Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Già altre volte abbiamo riflettuto in che cosa consista la regalità di Cristo. Oggi vogliamo riflettere soprattutto sulla seconda parte del Vangelo, quella che ci parla del cosiddetto “buon ladrone”. Nel Nuovo Testamento il termine “Paradiso” ricorre tre volte (Lc 23,43; 2 Cor 12,2-4; Ap 2,7). Qui lo si trova per la prima volta. Gesù sulla croce, al ladro crocifisso con lui che lo prega: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno”, dichiara solennemente: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,42-43).
Scrive Doglio: “Il brigante che chiamiamo «buon ladrone» chiese semplicemente a Gesù di ricordarsi di lui, una volta che sarà entrato nel regno. È l’unica volta in cui un personaggio si rivolge a Gesù chiamandolo per nome, è l’unico che dice: «Gesù, ricordati di me»: non lo chiama Maestro, non lo chiama Signore, lo chiama per nome. Che cosa può pensare sul regno? È stato condannato perché «Re dei giudei», quindi dovrebbe avere un regno…. C’è un richiamo biblico alla storia di Giuseppe: quando era in prigione e interpretò i sogni dei ministri del faraone, Giuseppe si raccomandò a quello che sarebbe stato reintegrato al suo posto: «Ricordati di me quando tornerai nel tuo posto di comando (Gn 40,14)». È una richiesta di aiuto verso qualcuno che sta per diventare importante e potente”.
Gesù gli risponde: “Oggi sarai con me nel paradiso”.
Qui abbiamo due tipi di letture. “L’antica versione greca della Bibbia, detta dei Settanta, e la tradizione cristiana hanno denominato il giardino dell’Eden con un termine raro di origine persiana: pairi-daeza, pardes in ebraico, paradeisos in greco, il nostro «paradiso». Il vocabolo rimandava a un giardino recintato, fertile e fiorito e, già nell’antica lingua mesopotamica, l’accadico pardesu indicava un «frutteto recintato»” (G. Ravasi). Ma alcuni dicono che nel Vangelo odierno “paradiso” “non deve essere letto come un’indicazione locale: nell’ambiente che noi chiamiamo paradiso, nella fase escatologica, nemmeno Gesù oggi sarà in paradiso, perché scende agli inferi e risorge il terzo giorno. Se «il paradiso» proprio con l’articolo lo traduciamo, è il giardino, è il giardino della sepoltura” (C. Doglio).
Dove sta la Beatitudine, la promessa di Gesù? Nell’“Oggi sarai con me”, “sarai accumunato alla mia sorte, resteremo sempre insieme”. “Il nucleo è importantissimo perché contiene il verbo essere e la preposizione della compagnia. Non è determinante il luogo, non è il paradiso che dà il senso alla frase, perché paradossalmente quel termine indica il giardino dove c’è la tomba… E Gesù non gli promette niente di particolare, se non: «Saremo insieme – non domani – oggi sarai con me». Ed è proprio questo il cuore della riflessione teologica cristiana sul Paradiso” (C. Doglio). È lo stare sempre con Gesù la vera Beatitudine.
Una seconda lettura è quella più tradizionale: Gesù parla realmente del Paradiso come realtà escatologica. Il ladrone afferma: “Ricordati di me quando sarai nel tuo Regno”: ma poco prima avrà forse sentito Gesù che rispondeva a Pilato dicendo: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù” (Gv 18,36). Il riferimento di Gesù al Paradiso non riguarderebbe quindi il giardino dove sia Gesù che forse anche il ladrone sarebbero stati sepolti, ma proprio il Regno definitivo. E quando Gesù parla dell’“oggi” non intende “il giorno stesso”, ma l’“oggi” di Dio, il suo eterno presente, fuori dello spazio e del tempo. Il significato della risposta di Gesù sarebbe quindi: “Anche tu, alla tua morte, entrerai con me nel mio Regno che non è di questo mondo, ma che è realtà divina”.
In ogni caso, anche in questa seconda lettura il tema principale è lo “stare con Gesù”, l’essere con lui, che diventa esperienza della beatitudine escatologica.
Il Paradiso sarà soprattutto la gioia immensa e ineffabile di stare con Dio. Quel Dio che abbiamo sempre cercato, desiderato, amato, su cui abbiamo giocato le nostre vite, finalmente lo vedremo e staremo con lui. Si realizza l’attesa dei secoli: vedere Dio. Questo era stato negato a Mosé, come a qualunque altra creatura: “Tu non potrai vedere il mio volto perché nessun uomo può vedermi e restare vivo” (Es 33,20). Era la speranza del Salmista: “Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua presenza” (Sl 17,15); “L’anima mia ha sete del Dio vivente; quando verrò e vedrò il volto di Dio?” (Sl 42,3).
