Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
L’Eucarestia “mimo” profetico
Farsi mangiare dagli uomini: Quando Gesù istituisce l’Eucarestia, opera anzitutto un mimo profetico, una gestualità che, sullo stile dei grandi Profeti dell’Antico testamento, vuole darci importanti rivelazioni. Quanto compie nell’ultima cena è “l’ultima parabola di Gesù” (J. Jeremias). Porgendo il pane, dice: “Questo è il mio corpo dato per voi”; offrendo il calice: “Questo è il mio sangue, versato per voi” (Lc 22,19-20): il primo significato di questa azione è che egli si è donato totalmente agli uomini, che la sua vita è stata oblazione piena per la vita dei fratelli, che si è interamente consumato per essi, e che egli è diventato, offrendosi per loro come il pane e il vino, il loro sostegno e la loro sopravvivenza. “Davanti ai suoi discepoli Gesù fa un mimo della sua morte, rappresentandola davanti a loro; è l’atteggiamento di un profeta e di un martire che porta la missione fino al suo compimento” (A. Marchadour).
La volontarietà del dono: Due sono le sottolineature che Gesù vuole dare al suo gesto. La prima è l’assoluta volontarietà del suo donarsi: il suo farsi uomo fino alla morte non è dato dall’ineluttabilità del caso, ma è sua libera scelta d’amore (Gv 10,18). Gesù accetta quindi volontariamente fino in fondo la sua condivisione con l’uomo: non si tira indietro, non fugge. Deliberatamente si offre.
La totalità del dono: Il secondo aspetto del mimo profetico è l’assoluta totalità del suo donarsi: Cristo, “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 13,1), fino al supremo compimento dell’amore, che è dare la vita per coloro che si amano (cfr Gv 15,13): il pane mangiato e il vino bevuto sono il segno di questo “consumarsi” per i suoi, farsi tutto per essi.
Il comando di imitare Gesù: Due comandi accompagnano l’azione profetica: il primo è: “Prendete, mangiate…; bevete” (Mc 14,22): i discepoli non sono solo oggetto passivo di questa autodonazione del Cristo, ma sono invitati a prenderne parte attiva, a partecipare al suo amore, ad accettare la sua vita come dono, a riempirsi consapevolmente e responsabilmente di lui. Da questo nasce il secondo comando: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19; 1 Cor 11,24): Gesù ordina che anche i suoi discepoli si facciano pane e bevanda per gli altri, divengano cibo per tutti, si lascino “mangiare” dai fratelli.
L’importanza del mimo eucaristico: Nella lettura biblica del mimo il primo significato è quindi l’invito al dono totale agli altri, sull’esempio del Maestro. Gli altri significati (la presenza reale di Cristo, il sacrificio della Nuova Alleanza, un segno escatologico…), ci sono certamente, ma sono a questo secondari e da questo traggono luce e comprensione.
“Carne e sangue”
“Basar” e “wadam”, carne e sangue, erano anche le due parti del sacrificio dell’Alleanza. Ma ormai non ci sono altre vittime sacrificali da offrire, non ci sono più agnelli da immolare; Gesù è colui che si è immolato per noi, e ci ha riconciliati in maniera definitiva con il Padre.
La simbologia del vino ha caratteri molto complessi nella letteratura biblica: è simbolo dell’Alleanza tra Dio e gli uomini dopo il diluvio (Gen 9,20-21), è il suggello dell’unione d’amore tra l’amato e l’amata (Ct 1,2-4; 2,4; 7,3-10), e Gesù stesso si presenta come “la vera vite” (Gv 15,1).
L’Eucarestia cibo per la vita
Mangiare è indispensabile per vivere: l’Eucarestia è cibo per la vita: “Gesù rispose: «Io sono il pane della vita… Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda»” (Gv 6,35.48.51.55).
L’Eucarestia ci assimila a Cristo
Per gli ebrei, il cibo non diventava la persona che lo mangia, ma la persona che mangia diventa come il cibo ingerito: ecco perché c’era tanta attenzione ai cibi “puri” e a quelli “impuri”. Il pane e il vino eucaristici che mangiamo non diventano quindi parte di noi, ma noi diventiamo il Cristo stesso che mangiamo. Mangiando del pane e bevendo del vino eucaristico ci si “cristifica”, ci si trasforma nel Signore: “Gesù disse: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno»” (Gv 6,53-54.56-57). Nutrendoci di Cristo diventiamo lui! Diceva Massimo il Confessore (580-662): “L’Eucarestia trasforma i fedeli in se stessa”.
