Immacolata Concezione B. V. Maria
26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”. 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. 34Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. 35Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio”. 38Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei”.
Lc 1, 26-38
Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
L’ANNUNCIO A MARIA (1,26-38)
Luca presenta Maria in una scena inaugurale che ha il preciso compito di caratterizzare il ruolo della madre: abitualmente si parla del racconto dell’annunciazione, ma, secondo il genere letterario proprio del brano, sarebbe meglio chiamare questo testo “la vocazione di Maria” (Lc 1,26-38). Si tratta, infatti, di un racconto di vocazione, molto simile a quello in cui è narrata la chiamata di Gedeone (Gdc 6,11-24): Dio, per mezzo di un suo messaggero, chiede la collaborazione ad una persona umana per la realizzazione di una grande impresa.
Analizziamo ora il testo dell’annuncio a Maria.
v. 28: “Rallegrati, trasformata dalla grazia: il Signore è con te!”
Rallegrati
Maria deve “rallegrarsi” (“kàire”) perché è l’incarnazione dell’Israele antico, che deve esplodere di gioia perché è giunto il Messia: meglio che l’“Ave” latina è la traduzione “Gaude” dei padri greci. “Maria infatti è salutata da Gabriele con le parole di gioia (1,28) con le quali i profeti Zaccaria (2,14-17; 9,9-10), Sofonia (3,14-20) e Gioele (2,21-27) avevano invitato alla speranza la “figlia di Sion”, cioè il resto di Israele (Is 10,20) che, tornato dall’esilio, avrebbe ricostruito la “casa di Giacobbe”, della quale Gesù sarà il re (Lc 1,33)” (M. Masini).
Graziata
Amata
Maria è la “kecharitòmene”, la “graziata”, resa amabile (non “piena di grazia”, sarebbe stato “plerès charitòs”, come in At 6,8 riferito a Stefano). È la favorita per amore, l’Israele scelto per misericordia (Os 11,1-4). È l’eletto reso bello per grazia (Ez 16,8-14). È Israele fatto sposo di Dio (Os 2,21-28; CdC).
Eletta
Nel linguaggio della Bibbia “grazia” significa un dono speciale, che secondo il Nuovo Testamento ha la sua sorgente nella vita trinitaria di Dio stesso, di Dio che è amore (1 Gv 4,8). Frutto di questo amore è l’elezione – quella di cui parla la Lettera agli Efesini (Ef 1,2-23) – da parte di Dio: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà” (Ef 1,3-10).
Nuovo Abramo
La fede di Maria può essere paragonata a quella di Abramo, chiamato dall’Apostolo “nostro padre nella fede” (Rm 4,12). “Come Abramo, Maria trova grazia presso Dio, genera un figlio in modo miracoloso, è benedetta per la sua fede, nella sua persona si realizzano le promesse fatte ad Abramo per il popolo d’Israele” (A. Serra). “Da questo momento Abramo diventa espressamente il padre di tutti i credenti e Maria, come dirà espressamente Gv 19,25-27, ne diventa la madre” (G. Bruni).
Bellissima
Se Eva aveva disobbedito a Dio, Maria le si contrappone con il suo “sì” (Lc 1,38), e con il suo invitare a “fare quello che lui vi dirà” (Gv 2,5), come l’Israele obbediente al Sinai. Al Sinai, infatti, c’è una nuova creazione e Israele, al sesto giorno della Teofania, è fatto manducare dell’albero (il monte Sinai), che produce le Parole sante della Torah, e risponde: “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo” (Es 19,8; cfr 24,3.7), nell’obbedienza contrapponendosi al peccato di Eva. E il popolo, che secondo i Rabbini era di minorati fisici, oppresso dalla schiavitù, diventa la sposa bella e senza macchia del Cantico dei Cantici (Es 15,26). E il giudaismo leggerà il Cantico dei Cantici come il poema d’amore dello Sposo-Dio che bacia nel giardino la sua sposa dandogli la Torah sul Sinai: “Mi baci egli con i baci della sua bocca” (Ct 1,2).
