Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Quando si legge la Bibbia, bisogna ricordarsi che in essa tutti i numeri non hanno tanto un valore oggettivo, quanto invece simbolico. Il Libro della Genesi, al capitolo dieci (Gn 10,1-32), presenta la “Tavola delle nazioni”, cioè l’elenco dei Popoli creati da Dio. Tutti i capostipiti delle nazioni sono in numero di 70, multiplo perfetto del 7, sacro per eccellenza (7 x 10).
La traduzione in greco della Bibbia, quella detta dei LXX, parla invece della creazione di 72 popoli. In ogni caso “era la Bibbia greca quella che Luca, quando scrive il suo Vangelo, aveva a disposizione” (O. Da Spinetoli): quella Bibbia che afferma che i popoli creati da Dio sono 72. Per questo Luca scrive: “Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” (Lc 10,1).
In realtà anche gli Anziani di Israele su cui scende lo Spirito di Dio sono 72, perché ai 70 Anziani radunati nella Tenda del Convegno vanno aggiunti Eldad e Medad, che erano rimasti nell’accampamento (Nm 11,25-26), come sottolineerà sempre lo Zohar, il libro più importante della tradizione cabalistica. Si osservi che il numero 72 corrisponde anche al nome di Dio (IHWH) secondo la gematria, la scienza teologica ebraica che dà un valore numerico ad ogni lettera (come avviene anche nel mondo latino, dove i numeri erano rappresentati da lettere): la somma dei valori delle singole lettere dà un numero che a sua volta definisce una persona o una cosa.
Quindi il numero 72 è al contempo simbolo di universalità e richiama il Nome santo di Dio stesso. I discepoli sono quindi inviati, secondo il simbolismo ebraico, ad evangelizzare tutte le genti. “Al di là della questione se sono 70 o 72, il significato è chiaro: la Parola data ad Israele deve raggiungere tutti i figli di Dio, tutti i popoli. E 72 (i popoli) più 12 (le tribù di Israele) fanno 84, cioè 7 volte 12: la totalità (7) degli uomini è popolo di Dio (12)!” (S. Fausti).
Anche un semplice valore numerico, per chi approfondisce con amore e passione la Sacra Scrittura, può dischiudere rivelazioni meravigliose…
“Gesù intravede la messe abbondante, i campi che biondeggiano, ma constata la scarsità degli operai che dovranno mietere. È stato così al tempo di Gesù, è stato così lungo la storia della Chiesa, è così anche oggi…! La chiamata di un missionario avviene a causa della preghiera della Chiesa, la missione deve sempre scaturire dalla preghiera (Lc 6,12-13), il lavoro della mietitura va fatto nella preghiera” (E. Bianchi).
Gesù manda i discepoli a due a due, perché vivano innanzitutto in comunione e siano l’uno sostegno per l’altro: la missione è azione di tutta la Chiesa, non di singoli. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha ribadito: “La Chiesa peregrinante è per sua natura missionaria” (Ad gentes, n. 2); ed ha invitato “ciascuna comunità… ad allargare la vasta trama della sua carità fino ai confini della terra, dimostrando per quelli che sono lontani la stessa sollecitudine che ha per coloro che sono i suoi propri membri”.