Gesù aveva promesso: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5.8); e Paolo conferma: “Ora vediamo come in uno specchio in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia” (1 Cor 13,12). E Giovanni: “Noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1 Gv 3,1-3). Ora finalmente vedremo Dio.
“Il giardino di Eden…, in cui Dio colloca l’uomo secondo Gn 2,15, non è un luogo geografico, ma una situazione di rapporto e comunione con Dio: è Cristo, è la vita con Dio, la vita eterna a cui siamo chiamati” (E. Bianchi). Solo il Cristo è il luogo della nostra comunione con il Padre, colui che ci dà la vita eterna, che trasporta la nostra finitudine nell’infinito di Dio. “Si può dire semplicemente che il paradiso della Genesi è il Cristo stesso: Dio creò Adamo e lo collocò nel paradiso, cioè nel Cristo (Creavit Deus Adam et posuit eum in paradiso, id est in Christo), in cui tutto è creato e pertanto l’uomo stesso in primo luogo” (G. Martelet).
“Nella prima lettera ai Tessalonicesi, il più antico testo cristiano, si spiega nel modo migliore possibile che cosa è il Paradiso: «Andremo incontro al Signore e così saremo sempre con il Signore» (1 Ts 4,17). Che cosa è il Paradiso? Essere sempre con il Signore; la pienezza di vita nella risurrezione è essere sempre con il Signore: «Oggi sarai con me nel paradiso»: essere con Gesù qui e nell’eternità è il Paradiso. La vita eterna è già cominciata, ci siamo già dentro; la pienezza sarà il compimento di quello che ci è stato dato, quando lo vedremo saremo come lui, saremo insieme con lui, entreremo nella sua gioia. E come si comprenderà e si svolgerà lo vedremo, sarà una sorpresa meravigliosa e quindi non immaginiamo o per lo meno – immaginate quel che volete – sarà meglio e sarà di più” (C. Doglio).
Come dice Sant’Ambrogio: “Vita est enim esse cum Christo; ideo ubi Christus, ibi vita, ibi Regnum”: “La vita, infatti, è stare con Cristo, perché dove c’è Cristo, là c’è la vita, là c’è il Regno”. “Sì, Cristo è il paradiso, è il luogo u-topico, senza luogo, della comunione piena e priva di ombre con Dio. Il paradiso è la nostra patria, la nostra vocazione, il dono che ci attende” (E. Bianchi).
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
Vangelo di Domenica 20 Novembre: Luca 23, 35-43
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Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Già altre volte abbiamo riflettuto in che cosa consista la regalità di Cristo. Oggi vogliamo riflettere soprattutto sulla seconda parte del Vangelo, quella che ci parla del cosiddetto “buon ladrone”. Nel Nuovo Testamento il termine “Paradiso” ricorre tre volte (Lc 23,43; 2 Cor 12,2-4; Ap 2,7). Qui lo si trova per la prima volta. Gesù sulla croce, al ladro crocifisso con lui che lo prega: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno”, dichiara solennemente: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,42-43).
Scrive Doglio: “Il brigante che chiamiamo «buon ladrone» chiese semplicemente a Gesù di ricordarsi di lui, una volta che sarà entrato nel regno. È l’unica volta in cui un personaggio si rivolge a Gesù chiamandolo per nome, è l’unico che dice: «Gesù, ricordati di me»: non lo chiama Maestro, non lo chiama Signore, lo chiama per nome. Che cosa può pensare sul regno? È stato condannato perché «Re dei giudei», quindi dovrebbe avere un regno…. C’è un richiamo biblico alla storia di Giuseppe: quando era in prigione e interpretò i sogni dei ministri del faraone, Giuseppe si raccomandò a quello che sarebbe stato reintegrato al suo posto: «Ricordati di me quando tornerai nel tuo posto di comando (Gn 40,14)». È una richiesta di aiuto verso qualcuno che sta per diventare importante e potente”.
Gesù gli risponde: “Oggi sarai con me nel paradiso”.