Maria è anche la nuova Eva, la prima delle “madri” di Israele, che nella tradizione rabbinica era bellissima. I rabbini, parafrasando Gen 2,22, vedono in Dio il paraninfo che la agghinda di splendore per presentarla ad Adamo. Tale bellezza, perduta con il peccato, è riflessa in Sara la bellissima, in Abisag la Sunamita di Davide (1 Re 1,4), nella madre dei Maccabei, ma soprattutto nell’Israele fedele che nel giardino del Sinai accoglie la Torah. Maria, dirà Giustino (+165 circa), è la nuova Eva, che con il suo “sì” è fatta bellissima. Ai piedi del nuovo albero della vita, la Croce, sarà perciò costituita “madre” dei discepoli (Gv 19,25-27), e potrà, come Eva, esclamare: “Ho acquistato un uomo dal Signore” (Gen 4,1).
Ma è anche figura della Chiesa, che nasce dall’obbedienza, è fatta bella dallo Spirito, diventa sposa di Cristo.
“Il Signore è con te”
È termine proprio dei racconti di vocazione. Maria è modello del credente, chiamato a stare con il Signore.
v. 29: “A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto”
Maria è turbata, riflette, domanda: entra in crisi. La sua è Fede matura che nasce dall’ascolto di una Parola che è segno di contraddizione, che è sempre chiamata a uscire, a convertirsi, all’esodo.
v. 34: “Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”
L’obiezione di Maria rappresenta un elemento normale nello schema biblico degli annunzi. Si tratta quindi di un semplice passaggio redazionale oppure d’una reale difficoltà avanzata da Maria? Le opinioni sono discordanti.
1. Secondo numerosi esegeti, soprattutto cattolici, Maria aveva intenzione di restare vergine, nonostante il suo fidanzamento con Giuseppe. Ma l’idea di un “voto di verginità” è certamente lontana dalla mentalità ebraica, che vedeva nella procreazione l’unico modo di perpetuarsi e di inserirsi nell’attesa messianica (unica eccezione, gli Esseni di Qumram…), si fa strada solo con Origene (185-254) e poi soprattutto con Agostino (354-430).
2. Altri esegeti affermano che dal testo lucano si può dedurre soltanto che Maria intendeva contrarre un matrimonio normale con Giuseppe, aperto alla prole. Il senso dell’obiezione riguarda la sua situazione di fidanzata, quando i rapporti matrimoniali erano considerati sconvenienti, non però illegittimi, perché il fidanzamento aveva il medesimo valore giuridico del matrimonio.
3. Altri esegeti rifiutano le precedenti spiegazioni perché partono da presupposti psicologici o storicizzanti. Con l’artificio del dialogo l’evangelista non intende ricordare l’atteggiamento psicologico di Maria, ma piuttosto l’ascendenza davidica e la filiazione divina di Gesù.
In ogni caso, bisogna “sottolineare che il testo… invita ad andare oltre alla disputa circa la verginità fisiologica o meno di Maria. La curiosità deve lasciare il posto alla teologia, le questioni marginali al cuore di un annuncio sempre più esplicitato dalla riflessione orante della Chiesa primitiva: da una terra vergine Dio creò Adamo mediante il suo soffio, da una carne incontaminata Dio creò Gesù, il nuovo Adamo, mediante il suo Spirito” (G. Bruni). Verginità tipo della chiamata a liberarci dalla contaminazione data dal matrimonio con gli idoli. Verginità del cuore a cui tutti, sposati e celibi, sono chiamati e dalla quale, in definitiva, trae senso quella fisica. Ma anche verginità che sottolinea la straordinarietà del piano di Dio, che dona il Messia al di là di ogni merito o capacità umana.
v. 35a: “Lo Spirito Santo verrà su di te, su te stenderà la sua nube la potenza dell’Altissimo”
“Spirito Santo” non è preceduto dall’articolo e si riferisce a un attributo divino, alla sua forza, ma c’è un’allusione allo spirito di Dio (“mah ‘Elohim”) che “aleggiava sulle acque” del caos primitivo per la creazione del cosmo (Gen 1,2).