Gesù è il modello dell’apostolo che non fa vita solitaria, come gli antichi profeti: egli vive in comunità, e per la vita comunitaria ha chiesto ai suoi l’abbandono di casa, famiglia, moglie (Mc 10,28-31). Egli invia a due a due i suoi discepoli non solo per dare una testimonianza valida secondo la legge giudaica (Dt 19,15), ma proprio per dare esempio di vita fraterna. Non siamo chiamati ad una fede privatistica, né ad una testimonianza individuale. Per questo nel Vangelo e negli Atti spesso vediamo presentate coppie “celebri” di discepoli, segno di una prassi di condivisione di vita e di annuncio: Pietro e Giovanni, Giovanni e Andrea, Cleopa e l’altro discepolo, Barnaba e Paolo, Giuda e Sila, Barnaba e Marco, Paolo e Sila, Andronico e Giunia… Annunciatrice di Colui che è Amore (1 Gv 4,8), la Chiesa dovrà innanzitutto esserne segno visibile: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
Oltre che alla vita comune nell’agape, la chiamata per la chiesa è ad una povertà radicale (Lc 10,4). L’essenza dello “stare con lui” (Mc 3,14) è essere poveri come lui (Lc 8,58): la fede è porre la nostra sicurezza solo di Dio, è affidarsi solo a lui, come gli uccelli del cielo e i gigli del campo (Mt 6,25-35), è vivere solo di lui. La povertà è vero e indispensabile sacramento, cioè segno efficace della fede in Dio. Senza povertà non c’è fede, se non a parole (At 3,4-6). I discepoli non dovranno portare con sé neanche il pane (Mc 6,8): hanno infatti “con sé sulla barca il pane unico” (Mc 8,14), Gesù Cristo stesso! Al credente, Dio basta: la missione è testimoniare questo con la propria vita.
Conclude Papa Francesco: “Dice il Vangelo che quei settantadue tornarono dalla loro missione pieni di gioia, perché avevano sperimentato la potenza del Nome di Cristo contro il male. Gesù lo conferma: a questi discepoli Lui dà la forza di sconfiggere il maligno. Ma aggiunge: «Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). Non dobbiamo vantarci come se fossimo noi i protagonisti: protagonista è uno solo, è il Signore! Protagonista è la grazia del Signore! Lui è l’unico protagonista! E la nostra gioia è solo questa: essere suoi discepoli, suoi amici”.
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
Vangelo di Domenica 3 Luglio: Luca 10, 1-20
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Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Quando si legge la Bibbia, bisogna ricordarsi che in essa tutti i numeri non hanno tanto un valore oggettivo, quanto invece simbolico. Il Libro della Genesi, al capitolo dieci (Gn 10,1-32), presenta la “Tavola delle nazioni”, cioè l’elenco dei Popoli creati da Dio. Tutti i capostipiti delle nazioni sono in numero di 70, multiplo perfetto del 7, sacro per eccellenza (7 x 10).
La traduzione in greco della Bibbia, quella detta dei LXX, parla invece della creazione di 72 popoli. In ogni caso “era la Bibbia greca quella che Luca, quando scrive il suo Vangelo, aveva a disposizione” (O. Da Spinetoli): quella Bibbia che afferma che i popoli creati da Dio sono 72. Per questo Luca scrive: “Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” (Lc 10,1).
In realtà anche gli Anziani di Israele su cui scende lo Spirito di Dio sono 72, perché ai 70 Anziani radunati nella Tenda del Convegno vanno aggiunti Eldad e Medad, che erano rimasti nell’accampamento (Nm 11,25-26), come sottolineerà sempre lo Zohar, il libro più importante della tradizione cabalistica. Si osservi che il numero 72 corrisponde anche al nome di Dio (IHWH) secondo la gematria, la scienza teologica ebraica che dà un valore numerico ad ogni lettera (come avviene anche nel mondo latino, dove i numeri erano rappresentati da lettere): la somma dei valori delle singole lettere dà un numero che a sua volta definisce una persona o una cosa.
Quindi il numero 72 è al contempo simbolo di universalità e richiama il Nome santo di Dio stesso. I discepoli sono quindi inviati, secondo il simbolismo ebraico, ad evangelizzare tutte le genti. “Al di là della questione se sono 70 o 72, il significato è chiaro: la Parola data ad Israele deve raggiungere tutti i figli di Dio, tutti i popoli. E 72 (i popoli) più 12 (le tribù di Israele) fanno 84, cioè 7 volte 12: la totalità (7) degli uomini è popolo di Dio (12)!” (S. Fausti).