L’Eucarestia “pasto di comunione” con Dio
Nell’Antico Testamento spesso si parla dei “pasti di comunione”. L’Eucarestia è momento comunitario per eccellenza (1 Cor 10,16-18). Non è un caso che l’Eucarestia sia istituita all’interno di un banchetto e come tale venga celebrata fin dall’inizio della Chiesa (At 2,42-48). I primi cristiani dicevano di sé, presentandosi ai pagani: “Aras non habemus”, “Noi non abbiamo altari”, sottolineando la mancanza nel cristianesimo del sacrificio tradizionale, sostituito dal banchetto eucaristico. Non c’era all’inizio l’altare, c’era solo la tavola. L’aspetto conviviale è primario per la comprensione dell’Eucarestia.
L’Eucarestia non è un sacramento individuale: esso è sempre occasione di incontro di alleanza vera con gli uomini, di solidarietà con loro. Farne un intimistico appartarsi con il Signore senza vivere questa esperienza insieme a tutta la Chiesa e a tutto il mondo è snaturare l’irrinunciabile significato conviviale dell’Eucarestia.
L’Eucarestia annuncio del Veniente
L’Eucarestia, mentre è proclamazione del primo avvento del Signore, è anche annuncio della sua seconda e definitiva venuta (1 Cor 11,26). “Con l’Eucaristia si assimila, per così dire, il «segreto» della risurrezione. Perciò giustamente sant’Ignazio d’Antiochia definiva il Pane eucaristico «farmaco di immortalità, antidoto contro la morte»”(Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, 2003, n. 18).
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
Vangelo di Domenica 6 Giugno: Marco 14, 12-16.22-26
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Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
L’Eucarestia “mimo” profetico
Farsi mangiare dagli uomini: Quando Gesù istituisce l’Eucarestia, opera anzitutto un mimo profetico, una gestualità che, sullo stile dei grandi Profeti dell’Antico testamento, vuole darci importanti rivelazioni. Quanto compie nell’ultima cena è “l’ultima parabola di Gesù” (J. Jeremias). Porgendo il pane, dice: “Questo è il mio corpo dato per voi”; offrendo il calice: “Questo è il mio sangue, versato per voi” (Lc 22,19-20): il primo significato di questa azione è che egli si è donato totalmente agli uomini, che la sua vita è stata oblazione piena per la vita dei fratelli, che si è interamente consumato per essi, e che egli è diventato, offrendosi per loro come il pane e il vino, il loro sostegno e la loro sopravvivenza. “Davanti ai suoi discepoli Gesù fa un mimo della sua morte, rappresentandola davanti a loro; è l’atteggiamento di un profeta e di un martire che porta la missione fino al suo compimento” (A. Marchadour).
La volontarietà del dono: Due sono le sottolineature che Gesù vuole dare al suo gesto. La prima è l’assoluta volontarietà del suo donarsi: il suo farsi uomo fino alla morte non è dato dall’ineluttabilità del caso, ma è sua libera scelta d’amore (Gv 10,18). Gesù accetta quindi volontariamente fino in fondo la sua condivisione con l’uomo: non si tira indietro, non fugge. Deliberatamente si offre.
La totalità del dono: Il secondo aspetto del mimo profetico è l’assoluta totalità del suo donarsi: Cristo, “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (Gv 13,1), fino al supremo compimento dell’amore, che è dare la vita per coloro che si amano (cfr Gv 15,13): il pane mangiato e il vino bevuto sono il segno di questo “consumarsi” per i suoi, farsi tutto per essi.
Il comando di imitare Gesù: Due comandi accompagnano l’azione profetica: il primo è: “Prendete, mangiate…; bevete” (Mc 14,22): i discepoli non sono solo oggetto passivo di questa autodonazione del Cristo, ma sono invitati a prenderne parte attiva, a partecipare al suo amore, ad accettare la sua vita come dono, a riempirsi consapevolmente e responsabilmente di lui. Da questo nasce il secondo comando: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19; 1 Cor 11,24): Gesù ordina che anche i suoi discepoli si facciano pane e bevanda per gli altri, divengano cibo per tutti, si lascino “mangiare” dai fratelli.