In Maria si incarna la Presenza-Shekinah di Dio. C’è assonanza tra il verbo greco “episkiàzein” (= adombrare) e l’ebraico “shakàn”: da questo deriva anche il termine rabbinico Shekinàh, usato al posto del nome di Dio; può indicare l’Altissimo, la Dimora, il Luogo santo. Il medesimo verbo ricorre nella trasfigurazione, in riferimento alla nube, indicante la presenza di Dio, che avvolge i tre discepoli (“epeskìasen” = coprì, in Lc 9,34). Al momento dell’annunciazione, Dio prende veramente possesso del grembo di Maria, che diviene la sua dimora vivente, quale figlia di Sion, cioè rappresentante del nuovo popolo eletto.
v. 35b: “Colui che nascerà sarà dunque (“dià kai”) santo e chiamato Figlio di Dio”
La stessa maternità di Maria costituisce già in se stessa un evento di salvezza e di divinizzazione, e non è solo strumentale alla nascita del Figlio. “Colui che nascerà sarà dunque (dià kai) santo e chiamato Figlio di Dio”: Maria non è solo un tempio vuoto in cui arriva la Presenza di Dio, ma “Maria fu predestinata fin da tutta l’eternità a essere l’abitazione dello Spirito che per mezzo di lei e in lei avrebbe cominciato la creazione rinnovata” (L. Boff).
v. 38: “Eccomi, sono la serva del Signore”
Maria poi è la “schiava (dùle) (di IHWH” (Lc 1,38: non la “serva”), cioè la madre dello Schiavo (ebed) di IHWH trafitto per i nostri peccati (Is 53,5): anche a lei una spada trafiggerà l’anima (Lc 2,35). Come diranno i Padri, è “l’Agnella che partorisce l’Agnello” (Lc 2,35).
“Avvenga di me quello che hai detto”
Non solo: Maria esprime l’entusiasmo e la gioia di questa disponibilità. Il verbo greco tradotto con “avvenga” (“gnoito”) è un ottativo, cioè una forma che esprime un desiderio ed una gioia: Maria non accetta con rassegnazione, ma accoglie con entusiasmo e dice in sostanza: “Sono proprio contenta che avvenga quello che hai detto, non desidero altro!”. Ecco il modello del credente e del discepolo.
Maria esplicita l’opzione fondamentale “secondo la tua parola”, “katà to rèma tu”, modello del credente che vive della Parola di Dio (Lc 2,29).
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
Vangelo di Venerdì 8 dicembre: Luca 1, 26-38
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Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
L’ANNUNCIO A MARIA (1,26-38)
Luca presenta Maria in una scena inaugurale che ha il preciso compito di caratterizzare il ruolo della madre: abitualmente si parla del racconto dell’annunciazione, ma, secondo il genere letterario proprio del brano, sarebbe meglio chiamare questo testo “la vocazione di Maria” (Lc 1,26-38). Si tratta, infatti, di un racconto di vocazione, molto simile a quello in cui è narrata la chiamata di Gedeone (Gdc 6,11-24): Dio, per mezzo di un suo messaggero, chiede la collaborazione ad una persona umana per la realizzazione di una grande impresa.
Analizziamo ora il testo dell’annuncio a Maria.
v. 28: “Rallegrati, trasformata dalla grazia: il Signore è con te!”
Rallegrati
Maria deve “rallegrarsi” (“kàire”) perché è l’incarnazione dell’Israele antico, che deve esplodere di gioia perché è giunto il Messia: meglio che l’“Ave” latina è la traduzione “Gaude” dei padri greci. “Maria infatti è salutata da Gabriele con le parole di gioia (1,28) con le quali i profeti Zaccaria (2,14-17; 9,9-10), Sofonia (3,14-20) e Gioele (2,21-27) avevano invitato alla speranza la “figlia di Sion”, cioè il resto di Israele (Is 10,20) che, tornato dall’esilio, avrebbe ricostruito la “casa di Giacobbe”, della quale Gesù sarà il re (Lc 1,33)” (M. Masini).