Anche un semplice valore numerico, per chi approfondisce con amore e passione la Sacra Scrittura, può dischiudere rivelazioni meravigliose…
“Gesù intravede la messe abbondante, i campi che biondeggiano, ma constata la scarsità degli operai che dovranno mietere. È stato così al tempo di Gesù, è stato così lungo la storia della Chiesa, è così anche oggi…! La chiamata di un missionario avviene a causa della preghiera della Chiesa, la missione deve sempre scaturire dalla preghiera (Lc 6,12-13), il lavoro della mietitura va fatto nella preghiera” (E. Bianchi).
Gesù manda i discepoli a due a due, perché vivano innanzitutto in comunione e siano l’uno sostegno per l’altro: la missione è azione di tutta la Chiesa, non di singoli. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha ribadito: “La Chiesa peregrinante è per sua natura missionaria” (Ad gentes, n. 2); ed ha invitato “ciascuna comunità… ad allargare la vasta trama della sua carità fino ai confini della terra, dimostrando per quelli che sono lontani la stessa sollecitudine che ha per coloro che sono i suoi propri membri”.
Gesù è il modello dell’apostolo che non fa vita solitaria, come gli antichi profeti: egli vive in comunità, e per la vita comunitaria ha chiesto ai suoi l’abbandono di casa, famiglia, moglie (Mc 10,28-31). Egli invia a due a due i suoi discepoli non solo per dare una testimonianza valida secondo la legge giudaica (Dt 19,15), ma proprio per dare esempio di vita fraterna. Non siamo chiamati ad una fede privatistica, né ad una testimonianza individuale. Per questo nel Vangelo e negli Atti spesso vediamo presentate coppie “celebri” di discepoli, segno di una prassi di condivisione di vita e di annuncio: Pietro e Giovanni, Giovanni e Andrea, Cleopa e l’altro discepolo, Barnaba e Paolo, Giuda e Sila, Barnaba e Marco, Paolo e Sila, Andronico e Giunia… Annunciatrice di Colui che è Amore (1 Gv 4,8), la Chiesa dovrà innanzitutto esserne segno visibile: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
Oltre che alla vita comune nell’agape, la chiamata per la chiesa è ad una povertà radicale (Lc 10,4). L’essenza dello “stare con lui” (Mc 3,14) è essere poveri come lui (Lc 8,58): la fede è porre la nostra sicurezza solo di Dio, è affidarsi solo a lui, come gli uccelli del cielo e i gigli del campo (Mt 6,25-35), è vivere solo di lui. La povertà è vero e indispensabile sacramento, cioè segno efficace della fede in Dio. Senza povertà non c’è fede, se non a parole (At 3,4-6). I discepoli non dovranno portare con sé neanche il pane (Mc 6,8): hanno infatti “con sé sulla barca il pane unico” (Mc 8,14), Gesù Cristo stesso! Al credente, Dio basta: la missione è testimoniare questo con la propria vita.
Conclude Papa Francesco: “Dice il Vangelo che quei settantadue tornarono dalla loro missione pieni di gioia, perché avevano sperimentato la potenza del Nome di Cristo contro il male. Gesù lo conferma: a questi discepoli Lui dà la forza di sconfiggere il maligno. Ma aggiunge: «Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). Non dobbiamo vantarci come se fossimo noi i protagonisti: protagonista è uno solo, è il Signore! Protagonista è la grazia del Signore! Lui è l’unico protagonista! E la nostra gioia è solo questa: essere suoi discepoli, suoi amici”.