L’importanza del mimo eucaristico: Nella lettura biblica del mimo il primo significato è quindi l’invito al dono totale agli altri, sull’esempio del Maestro. Gli altri significati (la presenza reale di Cristo, il sacrificio della Nuova Alleanza, un segno escatologico…), ci sono certamente, ma sono a questo secondari e da questo traggono luce e comprensione.
“Carne e sangue”
“Basar” e “wadam”, carne e sangue, erano anche le due parti del sacrificio dell’Alleanza. Ma ormai non ci sono altre vittime sacrificali da offrire, non ci sono più agnelli da immolare; Gesù è colui che si è immolato per noi, e ci ha riconciliati in maniera definitiva con il Padre.
La simbologia del vino ha caratteri molto complessi nella letteratura biblica: è simbolo dell’Alleanza tra Dio e gli uomini dopo il diluvio (Gen 9,20-21), è il suggello dell’unione d’amore tra l’amato e l’amata (Ct 1,2-4; 2,4; 7,3-10), e Gesù stesso si presenta come “la vera vite” (Gv 15,1).
L’Eucarestia cibo per la vita
Mangiare è indispensabile per vivere: l’Eucarestia è cibo per la vita: “Gesù rispose: «Io sono il pane della vita… Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda»” (Gv 6,35.48.51.55).
L’Eucarestia ci assimila a Cristo
Per gli ebrei, il cibo non diventava la persona che lo mangia, ma la persona che mangia diventa come il cibo ingerito: ecco perché c’era tanta attenzione ai cibi “puri” e a quelli “impuri”. Il pane e il vino eucaristici che mangiamo non diventano quindi parte di noi, ma noi diventiamo il Cristo stesso che mangiamo. Mangiando del pane e bevendo del vino eucaristico ci si “cristifica”, ci si trasforma nel Signore: “Gesù disse: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno»” (Gv 6,53-54.56-57). Nutrendoci di Cristo diventiamo lui! Diceva Massimo il Confessore (580-662): “L’Eucarestia trasforma i fedeli in se stessa”.
L’Eucarestia “pasto di comunione” con Dio
Nell’Antico Testamento spesso si parla dei “pasti di comunione”. L’Eucarestia è momento comunitario per eccellenza (1 Cor 10,16-18). Non è un caso che l’Eucarestia sia istituita all’interno di un banchetto e come tale venga celebrata fin dall’inizio della Chiesa (At 2,42-48). I primi cristiani dicevano di sé, presentandosi ai pagani: “Aras non habemus”, “Noi non abbiamo altari”, sottolineando la mancanza nel cristianesimo del sacrificio tradizionale, sostituito dal banchetto eucaristico. Non c’era all’inizio l’altare, c’era solo la tavola. L’aspetto conviviale è primario per la comprensione dell’Eucarestia.
L’Eucarestia non è un sacramento individuale: esso è sempre occasione di incontro di alleanza vera con gli uomini, di solidarietà con loro. Farne un intimistico appartarsi con il Signore senza vivere questa esperienza insieme a tutta la Chiesa e a tutto il mondo è snaturare l’irrinunciabile significato conviviale dell’Eucarestia.
L’Eucarestia annuncio del Veniente
L’Eucarestia, mentre è proclamazione del primo avvento del Signore, è anche annuncio della sua seconda e definitiva venuta (1 Cor 11,26). “Con l’Eucaristia si assimila, per così dire, il «segreto» della risurrezione. Perciò giustamente sant’Ignazio d’Antiochia definiva il Pane eucaristico «farmaco di immortalità, antidoto contro la morte»”(Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, 2003, n. 18).