Graziata
Amata
Maria è la “kecharitòmene”, la “graziata”, resa amabile (non “piena di grazia”, sarebbe stato “plerès charitòs”, come in At 6,8 riferito a Stefano). È la favorita per amore, l’Israele scelto per misericordia (Os 11,1-4). È l’eletto reso bello per grazia (Ez 16,8-14). È Israele fatto sposo di Dio (Os 2,21-28; CdC).
Eletta
Nel linguaggio della Bibbia “grazia” significa un dono speciale, che secondo il Nuovo Testamento ha la sua sorgente nella vita trinitaria di Dio stesso, di Dio che è amore (1 Gv 4,8). Frutto di questo amore è l’elezione – quella di cui parla la Lettera agli Efesini (Ef 1,2-23) – da parte di Dio: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà” (Ef 1,3-10).
Nuovo Abramo
La fede di Maria può essere paragonata a quella di Abramo, chiamato dall’Apostolo “nostro padre nella fede” (Rm 4,12). “Come Abramo, Maria trova grazia presso Dio, genera un figlio in modo miracoloso, è benedetta per la sua fede, nella sua persona si realizzano le promesse fatte ad Abramo per il popolo d’Israele” (A. Serra). “Da questo momento Abramo diventa espressamente il padre di tutti i credenti e Maria, come dirà espressamente Gv 19,25-27, ne diventa la madre” (G. Bruni).
Bellissima
Se Eva aveva disobbedito a Dio, Maria le si contrappone con il suo “sì” (Lc 1,38), e con il suo invitare a “fare quello che lui vi dirà” (Gv 2,5), come l’Israele obbediente al Sinai. Al Sinai, infatti, c’è una nuova creazione e Israele, al sesto giorno della Teofania, è fatto manducare dell’albero (il monte Sinai), che produce le Parole sante della Torah, e risponde: “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo” (Es 19,8; cfr 24,3.7), nell’obbedienza contrapponendosi al peccato di Eva. E il popolo, che secondo i Rabbini era di minorati fisici, oppresso dalla schiavitù, diventa la sposa bella e senza macchia del Cantico dei Cantici (Es 15,26). E il giudaismo leggerà il Cantico dei Cantici come il poema d’amore dello Sposo-Dio che bacia nel giardino la sua sposa dandogli la Torah sul Sinai: “Mi baci egli con i baci della sua bocca” (Ct 1,2).
Maria è anche la nuova Eva, la prima delle “madri” di Israele, che nella tradizione rabbinica era bellissima. I rabbini, parafrasando Gen 2,22, vedono in Dio il paraninfo che la agghinda di splendore per presentarla ad Adamo. Tale bellezza, perduta con il peccato, è riflessa in Sara la bellissima, in Abisag la Sunamita di Davide (1 Re 1,4), nella madre dei Maccabei, ma soprattutto nell’Israele fedele che nel giardino del Sinai accoglie la Torah. Maria, dirà Giustino (+165 circa), è la nuova Eva, che con il suo “sì” è fatta bellissima. Ai piedi del nuovo albero della vita, la Croce, sarà perciò costituita “madre” dei discepoli (Gv 19,25-27), e potrà, come Eva, esclamare: “Ho acquistato un uomo dal Signore” (Gen 4,1).
Ma è anche figura della Chiesa, che nasce dall’obbedienza, è fatta bella dallo Spirito, diventa sposa di Cristo.
“Il Signore è con te”
È termine proprio dei racconti di vocazione. Maria è modello del credente, chiamato a stare con il Signore.
v. 29: “A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto”
Maria è turbata, riflette, domanda: entra in crisi. La sua è Fede matura che nasce dall’ascolto di una Parola che è segno di contraddizione, che è sempre chiamata a uscire, a convertirsi, all’esodo.
v. 34: “Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”
L’obiezione di Maria rappresenta un elemento normale nello schema biblico degli annunzi. Si tratta quindi di un semplice passaggio redazionale oppure d’una reale difficoltà avanzata da Maria? Le opinioni sono discordanti.