Qui abbiamo due tipi di letture. “L’antica versione greca della Bibbia, detta dei Settanta, e la tradizione cristiana hanno denominato il giardino dell’Eden con un termine raro di origine persiana: pairi-daeza, pardes in ebraico, paradeisos in greco, il nostro «paradiso». Il vocabolo rimandava a un giardino recintato, fertile e fiorito e, già nell’antica lingua mesopotamica, l’accadico pardesu indicava un «frutteto recintato»” (G. Ravasi). Ma alcuni dicono che nel Vangelo odierno “paradiso” “non deve essere letto come un’indicazione locale: nell’ambiente che noi chiamiamo paradiso, nella fase escatologica, nemmeno Gesù oggi sarà in paradiso, perché scende agli inferi e risorge il terzo giorno. Se «il paradiso» proprio con l’articolo lo traduciamo, è il giardino, è il giardino della sepoltura” (C. Doglio).
Dove sta la Beatitudine, la promessa di Gesù? Nell’“Oggi sarai con me”, “sarai accumunato alla mia sorte, resteremo sempre insieme”. “Il nucleo è importantissimo perché contiene il verbo essere e la preposizione della compagnia. Non è determinante il luogo, non è il paradiso che dà il senso alla frase, perché paradossalmente quel termine indica il giardino dove c’è la tomba… E Gesù non gli promette niente di particolare, se non: «Saremo insieme – non domani – oggi sarai con me». Ed è proprio questo il cuore della riflessione teologica cristiana sul Paradiso” (C. Doglio). È lo stare sempre con Gesù la vera Beatitudine.
Una seconda lettura è quella più tradizionale: Gesù parla realmente del Paradiso come realtà escatologica. Il ladrone afferma: “Ricordati di me quando sarai nel tuo Regno”: ma poco prima avrà forse sentito Gesù che rispondeva a Pilato dicendo: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù” (Gv 18,36). Il riferimento di Gesù al Paradiso non riguarderebbe quindi il giardino dove sia Gesù che forse anche il ladrone sarebbero stati sepolti, ma proprio il Regno definitivo. E quando Gesù parla dell’“oggi” non intende “il giorno stesso”, ma l’“oggi” di Dio, il suo eterno presente, fuori dello spazio e del tempo. Il significato della risposta di Gesù sarebbe quindi: “Anche tu, alla tua morte, entrerai con me nel mio Regno che non è di questo mondo, ma che è realtà divina”.
In ogni caso, anche in questa seconda lettura il tema principale è lo “stare con Gesù”, l’essere con lui, che diventa esperienza della beatitudine escatologica.
Il Paradiso sarà soprattutto la gioia immensa e ineffabile di stare con Dio. Quel Dio che abbiamo sempre cercato, desiderato, amato, su cui abbiamo giocato le nostre vite, finalmente lo vedremo e staremo con lui. Si realizza l’attesa dei secoli: vedere Dio. Questo era stato negato a Mosé, come a qualunque altra creatura: “Tu non potrai vedere il mio volto perché nessun uomo può vedermi e restare vivo” (Es 33,20). Era la speranza del Salmista: “Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua presenza” (Sl 17,15); “L’anima mia ha sete del Dio vivente; quando verrò e vedrò il volto di Dio?” (Sl 42,3).
Gesù aveva promesso: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5.8); e Paolo conferma: “Ora vediamo come in uno specchio in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia” (1 Cor 13,12). E Giovanni: “Noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1 Gv 3,1-3). Ora finalmente vedremo Dio.
“Il giardino di Eden…, in cui Dio colloca l’uomo secondo Gn 2,15, non è un luogo geografico, ma una situazione di rapporto e comunione con Dio: è Cristo, è la vita con Dio, la vita eterna a cui siamo chiamati” (E. Bianchi). Solo il Cristo è il luogo della nostra comunione con il Padre, colui che ci dà la vita eterna, che trasporta la nostra finitudine nell’infinito di Dio. “Si può dire semplicemente che il paradiso della Genesi è il Cristo stesso: Dio creò Adamo e lo collocò nel paradiso, cioè nel Cristo (Creavit Deus Adam et posuit eum in paradiso, id est in Christo), in cui tutto è creato e pertanto l’uomo stesso in primo luogo” (G. Martelet).