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
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Spazio Spadoni
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Vangelo di domenica 04 maggio: III Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 8, 1-11
Vangelo di domenica 27 aprile II Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di domenica 20 aprile Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di domenica 13 aprile Domenica delle Palme: Passione del Signore – Luca 22,14-23,56
Vangelo di domenica 06 aprile V Domenica di Quaresima anno C – Giovanni 8, 1-11
Vangelo di domenica 30 marzo IV Domenica di Quaresima anno C – Luca 15, 1 – 3. 11-32
Vangelo di domenica 23 marzo III Domenica di Quaresima anno C – Luca 13, 1-9
Vangelo di domenica 16 marzo: II Domenica di Quaresima anno C – Luca 9, 28-36
Vangelo di domenica 09 marzo: I Domenica di Quaresima anno C – Luca 4,1-13
Vangelo di domenica 02 marzo: VII Domenica C: Luca 6, 39-45
Vangelo di domenica 23 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 27-38
Vangelo di domenica 16 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di domenica 09 febbraio: V Domenica C: Luca 5, 1-11
Vangelo di domenica 02 febbraio: Presentazione del Signore C: Luca 2, 22-40
Vangelo di domenica 26 gennaio III Domenica C: Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di domenica 19 gennaio: Giovanni 2,1-11
Vangelo di domenica 12 gennaio: Luca 3,15-22
Vangelo di lunedì 06 gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di domenica 05 gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di mercoledì 1 gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di domenica 29 dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di mercoledì 25 dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di domenica 22 dicembre: Luca 1, 39-45
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Vangelo di domenica 17 novembre: Marco 13,24-32
Vangelo di domenica 10 novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di venerdì 1 novembre: Matteo 5,1-12
Vangelo di domenica 03 novembre: Marco 12, 28b-34
Vangelo di domenica 27 ottobre: Marco 10, 46-52
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Vangelo di domenica 13 ottobre: Marco 10, 17-30
Vangelo di domenica 06 ottobre: Marco 10, 2-16
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Vangelo di domenica 15 settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di domenica 08 settembre: Marco 7, 31-35
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Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
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Vangelo di Domenica 16 Gennaio: Giovanni 2, 1-11
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Vangelo di Domenica 26 Dicembre: Luca 2, 41-52
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Vangelo di Domenica 12 Dicembre: Luca 3, 10-18
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Vangelo di Domenica 5 Dicembre: Luca 3, 1-6
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Vangelo di Domenica 22 Agosto: Giovanni 6, 60-70
Vangelo di Domenica 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 8 Agosto: Giovanni 6, 41-51
Vangelo di Domenica 1 Agosto: Giovanni 6, 24-35
Vangelo di Domenica 25 Luglio: Giovanni 6, 1-15
Vangelo di Domenica 18 Luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 11 Luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 4 Luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Martedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 27 Giugno: Marco 5, 21-43
Vangelo di Domenica 20 Giugno: Marco 4, 35-41
Vangelo di Domenica 13 Giugno: Marco 4, 26-34
Vangelo di Domenica 6 Giugno: Marco 14, 12-16.22-26
Vangelo di Martedì 30 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 16 Maggio: Marco 16, 15-20
Vangelo di Domenica 9 Maggio: Giovanni 15, 9-17
Vangelo di Domenica 2 Maggio: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 25 Aprile: Giovanni 10, 11-18
Vangelo di Domenica 18 Aprile: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 11 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Venerdì 2 Aprile: Giovanni 18-19
Vangelo di Giovedì 1 Aprile: Giovanni 13, 1-15
Vangelo di Domenica 28 Marzo: Marco 14-15
Vangelo di Domenica 21 Marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 14 Marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 7 Marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 28 Febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 21 Febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 14 Febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 7 Febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 31 Gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 24 Gennaio: Marco 1, 14-20
Vangelo di Domenica 10 Gennaio: Marco 1, 9-11
Vangelo di Giovedì 7 Gennaio: Giovanni 1, 35-42
Vangelo di Mercoledì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 3 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Venerdì 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 27 Dicembre: Luca 2, 25-38
Vangelo di Venerdì 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 20 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 13 Dicembre: Giovanni 1, 6-8.19-28
Vangelo di Domenica 6 Dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 29 Novembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 22 Novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 15 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 8 Novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 25 Ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 18 Ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 4 Ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 27 Settembre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 20 Settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 13 Settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 6 Settembre