1. Secondo numerosi esegeti, soprattutto cattolici, Maria aveva intenzione di restare vergine, nonostante il suo fidanzamento con Giuseppe. Ma l’idea di un “voto di verginità” è certamente lontana dalla mentalità ebraica, che vedeva nella procreazione l’unico modo di perpetuarsi e di inserirsi nell’attesa messianica (unica eccezione, gli Esseni di Qumram…), si fa strada solo con Origene (185-254) e poi soprattutto con Agostino (354-430).
2. Altri esegeti affermano che dal testo lucano si può dedurre soltanto che Maria intendeva contrarre un matrimonio normale con Giuseppe, aperto alla prole. Il senso dell’obiezione riguarda la sua situazione di fidanzata, quando i rapporti matrimoniali erano considerati sconvenienti, non però illegittimi, perché il fidanzamento aveva il medesimo valore giuridico del matrimonio.
3. Altri esegeti rifiutano le precedenti spiegazioni perché partono da presupposti psicologici o storicizzanti. Con l’artificio del dialogo l’evangelista non intende ricordare l’atteggiamento psicologico di Maria, ma piuttosto l’ascendenza davidica e la filiazione divina di Gesù.
In ogni caso, bisogna “sottolineare che il testo… invita ad andare oltre alla disputa circa la verginità fisiologica o meno di Maria. La curiosità deve lasciare il posto alla teologia, le questioni marginali al cuore di un annuncio sempre più esplicitato dalla riflessione orante della Chiesa primitiva: da una terra vergine Dio creò Adamo mediante il suo soffio, da una carne incontaminata Dio creò Gesù, il nuovo Adamo, mediante il suo Spirito” (G. Bruni). Verginità tipo della chiamata a liberarci dalla contaminazione data dal matrimonio con gli idoli. Verginità del cuore a cui tutti, sposati e celibi, sono chiamati e dalla quale, in definitiva, trae senso quella fisica. Ma anche verginità che sottolinea la straordinarietà del piano di Dio, che dona il Messia al di là di ogni merito o capacità umana.
v. 35a: “Lo Spirito Santo verrà su di te, su te stenderà la sua nube la potenza dell’Altissimo”
“Spirito Santo” non è preceduto dall’articolo e si riferisce a un attributo divino, alla sua forza, ma c’è un’allusione allo spirito di Dio (“mah ‘Elohim”) che “aleggiava sulle acque” del caos primitivo per la creazione del cosmo (Gen 1,2).
In Maria si incarna la Presenza-Shekinah di Dio. C’è assonanza tra il verbo greco “episkiàzein” (= adombrare) e l’ebraico “shakàn”: da questo deriva anche il termine rabbinico Shekinàh, usato al posto del nome di Dio; può indicare l’Altissimo, la Dimora, il Luogo santo. Il medesimo verbo ricorre nella trasfigurazione, in riferimento alla nube, indicante la presenza di Dio, che avvolge i tre discepoli (“epeskìasen” = coprì, in Lc 9,34). Al momento dell’annunciazione, Dio prende veramente possesso del grembo di Maria, che diviene la sua dimora vivente, quale figlia di Sion, cioè rappresentante del nuovo popolo eletto.
v. 35b: “Colui che nascerà sarà dunque (“dià kai”) santo e chiamato Figlio di Dio”
La stessa maternità di Maria costituisce già in se stessa un evento di salvezza e di divinizzazione, e non è solo strumentale alla nascita del Figlio. “Colui che nascerà sarà dunque (dià kai) santo e chiamato Figlio di Dio”: Maria non è solo un tempio vuoto in cui arriva la Presenza di Dio, ma “Maria fu predestinata fin da tutta l’eternità a essere l’abitazione dello Spirito che per mezzo di lei e in lei avrebbe cominciato la creazione rinnovata” (L. Boff).
v. 38: “Eccomi, sono la serva del Signore”
Maria poi è la “schiava (dùle) (di IHWH” (Lc 1,38: non la “serva”), cioè la madre dello Schiavo (ebed) di IHWH trafitto per i nostri peccati (Is 53,5): anche a lei una spada trafiggerà l’anima (Lc 2,35). Come diranno i Padri, è “l’Agnella che partorisce l’Agnello” (Lc 2,35).