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Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
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Spazio Spadoni
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Vangelo di domenica 25 maggio: VI Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 14, 23-29
Vangelo di domenica 18 maggio: V Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 13, 31-33a. 34-35
Vangelo di domenica 11 maggio: IV Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 10, 27-30
Vangelo di domenica 04 maggio: III Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 21,1-19
Vangelo di domenica 27 aprile II Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di domenica 20 aprile Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di domenica 13 aprile Domenica delle Palme: Passione del Signore – Luca 22,14-23,56
Vangelo di domenica 06 aprile V Domenica di Quaresima anno C – Giovanni 8, 1-11
Vangelo di domenica 30 marzo IV Domenica di Quaresima anno C – Luca 15, 1 – 3. 11-32
Vangelo di domenica 23 marzo III Domenica di Quaresima anno C – Luca 13, 1-9
Vangelo di domenica 16 marzo: II Domenica di Quaresima anno C – Luca 9, 28-36
Vangelo di domenica 09 marzo: I Domenica di Quaresima anno C – Luca 4,1-13
Vangelo di domenica 02 marzo: VII Domenica C: Luca 6, 39-45
Vangelo di domenica 23 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 27-38
Vangelo di domenica 16 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di domenica 09 febbraio: V Domenica C: Luca 5, 1-11
Vangelo di domenica 02 febbraio: Presentazione del Signore C: Luca 2, 22-40
Vangelo di domenica 26 gennaio III Domenica C: Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di domenica 19 gennaio: Giovanni 2,1-11
Vangelo di domenica 12 gennaio: Luca 3,15-22
Vangelo di lunedì 06 gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di domenica 05 gennaio: Giovanni 1, 1-18
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Vangelo di domenica 29 dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di mercoledì 25 dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di domenica 22 dicembre: Luca 1, 39-45
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Vangelo di domenica 24 novembre: Giovanni 18, 33b-37
Vangelo di domenica 17 novembre: Marco 13,24-32
Vangelo di domenica 10 novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di venerdì 1 novembre: Matteo 5,1-12
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Vangelo di domenica 27 ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di domenica 20 ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di domenica 13 ottobre: Marco 10, 17-30
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Vangelo di domenica 18 agosto: Giovanni 6, 51-58
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Vangelo di Domenica 21 luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 14 luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 07 luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Domenica 30 giugno: Marco 5, 21-43
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Vangelo di Mercoledì 8 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 5 Dicembre: Luca 3, 1-6
Vangelo di Domenica 28 Novembre: Luca 21, 25-28. 34-36
Vangelo di Domenica 21 Novembre: Giovanni 13, 33-37
Vangelo di Domenica 14 Novembre: Marco 13, 24-32
Vangelo di Domenica 7 Novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di Lunedì 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 31 Ottobre: Marco 12, 28-34
Vangelo di Domenica 24 Ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di Domenica 17 Ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Marco 10, 17-31
Vangelo di Domenica 3 Ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di Domenica 26 Settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di Domenica 19 Settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di Domenica 12 Settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di Domenica 5 Settembre: Marco 7, 31-37
Vangelo di Domenica 29 Agosto: Marco 7, 1-8.14-15.21-23
Vangelo di Domenica 22 Agosto: Giovanni 6, 60-70
Vangelo di Domenica 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 8 Agosto: Giovanni 6, 41-51
Vangelo di Domenica 1 Agosto: Giovanni 6, 24-35
Vangelo di Domenica 25 Luglio: Giovanni 6, 1-15
Vangelo di Domenica 18 Luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 11 Luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 4 Luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Martedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 27 Giugno: Marco 5, 21-43
Vangelo di Domenica 20 Giugno: Marco 4, 35-41
Vangelo di Domenica 13 Giugno: Marco 4, 26-34
Vangelo di Martedì 30 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 16 Maggio: Marco 16, 15-20
Vangelo di Domenica 9 Maggio: Giovanni 15, 9-17
Vangelo di Domenica 2 Maggio: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 25 Aprile: Giovanni 10, 11-18
Vangelo di Domenica 18 Aprile: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 11 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Venerdì 2 Aprile: Giovanni 18-19
Vangelo di Giovedì 1 Aprile: Giovanni 13, 1-15
Vangelo di Domenica 28 Marzo: Marco 14-15
Vangelo di Domenica 21 Marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 14 Marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 7 Marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 28 Febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 21 Febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 14 Febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 7 Febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 31 Gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 24 Gennaio: Marco 1, 14-20
Vangelo di Domenica 10 Gennaio: Marco 1, 9-11
Vangelo di Giovedì 7 Gennaio: Giovanni 1, 35-42
Vangelo di Mercoledì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 3 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Venerdì 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 27 Dicembre: Luca 2, 25-38
Vangelo di Venerdì 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 20 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 13 Dicembre: Giovanni 1, 6-8.19-28
Vangelo di Domenica 6 Dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 29 Novembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 22 Novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 15 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 8 Novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 25 Ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 18 Ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 4 Ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 27 Settembre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 20 Settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 13 Settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 6 Settembre