, 60-70
Vangelo di Domenica 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 8 Agosto: Giovanni 6, 41-51
Vangelo di Domenica 1 Agosto: Giovanni 6, 24-35
Vangelo di Domenica 25 Luglio: Giovanni 6, 1-15
Vangelo di Domenica 18 Luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 11 Luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 4 Luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Martedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 27 Giugno: Marco 5, 21-43
Vangelo di Domenica 20 Giugno: Marco 4, 35-41
Vangelo di Domenica 13 Giugno: Marco 4, 26-34
Vangelo di Domenica 6 Giugno: Marco 14, 12-16.22-26
Vangelo di Martedì 30 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 16 Maggio: Marco 16, 15-20
Vangelo di Domenica 9 Maggio: Giovanni 15, 9-17
Vangelo di Domenica 2 Maggio: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 25 Aprile: Giovanni 10, 11-18
Vangelo di Domenica 18 Aprile: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 11 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Venerdì 2 Aprile: Giovanni 18-19
Vangelo di Giovedì 1 Aprile: Giovanni 13, 1-15
Vangelo di Domenica 28 Marzo: Marco 14-15
Vangelo di Domenica 21 Marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 14 Marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 7 Marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 28 Febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 21 Febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 14 Febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 7 Febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 31 Gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 24 Gennaio: Marco 1, 14-20
Vangelo di Domenica 10 Gennaio: Marco 1, 9-11
Vangelo di Giovedì 7 Gennaio: Giovanni 1, 35-42
Vangelo di Mercoledì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 3 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Venerdì 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 27 Dicembre: Luca 2, 25-38
Vangelo di Venerdì 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 20 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 13 Dicembre: Giovanni 1, 6-8.19-28
Vangelo di Domenica 6 Dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 29 Novembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 22 Novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 15 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 8 Novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 25 Ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 18 Ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 4 Ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 27 Settembre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 20 Settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 13 Settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 6 Settembre