“Avvenga di me quello che hai detto”
Non solo: Maria esprime l’entusiasmo e la gioia di questa disponibilità. Il verbo greco tradotto con “avvenga” (“gnoito”) è un ottativo, cioè una forma che esprime un desiderio ed una gioia: Maria non accetta con rassegnazione, ma accoglie con entusiasmo e dice in sostanza: “Sono proprio contenta che avvenga quello che hai detto, non desidero altro!”. Ecco il modello del credente e del discepolo.
Maria esplicita l’opzione fondamentale “secondo la tua parola”, “katà to rèma tu”, modello del credente che vive della Parola di Dio (Lc 2,29).
Buona Misericordia a tutti!
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Spazio Spadoni
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Vangelo di domenica 18 maggio: V Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 13, 31-33a. 34-35
Vangelo di domenica 11 maggio: IV Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 10, 27-30
Vangelo di domenica 04 maggio: III Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 21,1-19
Vangelo di domenica 27 aprile II Domenica di Pasqua anno C: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di domenica 20 aprile Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di domenica 13 aprile Domenica delle Palme: Passione del Signore – Luca 22,14-23,56
Vangelo di domenica 06 aprile V Domenica di Quaresima anno C – Giovanni 8, 1-11
Vangelo di domenica 30 marzo IV Domenica di Quaresima anno C – Luca 15, 1 – 3. 11-32
Vangelo di domenica 23 marzo III Domenica di Quaresima anno C – Luca 13, 1-9
Vangelo di domenica 16 marzo: II Domenica di Quaresima anno C – Luca 9, 28-36
Vangelo di domenica 09 marzo: I Domenica di Quaresima anno C – Luca 4,1-13
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Vangelo di domenica 23 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 27-38
Vangelo di domenica 16 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 17. 20-26
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Vangelo di domenica 02 febbraio: Presentazione del Signore C: Luca 2, 22-40
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Vangelo di Domenica 07 gennaio: Marco 1, 9-11
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Vangelo di Lunedì 01 gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 31 dicembre: Luca 2, 22-40
Vangelo di Lunedì 25 dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 24 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 17 dicembre: Giovanni 1, 6-8. 19-28
Vangelo di Domenica 10 dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 03 dicembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 26 novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 19 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 12 novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 5 novembre: Matteo 23, 1-12
Vangelo di Mercoledì 1 novembre: Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 29 ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 22 ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 15 ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 8 ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 1 ottobre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 24 settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 17 settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 10 settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 03 settembre: Matteo 16, 21-28
Vangelo di Domenica 27 agosto: Matteo 16, 13-20
Vangelo di Domenica 20 agosto: Matteo 15 ,21-28
Vangelo di Martedì 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 13 Agosto: Matteo 14, 22-33
Vangelo di Domenica 06 Agosto: Matteo 17, 1-9
Vangelo di Domenica 30 Luglio: Matteo 13, 44-52
Vangelo di Domenica 23 Luglio: Matteo 13, 24-43
Vangelo di Domenica 16 Luglio: Matteo 13, 1-23
Vangelo di Domenica 09 Luglio: Matteo 11, 25-30
Vangelo di Domenica 02 Luglio: Matteo 10, 37-42
Vangelo di Giovedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 25 Giugno: Matteo 10, 26-33
Vangelo di Domenica 18 Giugno: Matteo 9, 36 – 10, 8