“Nella prima lettera ai Tessalonicesi, il più antico testo cristiano, si spiega nel modo migliore possibile che cosa è il Paradiso: «Andremo incontro al Signore e così saremo sempre con il Signore» (1 Ts 4,17). Che cosa è il Paradiso? Essere sempre con il Signore; la pienezza di vita nella risurrezione è essere sempre con il Signore: «Oggi sarai con me nel paradiso»: essere con Gesù qui e nell’eternità è il Paradiso. La vita eterna è già cominciata, ci siamo già dentro; la pienezza sarà il compimento di quello che ci è stato dato, quando lo vedremo saremo come lui, saremo insieme con lui, entreremo nella sua gioia. E come si comprenderà e si svolgerà lo vedremo, sarà una sorpresa meravigliosa e quindi non immaginiamo o per lo meno – immaginate quel che volete – sarà meglio e sarà di più” (C. Doglio).
Come dice Sant’Ambrogio: “Vita est enim esse cum Christo; ideo ubi Christus, ibi vita, ibi Regnum”: “La vita, infatti, è stare con Cristo, perché dove c’è Cristo, là c’è la vita, là c’è il Regno”. “Sì, Cristo è il paradiso, è il luogo u-topico, senza luogo, della comunione piena e priva di ombre con Dio. Il paradiso è la nostra patria, la nostra vocazione, il dono che ci attende” (E. Bianchi).
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Spazio Spadoni
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Vangelo di domenica 11 maggio: IV Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 10, 27-30
Vangelo di domenica 04 maggio: III Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 21,1-19
Vangelo di domenica 27 aprile II Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di domenica 20 aprile Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
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Vangelo di domenica 06 aprile V Domenica di Quaresima anno C – Giovanni 8, 1-11
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Vangelo di Domenica 16 Gennaio: Giovanni 2, 1-11
Vangelo di Domenica 9 Gennaio Luca 3, 15-16.21-22
Vangelo di Giovedì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 2 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Sabato 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 26 Dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di Sabato 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 19 Dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di Domenica 12 Dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di Mercoledì 8 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 5 Dicembre: Luca 3, 1-6
Vangelo di Domenica 28 Novembre: Luca 21, 25-28. 34-36
Vangelo di Domenica 21 Novembre: Giovanni 13, 33-37
Vangelo di Domenica 14 Novembre: Marco 13, 24-32
Vangelo di Domenica 7 Novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di Lunedì 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 31 Ottobre: Marco 12, 28-34
Vangelo di Domenica 24 Ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di Domenica 17 Ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Marco 10, 17-31
Vangelo di Domenica 3 Ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di Domenica 26 Settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di Domenica 19 Settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di Domenica 12 Settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di Domenica 5 Settembre: Marco 7, 31-37
Vangelo di Domenica 29 Agosto: Marco 7, 1-8.14-15.21-23
Vangelo di Domenica 22 Agosto: Giovanni 6, 60-70
Vangelo di Domenica 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 8 Agosto: Giovanni 6, 41-51
Vangelo di Domenica 1 Agosto: Giovanni 6, 24-35
Vangelo di Domenica 25 Luglio: Giovanni 6, 1-15
Vangelo di Domenica 18 Luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 11 Luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 4 Luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Martedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 27 Giugno: Marco 5, 21-43
Vangelo di Domenica 20 Giugno: Marco 4, 35-41
Vangelo di Domenica 13 Giugno: Marco 4, 26-34
Vangelo di Domenica 6 Giugno: Marco 14, 12-16.22-26
Vangelo di Martedì 30 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 16 Maggio: Marco 16, 15-20
Vangelo di Domenica 9 Maggio: Giovanni 15, 9-17
Vangelo di Domenica 2 Maggio: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 25 Aprile: Giovanni 10, 11-18
Vangelo di Domenica 18 Aprile: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 11 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Venerdì 2 Aprile: Giovanni 18-19
Vangelo di Giovedì 1 Aprile: Giovanni 13, 1-15
Vangelo di Domenica 28 Marzo: Marco 14-15
Vangelo di Domenica 21 Marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 14 Marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 7 Marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 28 Febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 21 Febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 14 Febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 7 Febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 31 Gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 24 Gennaio: Marco 1, 14-20
Vangelo di Domenica 10 Gennaio: Marco 1, 9-11
Vangelo di Giovedì 7 Gennaio: Giovanni 1, 35-42
Vangelo di Mercoledì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 3 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Venerdì 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 27 Dicembre: Luca 2, 25-38
Vangelo di Venerdì 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 20 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 13 Dicembre: Giovanni 1, 6-8.19-28
Vangelo di Domenica 6 Dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 29 Novembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 22 Novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 15 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 8 Novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 25 Ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 18 Ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 4 Ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 27 Settembre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 20 Settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 13 Settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 6 Settembre