Vangelo di Domenica 11 Giugno: Giovanni 6, 51-58
Vangelo di Domenica 04 Giugno: Giovanni 3, 16-18
Vangelo di Domenica 28 Maggio: Giovanni 20, 19-23
Vangelo di Domenica 21 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 14 Maggio: Giovanni 14, 15-21
Vangelo di Domenica 07 Maggio: Giovanni 14, 1-12
Vangelo di Domenica 30 Aprile: Giovanni 10, 1-10
Vangelo di Domenica 23 Aprile: Luca 24, 13-35
Vangelo di Domenica 16 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Domenica 09 Aprile: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di Domenica 02 Aprile: Matteo 26, 14-27, 66
Vangelo di Domenica 26 marzo: Giovanni 11, 1-45
Vangelo di Domenica 19 marzo: Giovanni 9, 1-41
Vangelo di Domenica 12 marzo: Giovanni 4, 5-42
Vangelo di Domenica 5 marzo: Matteo 17, 1-13
Vangelo di Domenica 26 febbraio: Matteo 4, 1-11
Vangelo di Domenica 19 febbraio: Matteo 5, 38-48
Vangelo di Domenica 12 febbraio: Matteo 5, 17-37
Vangelo di Domenica 05 febbraio: Matteo 5, 13-16
Vangelo di Domenica 29 Gennaio: Matteo 5 , 1-12
Vangelo di Domenica 22 Gennaio: Matteo 4 , 12-25
Vangelo di Domenica 15 Gennaio: Giovanni 1, 29-34
Vangelo di Domenica 8 Gennaio: Matteo 3 , 13-17
Vangelo di Venerdì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 18 Dicembre: Matteo 1, 18-24
Vangelo di Domenica 11 Dicembre: Matteo 11, 2-11
Vangelo di Giovedì 8 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 4 Dicembre: Matteo 3, 1-12
Vangelo di Domenica 27 Novembre: Matteo 24, 37-44
Vangelo di Domenica 20 Novembre: Luca 23, 35-43
Vangelo di Domenica 13 Novembre: Luca 21, 5-19
Vangelo di Domenica 6 Novembre: Luca 20, 27-38
Vangelo di Martedì 1 Novembre: Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 30 Ottobre: Luca 19, 1-10
Vangelo di Domenica 23 Ottobre: Luca 18, 9-14
Vangelo di Domenica 16 Ottobre: Luca 18, 1-8
Vangelo di Domenica 9 Ottobre: Luca 17, 11-19
Vangelo di Domenica 2 Ottobre: Luca 17, 5-10
Vangelo di Domenica 25 Settembre: Luca 16, 19-31
Vangelo di Domenica 18 Settembre: Luca 16, 1-13
Vangelo di Domenica 11 Settembre: Luca 15, 1-32
Vangelo di Domenica 4 Settembre: Luca 14, 25-33
Vangelo di Domenica 28 Agosto: Luca 14, 1.7-14
Vangelo di Domenica 21 Agosto: Luca 13, 22-30
Vangelo di Lunedì 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 14 Agosto: Luca 12, 49-53
Vangelo di Domenica 7 Agosto: Luca 12, 32-48
Vangelo di Domenica 31 Luglio: Luca 12, 13-21
Vangelo di Domenica 24 Luglio: Luca 11, 1-13
Vangelo di Domenica 17 Luglio: Luca 10, 38-42
Vangelo di Domenica 10 Luglio: Luca 10, 25-37
Vangelo di Domenica 3 Luglio: Luca 10, 1-20
Vangelo di Domenica 26 Giugno: Luca 9, 51-62
Vangelo di Domenica 19 Giugno: Luca 9, 10-17
Vangelo di Domenica 12 Giugno: Giovanni 16, 12-15
Vangelo di Domenica 5 Giugno: Giovanni 14, 15-16. 23-26
Vangelo di Domenica 29 Maggio: Luca 24, 46-53
Vangelo di Domenica 22 Maggio : Giovanni 14, 23-29
Vangelo di Domenica 15 Maggio: Giovanni 13, 31-35
Vangelo di Domenica 8 Maggio: Giovanni 10, 27-30
Vangelo di Domenica 1 Maggio: Giovanni 21, 1-23
Vangelo di Domenica 24 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Domenica 17 Aprile: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di Domenica 10 Aprile: Luca 22, 14-23, 56
Vangelo di Domenica 3 Aprile: Giovanni 8, 1-11
Vangelo di Domenica 27 Marzo: Luca 15 ,1-3.11-32
Vangelo di Domenica 20 Marzo: Luca 13, 1-9
Vangelo di Domenica 13 Marzo: Luca 9, 28-36
Vangelo di Domenica 6 Marzo: Luca 4, 1-13
Vangelo di Domenica 27 Febbraio: Luca 6, 39-45
Vangelo di Domenica 20 Febbraio: Luca 6, 27-38
Vangelo di Domenica 13 Febbraio: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di Domenica 6 Febbraio: Luca 5, 1-11
Vangelo di Domenica 30 Gennaio Luca 4, 21-30
Vangelo di Domenica 23 Gennaio Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di Domenica 16 Gennaio: Giovanni 2, 1-11
Vangelo di Domenica 9 Gennaio Luca 3, 15-16.21-22
Vangelo di Giovedì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 2 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Sabato 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 26 Dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di Sabato 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 19 Dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di Domenica 12 Dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di Mercoledì 8 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 5 Dicembre: Luca 3, 1-6
Vangelo di Domenica 28 Novembre: Luca 21, 25-28. 34-36
Vangelo di Domenica 21 Novembre: Giovanni 13, 33-37
Vangelo di Domenica 14 Novembre: Marco 13, 24-32
Vangelo di Domenica 7 Novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di Lunedì 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 31 Ottobre: Marco 12, 28-34
Vangelo di Domenica 24 Ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di Domenica 17 Ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Marco 10, 17-31
Vangelo di Domenica 3 Ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di Domenica 26 Settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di Domenica 19 Settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di Domenica 12 Settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di Domenica 5 Settembre: Marco 7, 31-37
Vangelo di Domenica 29 Agosto: Marco 7, 1-8.14-15.21-23
Vangelo di Domenica 22 Agosto: Giovanni 6, 60-70
Vangelo di Domenica 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 8 Agosto: Giovanni 6, 41-51
Vangelo di Domenica 1 Agosto: Giovanni 6, 24-35
Vangelo di Domenica 25 Luglio: Giovanni 6, 1-15
Vangelo di Domenica 18 Luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 11 Luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 4 Luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Martedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 27 Giugno: Marco 5, 21-43
Vangelo di Domenica 20 Giugno: Marco 4, 35-41
Vangelo di Domenica 13 Giugno: Marco 4, 26-34
Vangelo di Domenica 6 Giugno: Marco 14, 12-16.22-26
Vangelo di Martedì 30 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 16 Maggio: Marco 16, 15-20
Vangelo di Domenica 9 Maggio: Giovanni 15, 9-17
Vangelo di Domenica 2 Maggio: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 25 Aprile: Giovanni 10, 11-18
Vangelo di Domenica 18 Aprile: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 11 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Venerdì 2 Aprile: Giovanni 18-19
Vangelo di Giovedì 1 Aprile: Giovanni 13, 1-15
Vangelo di Domenica 28 Marzo: Marco 14-15
Vangelo di Domenica 21 Marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 14 Marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 7 Marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 28 Febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 21 Febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 14 Febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 7 Febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 31 Gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 24 Gennaio: Marco 1, 14-20
Vangelo di Domenica 10 Gennaio: Marco 1, 9-11
Vangelo di Giovedì 7 Gennaio: Giovanni 1, 35-42
Vangelo di Mercoledì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 3 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Venerdì 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 27 Dicembre: Luca 2, 25-38
Vangelo di Venerdì 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 20 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 13 Dicembre: Giovanni 1, 6-8.19-28
Vangelo di Domenica 6 Dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 29 Novembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 22 Novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 15 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 8 Novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 25 Ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 18 Ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 4 Ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 27 Settembre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 20 Settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 13 Settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 6 Settembre